Guglielmo Scalise

generale e nipponologo italiano (1891-1975)

Guglielmo Scalise, nome completo Guglielmo Valentino Domenico Scalise (Marcellinara, 14 febbraio 1891Proserpio, 3 novembre 1975), è stato un generale, diplomatico e iamatologo italiano. Fu generale di brigata e addetto militare all'Ambasciata d'Italia a Tokyo dal 1934 al 1939 e, dopo la guerra, libero docente universitario specializzato in iamatologia.

Guglielmo Scalise
Guglielmo Scalise in abito tradizionale nipponico
NascitaMarcellinara, (CZ), 14 febbraio 1891
MorteProserpio, (CO), 3 novembre 1975
Etniaitaliano
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Regno d'Italia
RSI
Bandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
Esercito Nazionale Repubblicano
Esercito Italiano
Armafanteria
Corpostato maggiore
Gradogenerale di brigata
Ferite21 maggio 1916 sul Costesin
GuerrePrima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
Campagnefronte greco-albanese
Comandante di7º regg. fanteria "Cuneo"
Pubblicazionivedasi sezione apposita
Altre caricheaddetto militare ed aeronautico in Giappone
libero docente di lingua, letteratura e storia giapponese
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Biografia modifica

Gioventù modifica

Nato a Marcellinara (CZ) il 14 febbraio 1891 da Tommaso Scalise e Celestina Lentini, completa gli studi ginnasiali a Nicastro e, assieme al fratello maggiore Battista, frequenta il Liceo "Pasquale Galluppi" di Catanzaro, dove si licenzia nel giugno 1910. Dovendo svolgere il servizio militare di leva, presenta domanda per frequentare il corso allievi ufficiali di complemento nel Regio Esercito, scegliendo di compierlo presso l'81º Reggimento fanteria stanziato a Roma, nel rione Prati di Castello, dove viene incorporato il 1º gennaio 1912.[1] Il 1º aprile è promosso caporale[1] e a fine luglio sergente allievo ufficiale, destinato al 52º fanteria di stanza a Spoleto.[1] Viene quindi nominato sottotenente di complemento il 26 gennaio 1913 e destinato a Catanzaro presso il 48º fanteria dove viene incorporato il 1º febbraio per il servizio di prima nomina;[1] partecipa quindi al concorso per passare in servizio permanente effettivo frequentando la Scuola d'applicazione di fanteria di Parma, ottenendo la nomina a sottotenente in s.p.e. il 20 settembre 1914[2].

Prima guerra mondiale modifica

Sin dall’apertura delle ostilità prende parte alla prima guerra mondiale nella zona dell'Altopiano dei Sette Comuni, dove comanda la 10ª compagnia del III battaglione del 162º fanteria della brigata Ivrea, venendo promosso tenente a fine gennaio 1916[3]; il 21 maggio ‘16, durante la “Strafexpedition”, rimane ferito sul Costesin, quindi dopo un periodo di convalescenza viene trasferito e posto al comando della 7ª compagnia del II battaglione nel 131º fanteria (brigata Lazio, parte della III armata, comandata dal duca d'Aosta) dislocato nei pressi di Gradisca, sul Carso, dove giunse l’11 gennaio 1917, reggimento ridislocato poi in Carnia a Pizzo Avostanis, quindi promosso capitano nella primavera del ‘17[4] e poco dopo trasferito in Libia ai primi di ottobre dello stesso anno, destinato al IV battaglione del 68º fanteria di stanza a Bengasi, lasciandola definitivamente e partendo in licenza per l’Italia il 5 gennaio 1919, prendendosi una breve aspettativa per infermità temporanee non dovute a cause di servizio.[5]

Periodo interbellico modifica

Riprenderà servizio a fine ottobre ‘19 con destinazione Como presso il 67º fanteria[6]. Dopo un anno di fidanzamento, il 24 maggio 1920 sposa Giuseppina Gerosa, figlia di un proprietario terriero di Proserpio, stabilendosi a Villa Volta (già residenza di Alessandro Volta), a Como.[7] Il 16 ottobre 1922 entra alla Scuola di guerra di Torino[8] assieme al fratello Battista titolandosi nel 1924 e venendo trasferito presso il Comando divisione militare di Brescia il 15 novembre 1925.

Promosso maggiore nel 1927 e tenente colonnello nel 1934, con tale grado, nello stesso anno, viene inviato a Tokyo quale addetto militare ed aeronautico presso l'ambasciata italiana per il Giappone, venendo accreditato anche presso il Governo della Cina,[9] incarichi che manterrà sino al 1939.

Seconda guerra mondiale modifica

Tornato in Italia e promosso colonnello, con lo scoppio della seconda guerra mondiale è inviato in Albania dov'è comandante del 7º Reggimento fanteria "Cuneo" sul fronte greco-albanese. Nel frattempo pubblica un dizionario italiano-giapponese oltre a diversi lavori sulla grammatica e la cultura giapponese. Destinato al Comando difesa territoriale di Milano, il 1º agosto è trasferito al Comando XVI Corpo d'armata,[10] per incarichi speciali, sino al 1º ottobre 1941, quando assume l'incarico di capo di stato maggiore della Divisione "Ravenna", con sede ad Alessandria.

Promosso generale di brigata il 1º luglio 1943 è destinato allo stato maggiore del Regio Esercito[11]. Dopo l'armistizio di Cassibile e il proclama Badoglio dell'8 settembre, aderisce alla Repubblica Sociale Italiana e, su proposta del gen. Moriaki Shimizu addetto militare nipponico per l'Italia, il maresciallo Rodolfo Graziani lo nomina ufficiale di collegamento tra il Ministero della Difesa Nazionale e la missione militare giapponese, maturando, tuttavia, il proprio risentimento verso le alte sfere per non aver impedito la discesa in forze delle forze germaniche e mantenendo i contatti coi partigiani tramite il figlio Mario che faceva parte della brigata Puecher.[12]

Una nuova carriera modifica

Terminata la guerra è collocato a riposo con decreto legislativo luogotenenziale 9 novembre 1945, n. 716 contro il quale Scalise propone opposizione in sede giurisdizionale alla IV Sezione del Consiglio di Stato; nel frattempo il Ministero della difesa lo colloca nella riserva il 30 giugno del 1947, venendo però reintegrato in s.p.e. con tutti i provvedimenti a suo carico annullati, per mezzo del decreto presidenziale del 25 giugno del 1950, quindi riammesso nei ruoli del servizio permanente in modo retroattivo, dal 22 gennaio del 1946; successivamente fu libero docente di lingua, letteratura e storia giapponese presso l’Università degli Studi di Milano.[12] Scalise si spegne a Proserpio (CO) il 3 novembre 1975.

Opere modifica

Librarie modifica

In ordine cronologico:

  • Antonio Meneghetti, Guglielmo Scalise, Canti di guerra. Musica di Antonio Meneghetti. Versi di Guglielmo Scalise, Como, Casa Musicale Baragiola e Zeppi, 1931.
  • Guglielmo Scalise, Dizionario italiano-giapponese con una appendice dei termini militari, Tokyo, Scuola professionale salesiana, 1940.
  • Guglielmo Scalise, Grammatica giapponese della lingua parlata, Milano, Tipografia Luigi Reali, 1942.
  • Guglielmo Scalise, Il Giappone guerriero, Roma, Tipografia Regionale, 1942.
  • Guglielmo Scalise, Giappone eroico, Venezia, Edizioni popolari, 1944.
  • Guglielmo Scalise, Yamato Damasii (lo spirito del Giappone), Venezia, Associazione italo-nipponica, 1944.
  • Guglielmo Scalise, La scrittura giapponese, Milano, ISMEO, 1959.
  • Guglielmo Scalise e Mario Scalise, Dizionario del Kanji, 2 voll., Milano, ISMEO, 1959-1966.
  • Junichirō Tanizaki, La madre del generale Shigemoto, traduzione di Guglielmo Scalise, Milano, Mondadori, 1966.
  • Guglielmo Scalise, Calabria amara, Milano, Ceschina, 1972.
  • Guglielmo Scalise, C’era una volta il... 7º, Milano, Cavallotti, 1974.

Articoli modifica

Onorificenze modifica

Onorificenze italiane modifica

«S.M. il Re Imperatore, si compiacque nominare di Suo Moto Proprio con decreto in data Roma 5 maggio 1939-XVII:
[…] Scalise cav. uff. Guglielmo, tenente colonnello di S. M.[13]»
«In considerazione di particolari benemerenze.
[…] Scalise Guglielmo, generale di brigata in s.p.e.[11]»
«S.M. il Re, sentita la Giunta degli Ordini dei SS. Maurizio e Lazzaro e della Corona d'Italia, sulla proposta delle LL. EE. il Capo del Governo e del Ministro per la guerra. Si compiacque nominare con decreti in data San Rossore 18 aprile 1931-IX:
In considerazione di lunghi e buoni servizi.
[…] Scalise Guglielmo, maggiore di fanteria in s.p.e.[14]»
«Onorificenze concesse, in via straordinaria, su proposta di S. E. il Capo del governo, Ministro della guerra. In considerazione di particolari benemerenze.
[…] Scalise Guglielmo, tenente colonnello stato maggiore.[15]»
«S.M. il Re Imperatore, sulla proposta del Capo del Governo Primo Ministro Segretario di Stato e Ministro per la guerra, Si complacque nominare con decreti in data Roma 19 maggio 1938-XVI.
[…] Scalise Guglielmo, tenente colonnello stato maggiore.[16]»
«Sua Maestà il Re Imperatore, di Suo Moto Proprio si è compiaciuto di nominare con decreto in data Roma, 1º giugno 1940-XVIII:
[…] Scalise Guglielmo, colonnello fanteria s.p.e.[17]»

Onorificenze straniere modifica

«Per l'opera dedicata a promuovere i rapporti italo - nipponici[19]»

Note modifica

  1. ^ a b c d Cfr. alle pp. 149-156 in Guglielmo Scalise, Calabria amara, Milano, Ceschina, 1972.
  2. ^ Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli uffiziali del R. Esercito Italiano, 1914.
  3. ^ Cfr. il decreto luogotenenziale del 30 gennaio 1916, a p. 776.
  4. ^ Cfr. decreto luogotenenziale del 27 maggio 1917 (con anzianità dal 1º aprile 1917).
  5. ^ Cfr. alle pp. 177-205 in G. Scalise, op. cit.
  6. ^ Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli uffiziali in servizio permanente, Dispensa 77ª, 2 settembre 1919.
  7. ^ Cfr. alle pp. 208-211 in G. Scalise, op. cit.
  8. ^ Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli ufficiali in servizio permanente, Dispensa 39ª, 7 luglio 1923.
  9. ^ Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli ufficiali in servizio permanente, Dispensa 42ª, 6 luglio 1934-Anno XII.
  10. ^ Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli ufficiali in servizio permanente, Dispensa 1ª, 28 febbraio 1942-Anno XX.
  11. ^ a b Regi decreti 2 luglio 1943.
  12. ^ a b Cfr. alle pp. 348-359 in G. Scalise, op. cit.
  13. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, n. 230 del 2 ottobre 1939 a p. 34.
  14. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, n. 240 del 16 ottobre 1931, a p. 5052.
  15. ^ Regi Decreti 19 maggio 1938-XVI.
  16. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, n. 250 del 2 novembre 1938, a p. 26.
  17. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, n. 284 del 5 dicembre 1940, a p. 4.
  18. ^ a b c d e f g Annuario ufficiale delle forze armate del Regno d'Italia. Anno 1936 – XIV. I. Regio Esercito. Volume I – 1ª parte.
  19. ^ Cfr. a p. 294 in Asiatica, vol. V, 1939.

Bibliografia modifica

Testi in lingua italiana modifica

Testi in lingua straniera modifica

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

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