Gymnadenia

genere di orchidee

Gymnadenia R.Br., 1813 è un genere di piante angiosperme monocotiledoni appartenenti alla famiglia delle Orchidacee[1], dall'aspetto di piccole erbacee perenni dalla tipica infiorescenza a spiga.

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Gymnadenia
Gymnadenia conopsea (Manina rosea)
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Monocotiledoni
Ordine Asparagales
Famiglia Orchidaceae
Sottofamiglia Orchidoideae
Tribù Orchideae
Sottotribù Orchidinae
Genere Gymnadenia
R.Br., 1813
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Liliopsida
Sottoclasse Liliidae
Ordine Orchidales
Famiglia Orchidaceae
Sottofamiglia Orchidoideae
Tribù Orchideae
Sottotribù Orchidinae
Genere Gymnadenia
R.Br., 1813
Sinonimi

× Gymnigritella
E.G.Camus
Nigritella
Rich.

Specie
(Vedi testo)

Etimologia modifica

Il nome generico (Gymnadenia) deriva da due parole greche: gymnos (= nudo) e adèn (= ghiandola) e deriva dal fatto che i retinacoli (le estremità nettarifere con ghiandole vischiose per far aderire il polline agli insetti pronubi) non sono racchiusi nelle borsicole ma sono praticamente “nude”[2].

Descrizione modifica

 
Il portamento (Gymnadenia conopsea)

I dati morfologici si riferiscono soprattutto alle specie europee e in particolare a quelle spontanee italiane.
L'altezza di queste piante rimane abbondantemente sotto il metro. La forma biologica prevalente è geofita bulbosa (G bulb), ossia sono piante perenni erbacee che portano le gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non presentano organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei chiamati bulbi, organi di riserva che annualmente producono nuovi fusti, foglie e fiori. Sono orchidee terrestre in quanto contrariamente ad altre specie più esotiche, non sono “epifite”, ossia non vivono a spese di altri vegetali di maggiori proporzioni

Radici modifica

Le radici, a seconda della specie, sono fascicolate (formate da fibre carnose e grosse) oppure sono secondarie (fibrose e sottili) emesse dai bulbi. In genere sono presenti due bulbi con funzioni diverse, mentre le radici di norma sono posizionate nella parte superiore dei bulbi.

Fusto modifica

Il fusto è semplice, cilindrico (in alcune specie la superficie è striata e la sezione è angolosa). Il colore è verde ed è glabro. La parte ipogea (la parte sotterranea del fusto) è composta da alcuni piccoli bulbi ovoidali a forma digitato-lobata le cui funzioni sono quelle di alimentare la pianta, ma anche di raccolta dei materiali nutritizi di riserva.

Foglie modifica

 
Le foglie (Gymnadenia conopsea)

Le foglie sono di tre tipi:

  • foglie inferiori: sono ridotte a delle squame abbraccianti il fusto (sono presenti al massimo 2 o 3 guaine tubolari); in altre specie sono sviluppate normalmente a forma lineare-graminiforme.
  • foglie centrali: sono quelle principali della pianta; la disposizione lungo il fusto è alterna; i loro numero varia fino ad una decina; la forma generalmente è strettamente lanceolate, oppure lineari, oppure ancora ellittiche, ma sempre con apice acuto; la superficie può essere carenata e canalicolata;
  • foglie superiori fin sotto l'infiorescenza: sono bratteiforme e progressivamente più piccole.

Infiorescenza modifica

 
Descrizione del perigonio
 
Infiorescenza (Gymnadenia odoratissima)

I fiori sono raccolti in spighe terminali, cilindriche o piramidali, compatte e multiflora (fino a 150 fiori per spiga). I fiori sono posti alle ascelle di brattee lineari lunghe a volte più dell'ovario. I fiori inoltre sono pedicellati, e sono resupinati, ruotati sottosopra tramite torsione del pedicello (e non dell'ovario come nel genere Cephalanthera); in questo caso il labello è volto in basso. Lunghezza delle spighe: 3 - 20 cm.

Fiore modifica

 
Il fiore (Gymnadenia conopsea)

I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo)[3]. In fiori possono essere o no profumati; il profumo ricorda molto il cioccolato alla vaniglia (alcune specie sono tra le orchidee più profumate del territorio italiano) e hanno dei colori che vanno dal bianco al roseo al violetto (anche scuro fino al nero) o porporino.

  • Formula fiorale: per le piante di questa famiglia viene indicata la seguente formula fiorale:
X, P 5+1 (derivato da 3+3), [A (1 o 2), G (3 infero)], capsula.[4]
  • Perigonio: il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali ciascuno (3 interni e 3 esterni). Il primo verticillo (esterno) ha 3 tepali a forma generalmente lineare, apice molto acuto e portamento patente (sono disposti orizzontalmente). Nel secondo verticillo (interno) il tepalo centrale (chiamato “labello”) è molto diverso rispetto agli altri due laterali che si presentano più piccoli, rotondeggianti e protesi in avanti, e insieme al tepalo centrale del primo verticillo (in effetti questi tre tepali sono conniventi) formano come un cappuccio a protezione degli organi riproduttivi.
  • Labello: il labello (semplice – non formato da due parti distinte) è il tepalo centrale più interno a forma concava terminante sul retro in uno basale e sacciforme; sul davanti è presente una breve “lingua”, con tre lobi, ripiegata verso il basso. Al suo interno si trovano gli organi di riproduzione (il ginostemio). Lo sperone del labello è nettarifero e secondo la specie può essere corto o lungo. In alcune specie (ex nigritelle) è più grande e allargato alla base, i margini basali sono rialzati quasi congiunti (si presenta quindi con delle fauci tubuliformi) e sul retro è presente un piccolo sperone.
  • Fioritura: fine primavera – estate.

Frutti modifica

Il frutto è una capsula. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio.[6]

Biologia modifica

La riproduzione di queste piante (a seconda delle specie) può avvenire in tre modi:

  • per via sessuata grazie all'impollinazione degli insetti pronubi; il labello di queste orchidee non è molto vistoso (come in altre orchidee) in quanto non ha una funzione attrattiva primaria per gli insetti impollinatori. Questi sono tipicamente delle farfalle che sono attratte di più dall'insieme dell'infiorescenza e dai suoi profumi. Inoltre il labello essendo specializzato per le farfalle non è resupinato (ruotato di 180°) per facilitare l'accesso al nettario contenuto nello sperone ad altri insetti con proboscide più grande[7]; la germinazione dei semi è comunque condizionata dalla presenza di funghi specifici (i semi sono privi di albume – vedi sopra). La disseminazione è di tipo anemocora. Possono essere frequenti anche fenomeni di apogamia.
  • per via vegetativa in quanto uno dei bulbi possiede la funzione vegetativa per cui può emettere gemme avventizie capaci di generare nuovi individui.
  • per apomissia cioè con produzione di semi fertili senza necessità di fecondazione[8].

Distribuzione e habitat modifica

Le specie di questo genere sono localizzate prevalentemente in Europa e in Asia boreale e montana (mediamente al nord della catena dell'Himalaya). Alcune specie sono proprie delle zone siberiane.

In Italia modifica

La tabella seguente mette in evidenza alcuni dati relativi all'habitat, al substrato e alla diffusione di queste piante relativamente allo specifico areale alpino[9].

Specie Comunità
vegetali
Piani
vegetazionali
Substrato pH Livello trofico H2O Ambiente Zona alpina
G. conopsea 11 collinare
montano
subalpino
Ca/Si neutro basso medio B6 D1 E1 F2 F3
F5 F7 G4 H2 I1
tutto l'arco alpino
G. odoratissima 10 collinare
montano
subalpino
Ca neutro basso secco C3 D2 E1 F2 F3
F5 G4 H2 I1
tutto l'arco alpino
G. corneliana 10 subalpino Ca basico basso medio F5 I1 CN
G. austriaca 10 subalpino
alpino
Ca basico basso medio F5 BL TN BZ
G. rhellicani 10 subalpino
alpino
Ca-Si neutro basso secco F5 G1 I1 tutto l'arco alpino
G. miniata 10 subalpino
alpino
Ca basico basso medio F3 F5 CO SO BG TN BZ BL UD
G. buschmanniae 10 alpino Ca basico basso secco F5 TN
G. widderi 10 subalpino
alpino
Ca basico basso secco F3 BZ
Legenda e note.

Per il “substrato” con “Ca/Si” si intendono rocce di carattere intermedio (calcari silicei e simili); vengono prese in considerazione solo le zone alpine del territorio italiano.

Comunità vegetali:
10 = comunità delle praterie rase dei piani subalpino e alpino con dominanza di emicriptofite
11 = comunità delle macro- e megaforbie terrestri
Ambienti:
B6 = tagli rasi forestali, schiarite, strade forestali
C3 = ghiaioni, morene e pietraie
D1 = sorgenti e cadute d'acqua
D2 = bordi dei ruscelli
E1 = paludi e torbiere basse
F2 = praterie rase, prati e pascoli dal piano collinare al subalpino
F3 = prati e pascoli mesofili e igrofili
F5 = praterie rase subalpine e alpine
F7 = margini erbacei dei boschi
G4 = arbusteti e margini dei boschi
H2 = boscaglie di pini montani
I1 = boschi di conifere

Tassonomia modifica

Il genere comprende le seguenti specie:[1]

Ibridi modifica

Ibridi interspecifici modifica

Sono stati descritti i seguenti ibridi interspecifici:[1]

 
Gymnadenia × chanousiana
 
Gymnadenia × heufleri
  • Gymnadenia × abelii (Asch. & Graebn.) J.M.H.Shaw – ibrido fra G. odoratissima e G. miniata
  • Gymnadenia × borisii Stoj., Stef. & T.Georgiev
  • Gymnadenia × chanousiana G.Foelsche & W.FoelscheG. conopsea × G. rhellicani
  • Gymnadenia × delphineae (M.Gerbaud & O.Gerbaud) M.Gerbaud & O.Gerbaud
  • Gymnadenia × eggeriana O.Gerbaud
  • Gymnadenia × fohringeri (Griebl) J.M.H.Shaw
  • Gymnadenia × geigelsteiniana (B.Baumann & H.Baumann) J.M.H.Shaw
  • Gymnadenia × godferyana (G.Keller) W.FoelscheG. conopsea × G. miniata
  • Gymnadenia × hedrenii (W.Foelsche) J.M.H.Shaw
  • Gymnadenia × heufleri (A.Kern.) Wettst.G. odoratissima × G. nigra
  • Gymnadenia × hubertii (Griebl) J.M.H.Shaw
  • Gymnadenia × intermedia Peterm.
  • Gymnadenia × kaeseri (Braun-Blanq.) Oddone
  • Gymnadenia × moritziana (Brügger ex Nyman) Oddone
  • Gymnadenia × petzenensis (F.Fohringer & Redl) Oddone
  • Gymnadenia × pyrenaeensis W.FoelscheG. conopsea × G. gabasiana
  • Gymnadenia × schwerei (G.Keller) J.M.H.Shaw
  • Gymnadenia × teppneri (W.Foelsche) Oddone
  • Gymnadenia × trummeriana (W.Foelsche) J.M.H.Shaw
  • Gymnadenia × truongiae (Demares) W.FoelscheG. conopsea × G. corneliana
  • Gymnadenia × turnowskyi (W.Foelsche) W.Foelsche (1999)G. conopsea × G. lithopolitanica
  • Gymnadenia × wettsteiniana O.Abel

Ibridi Intergenerici modifica

Sono stati descritti i seguenti ibridi intergenerici:[10][11]:

  • × Dactylodenia Garay & H.R.Sweet (1966) con il genere Dactylorhiza
  • × Gymnanacamptis Ascherson & Graebner (1907) con il genere Anacamptis
  • × Gymnplatanthera L. Lambert (1907) con il genere Platanthera
  • × Gymnaglossum Rolfe (1919) con il genere Coeloglossum
  • × Gymnotraunsteinera Ciferri & Giacomini (1950) con il genere Traunsteinera

Specie della flora italiana modifica

Per meglio comprendere ed individuare le varie specie del genere l'elenco che segue utilizza in parte il sistema delle chiavi analitiche[12].

  • Lo sperone è di tipo filiforme, lungo 15–20 mm (quindi il doppio dell'ovario); il labello misura 5 mm di larghezza e altrettanto di lunghezza; i fiori non sono profumati;
  • Gymnadenia conopsea (L.) R.Br., 1813 - Manina rosea: l'altezza media varia da 25 a 55 cm; il ciclo biologico è perenne; la forma biologica è geofita bulbosa (G bulb); il tipo corologico è Eurasiatico; l'habitat tipico sono i prati, i pascoli e le boscaglie; la diffusione sul territorio italiano è comune al nord, rara altrove (nelle isole non è presente); l'altitudine a cui arriva questa pianta varia fino a 2400 m s.l.m..
  • Lo sperone è lungo 5 mm (quindi è lungo come l'ovario); il labello misura 3 mm di larghezza e altrettanto di lunghezza; i fiori odorano moltissimo di vaniglia;
  • L'infiorescenza ha la forma ovato-conica ed è lunga 1-2,5 cm; i tepali laterali interni sono larghi la metà di quelli esterni;
  • il perigonio ha una colorazione atropurpurea (rosso scuro quasi nero); i bordi delle brattee fiorali sono dentellati.
  • il perigonio ha una colorazione porporina più chiara; i bordi delle brattee fiorali sono lisci;
  • l'infiorescenza ha la forma ovato-cilindrica ed è lunga 2-3 cm; i tepali laterali interni sono larghi come quelli esterni;
  • il fusto si presenta con molte foglie (da 10 a 18); il perigonio ha un colore rosato, quasi biancastro;
  • il fusto si presenta con poche foglie (da 4 a 10); il perigonio ha un colore rosso rubino chiaro;
  • Gymnadenia miniata - Nigritella rossa;
  • Gymnadenia buschmanniae - Nigritella di Adolfine Buschmann: ha una struttura più robusta, mentre le brattee dell'infiorescenza presentano dei margini biancastri e denticolati;
  • Gymnadenia widderi - Nigritella di Widder: ha un colore più chiaro dei fiori e il labello è allargato nella parte basale;

Altra entità rinvenuta sulle alpi è Gymnadenia dolomitensis (Teppner & E.Klein) Hedrén, E.Klein & Teppner (2000) – Nigritella delle Dolomiti: è mediamente più piccola delle altre specie (massima altezza 12 cm); la parte inferiore dei fiori è quasi giallastra; è stata rilevata nella provincia autonoma di Bolzano.

Per il dettaglio della sect. Nigritella vedi: Gymnadenia sect. Nigritella

Note modifica

  1. ^ a b c (EN) Gymnadenia, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 5 aprile 2021.
  2. ^ Nicolini, vol. 2, p. 374.
  3. ^ a b Pignatti, vol. 3, p. 700.
  4. ^ Judd et al., p. 287.
  5. ^ Musmarra, p. 628.
  6. ^ Strasburger, vol. 2, p. 808.
  7. ^ Judd et al., p. 133.
  8. ^ GIROS, p. 76.
  9. ^ Flora alpina, vol. 2, p. 1112.
  10. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 6 novembre 2009.
  11. ^ Index synonymique de la flore de France, su www2.dijon.inra.fr. URL consultato il 6 novembre 2009.
  12. ^ Pignatti, vol. 3, p. 726.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica