Heliozela

genere di insetti

Heliozela Herrich-Schäffer, 1853[1] è un genere di lepidotteri, appartenente alla famiglia Heliozelidae, diffuso in Eurasia, Oceania, America Settentrionale e Centrale.[2]

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Heliozela
Heliozela sericiella
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Protostomia
Phylum Arthropoda
Subphylum Tracheata
Superclasse Hexapoda
Classe Insecta
Sottoclasse Pterygota
Coorte Endopterygota
Superordine Oligoneoptera
Sezione Panorpoidea
Ordine Lepidoptera
Sottordine Glossata
Infraordine Heteroneura
Divisione Incurvariina
Superfamiglia Adeloidea
Famiglia Heliozelidae
Genere Heliozela
Herrich-Schäffer, 1853
Serie tipo
Aechmia metallicella
Zeller, 1839
Sinonimi

Dyselachista
Spuler, 1910
Heliozella [sic]
Chambers, 1880

Specie

Etimologia modifica

Il nome del taxon è dovuto alla combinazione del termine greco ἤλιος (hélios) = sole, con quello tardo latino zelare = desiderare, per il fatto che queste falene sono solite volare alla piena luce del sole.[1][3][4]

Descrizione modifica

Adulto modifica

Si tratta di minuscole falene diurne, piuttosto primitive, con nervatura alare di tipo eteroneuro, ma con apparato riproduttore femminile provvisto di un unico orifizio, sia per l'accoppiamento, sia per l'ovodeposizione.[5][6][7][8][9]

Capo modifica

Il capo presenta parecchie scaglie piliformi addossate alla capsula cefalica in prossimità del vertice.[5][10]

Gli occhi sono glabri. Gli ocelli sono assenti, come pure i chaetosemata. I palpi mascellari sono molto ridotti, con cinque articoli e privi di invaginazioni; quelli labiali sono pendenti, sottili e trisegmentati; la spirotromba è completa e munita di scaglie in prossimità della base.[5][10][11][12][13]

Le antenne sono poco più corte della costa dell'ala anteriore: sono sottili e non ciliate. Lo scapo non presenta un pecten.[5][10]

 
Larva di Heliozela resplendella

Torace modifica

Le ali sono lanceolate, spesso grigio-brunastre, con macchie argentate su parte dell'ala anteriore, nella quale il tornus non è individuabile. L'ala posteriore presenta apice appuntito, è più corta dell'anteriore e adorna di una lunga peluria. Si osserva una marcata riduzione delle nervature alari, sia longitudinali, sia trasversali: nell'ala posteriore, la trasversale M-CuA è assente, mentre l'anale è singola. Il settore radiale (Rs) è inoltre ridotto, ed anche media e cubito non sono ramificate.[5][12]

L'accoppiamento alare è di tipo frenato (con frenulum più robusto nei maschi), mentre è presente l'apparato di connessione tra ala anteriore e metatorace; si può inoltre riscontrare un ponte precoxale.[5][11][12][14][15][16][17]

L'apertura alare può variare da 5 a 8 mm, a seconda della specie.[10]

Nelle zampe, l'epifisi è presente, mentre gli speroni tibiali hanno formula 0-2-4.[5][7][10][11][12]

Addome modifica

In questo taxon è presente il processo tergosternale sul primo segmento addominale, tipico della maggior parte degli Adeloidea.[5][7][11][18]

L'apparato genitale maschile rivela, su ogni valva, una struttura a pettine detta pectinifer.[5][7][11][12]

 
Mina fogliare di Heliozela hammoniella

Nel genitale femminile, l'ovopositore è ben sviluppato e di tipo perforante, tipico degli Adeloidea, al fine di permettere l'inserimento delle uova all'interno dei tessuti fogliari della pianta ospite.[5][7][11][12]

Uovo modifica

Le uova, inserite singolarmente nei tessuti della pianta ospite, assumono la forma della "tasca" che le ospita.[5]

Larva modifica

Il bruco possiede un capo prognato e non più di cinque stemmata.[5][11][19]

Le zampe toraciche sono assenti, sebbene in alcune specie possano essere rudimentali o addirittura sviluppate, come nel caso della nordamericana Heliozela aesella; le pseudozampe sono quasi sempre assenti o vestigiali, con uncini (quando presenti) disposti su file multiple. Spesso al posto delle pseudozampe si notano dei calli ambulacrali. Uno o più calli possono essere riscontrati anche dorsalmente, sull'ottavo segmento addominale.[5][7][10][11][19]

Pupa modifica

La pupa o crisalide, spesso lunga solo 2 o 3 mm, è exarata con antenne corte ed un lungo labrum, che si spinge fin oltre i palpi labiali. Le appendici sono libere e ben distinte, mentre la maggior parte dei segmenti addominali sono mobili (pupa dectica).[5][11][19][20]

Biologia modifica

Comportamento modifica

Le uova vengono deposte una per volta, solitamente al di sotto dell'epidermide di un ramoscello della pianta ospite, talvolta anche direttamente nel picciolo di una foglia.

La larva, che è una minatrice fogliare, si fa strada verso il picciolo e poi verso la lamina della foglia, producendo caratteristiche mine fogliari. Queste ultime possono avere percorso serpentiniforme (ofionomi) oppure possono apparire come chiazze espanse, dai bordi più o meno lineari (stigmatonomi o fisonomi). In alcune specie, la larva scava inizialmente all'interno delle nervature della foglia, prima di passare al parenchima della lamina vera e propria. Al termine della fase di accrescimento all'interno delle mine, la larva costruisce un involucro ovale a partire da due lembi di epidermide fogliare, che lascia come ultimo risultato una sorta di foro ovoidale nella pagina della foglia; a questo punto si lascia cadere verso il fusto della pianta ospite o sul terreno, ove porta a termine il proprio sviluppo.[5][19]

L'impupamento avviene quasi sempre sul terreno, ma in alcune specie il bozzolo rimane adeso ai ramoscelli della pianta nutrice.[5]

Alimentazione modifica

Le larve di Heliozela si accrescono su un ampio spettro di piante nutrici, con diverse specie polifaghe che, in alcuni casi, si cibano di tutti i membri di uno o più generi, oppure una singola essenza in particolare. Fa seguito un elenco parziale di generi e specie attaccati da questi bruchi:[5][19][21]

Parassitoidismo modifica

Sono noti fenomeni di parassitoidismo ai danni di larve di Heliozela hammoniella, da parte dell'imenottero braconide Colastes braconius Haliday, 1833.[22]

Distribuzione e habitat modifica

Il genere Heliozela è presente in Eurasia, Oceania, America Settentrionale e Centrale.[5]

L'habitat è rappresentato da boschi e foreste a latifoglie.[5]

Tassonomia modifica

Heliozela Herrich-Schäffer, 1853 - Syst. Bearb. Schmett. Europ. 5: 15 (chiave), 56, 315[1] - specie tipo: Aechmia metallicella Zeller, 1839 - Isis, Leipzig 32: 204[23] = Heliozela sericiella (Haworth, 1828) - Lep. brit. 4: 585[2][24][25]

Specie modifica

Il genere comprende 29 specie; di queste, solo quattro sono presenti in Europa, mentre due sono diffuse nell'Italia peninsulare (presenti anche in Sicilia, ma non in Sardegna). Non sono noti endemismi italiani.[26][27]

Sinonimi modifica

Sono stati riportati i seguenti sinonimi.[22][28]

  • Dyselachista Spuler, 1910 - Schmett. Eur. 2: 424 - specie tipo: Aechmia saltatricella Fischer von Röslerstamm, [1841], 1834 - Abbildungen Ber. Ergänz. Schmett. Microlepid.: 249, tav. 84 fig. 3[29]
  • Heliozella Chambers, 1880 [sic] - Cincinn. Soc. nat. Hist. 2(4): 199[30]

Alcune specie modifica

Conservazione modifica

Nessuna specie appartenente a questo genere è stata inserita nella Lista rossa IUCN.[31]

Note modifica

  1. ^ a b c (DE) Herrich-Schäffer, G. A. W., Systematische Bearbeitung der Schmetterlinge von Europa, zugleich als Text, Revision und Supplement zu Jakob Hübner's Sammlung europäischer Schmetterlinge (PDF), Hübner, J., vol. 5, Ratisbona, In Commission bei G. J. Manz, 1853 [1843-1856], pp. 15 (chiave), 56, 315, DOI:10.5962/bhl.title.67734, ISBN non esistente, LCCN ca07003057, OCLC 63606435. URL consultato il 29 dicembre 2016.
  2. ^ a b (EN) Giusti, A., Heliozela, su The Global Lepidoptera Names Index, Londra, Natural History Museum, 9 agosto 2004, ISSN 2405-8858 (WC · ACNP), OCLC 223993023. URL consultato il 29 dicembre 2016.
  3. ^ Schenkl, F.; Brunetti, F., Dizionario Greco-Italiano/Italiano-Greco, a cura di Meldi, D., collana La creatività dello spirito, Berrettoni G. (nota bibliografica), La Spezia, Casa del Libro - Fratelli Melita Editori, dicembre 1991 [1990], pp. xviii, 972, 14 tavv., 538, ISBN 978-88-403-6693-7, OCLC 797548053.
  4. ^ Castiglioni, L. & Mariotti, S., IL - Vocabolario della lingua latina, Brambilla, A. & Campagna, G., 30ª ristampa, Torino, Loescher, 1983 [1966], p. 2493, ISBN 978-88-201-6657-1, LCCN 76485030, OCLC 848632390.
  5. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s (EN) Scoble, M. J., Early Heteroneura, in The Lepidoptera: Form, Function and Diversity, seconda edizione, London, Oxford University Press & Natural History Museum, 2011 [1992], pp. 213-219, ISBN 978-0-19-854952-9, LCCN 92004297, OCLC 25282932.
  6. ^ (EN) Kristensen, N. P., Morphology and phylogeny of the lowest Lepidoptera-Glossata: Recent progress and unforeseen problems (PDF), in Bulletin of the Sugadaira Montane Research Centre, vol. 11, University of Tsukuba, 1991, pp. 105-106, ISSN 0913-6800 (WC · ACNP), OCLC 747190906. URL consultato il 29 dicembre 2016.
  7. ^ a b c d e f (EN) Davis, D. R. and Gentili, P., Andesianidae, a new family of monotrysian moths (Lepidoptera:Andesianoidea) from austral South America (PDF), in Invertebrate Systematics, vol. 17, n. 1, Collingwood, Victoria, CSIRO Publishing, 24 marzo 2003, pp. 15-26, DOI:10.1071/IS02006, ISSN 1445-5226 (WC · ACNP), OCLC 441542380. URL consultato il 29 dicembre 2016.
  8. ^ (EN) Dugdale, J. S., Female Genital Configuration in the Classification of Lepidoptera (PDF), in New Zealand Journal of Zoology, vol. 1, n. 2, Wellington, 1974, pp. 127-146, DOI:10.1080/03014223.1974.9517821, ISSN 1175-8821 (WC · ACNP), OCLC 60524666. URL consultato il 29 dicembre 2016.
  9. ^ (DE) Weidner, H., Beiträge zur Morphologie und Physiologie des Genital-apparates der Weiblichen Lepidopteren, in Zeitschrift für Angewandte Entomologie, vol. 21, 1935, pp. 239-290, ISSN 0044-2240 (WC · ACNP), OCLC 1770418.
  10. ^ a b c d e f Watson, L., and Dallwitz, M.J. 2003 onwards. British insects: the families of Lepidoptera. Version: 29th December 2011, su delta-intkey.com. URL consultato il 29 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 14 ottobre 2007).
  11. ^ a b c d e f g h i (PL) Becker, V. O., The taxonomic position of the Cecidosidae. Brèthes (Lepidoptera), in Polskie pismo entomologiczne. Seria B: Entomologia stosowana, vol. 47, Wrocław, Państowowe Wydawn. Naukowe, 1977, pp. 79-86, ISSN 0554-6060 (WC · ACNP), OCLC 5453738.
  12. ^ a b c d e f (EN) Nielsen, E. S. & Davis, D. R., The first southern hemisphere prodoxid and the phylogeny of the Incurvarioidea (Lepidoptera) (PDF), in Systematic Entomology, vol. 10, n. 3, Oxford, Blackwell Science, luglio 1985, pp. 307-322, ISSN 0307-6970 (WC · ACNP), OCLC 4646400693. URL consultato il 29 dicembre 2016.
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  16. ^ (EN) Kristensen, N. P., Studies on the morphology and systematics of primitive Lepidoptera (Insecta) (abstract), in Steenstrupia, vol. 10, n. 5, Copenaghen, Zoologisk Museum, 1984, pp. 141-191, ISSN 0375-2909 (WC · ACNP), LCCN 78641716, OCLC 35420370. URL consultato il 29 dicembre 2016.
  17. ^ (EN) Davis, D. R., A New Family of Monotrysian Moths from Austral South America (Lepidoptera: Palaephatidae), with a Phylogenetic Review of the Monotrysia (PDF), in Smithsonian Contributions to Zoology, vol. 434, Washington D.C., Smithsonian Institution Press, 1986, pp. iv, 202, DOI:10.5479/si.00810282.434, ISSN 0081-0282 (WC · ACNP), LCCN 85600307, OCLC 12974725. URL consultato il 29 dicembre 2016.
  18. ^ (EN) Kyrki, J., Adult abdominal sternum II in ditrysian tineoid superfamities - morphology and phylogenetic significance (Lepidoptera) (abstract), in Annales entomologici Fennici / Suomen hyönteistieteellinen aikakauskirja, vol. 49, Helsinki, Suomen Hyönteistieteellinen Seura, 1983, pp. 89-94, ISSN 0003-4428 (WC · ACNP), LCCN 91649455, OCLC 2734663. URL consultato il 29 dicembre 2016.
  19. ^ a b c d e (EN) Davis, R. D. & Frack, D. C., Micropterigidae, Eriocraniidae, Acanthopteroctetidae, Nepticulidae, Opostegidae, Tischeriidae, Heliozelidae, Adelidae, Incurvariidae, Prodoxidae, Tineidae, Psychidae, Ochsenheimeriidae, Lyonetiidae, Gracillariidae, Epipyropidae, in Stehr, F. W. (Ed.). Immature Insects, vol. 1, seconda edizione, Dubuque, Iowa, Kendall/Hunt Pub. Co., 1991 [1987], pp. 341- 378, 456, 459, 460, ISBN 978-0-8403-3702-3, LCCN 85081922, OCLC 13784377.
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  24. ^ (DE) Kurz, M. A. & M. E. Kurz, Heliozela sericiella (Haworth, 1828), su NKIS - Naturkundliches Informationssystem, 26 gennaio 2016. URL consultato il 29 dicembre 2016.
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  26. ^ Fauna Europaea: Heliozelidae, su faunaeur.org. URL consultato il 29 dicembre 2016.
  27. ^ Fauna Italia, su faunaitalia.it. URL consultato il 29 dicembre 2016.
  28. ^ (EN) Pitkin, B. and Jenkins, P., Heliozela, su Butterflies and Moths of the World - Generic Names and their Type-species, Londra, Natural History Museum, OCLC 754945800. URL consultato il 29 dicembre 2016.
  29. ^ (DE) Fischer von Röslerstamm, J. E., Abbildungen zur Berichtigung und Ergaenzung der Schmetterlingskunde, besonders der Microlepidoptereologie, als Supplement zu Treitschke's und Huebner's "Europaeischen Schmetterlingen", mit erlaeuterndem Text, herausgegeben von J.E. Fischer, Edlen von Roeslerstamm (...), Lipsia, J. C. Hinrich, 1843 [1838], p. 249, tav. 84 fig. 3, ISBN non esistente, OCLC 458010956.
  30. ^ (EN) Chambers, V. T., Illustrations of the neuration of the wings of american Tineina (PDF), in The Journal of the Cincinnati Society of Natural History, vol. 2, n. 4, Cincinnati, The Society, gennaio 1880, p. 199, ISSN 0885-3487 (WC · ACNP), LCCN 01003088, OCLC 1554732. URL consultato il 29 dicembre 2016.
  31. ^ (EN) International Union for Conservation of Nature and Natural Resources, IUCN Red List of Threatened Species. Version 2016-3, su IUCN 2016, Cambridge, IUCN Global Species Programme Red List Unit, ISSN 2307-8235 (WC · ACNP), OCLC 943528404. URL consultato il 29 dicembre 2016.

Bibliografia modifica

Pubblicazioni modifica

Testi modifica

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