Henri de La Rochejaquelein

generale francese

Henri du Vergier, conte de La Rochejaquelein (Châtillon-sur-Sèvre, 30 agosto 1772Nuaillé, 28 gennaio 1794) è stato un generale francese controrivoluzionario proveniente dalla Vandea. Più giovane sostenitore della monarchia assoluta dei Borbone-Francia, combatté le guerre di Vandea con il grado di generale dell'esercito cattolico e reale. Trovò la morte in battaglia a 21 anni nei dintorni di Nuaillé, in Maine e Loira.

Henri du Vergier de La Rochejaquelein
NascitaChâtillon-sur-Sèvre, 30 agosto 1772
MorteNuaillé, 28 gennaio 1794
Cause della morteMorto in combattimento
Dati militari
Paese servito Regno di Francia
Chouan
Forza armata Garde Costitutionelle di Roi
Esercito cattolico e reale
Anni di servizio1792-1794
GradoGeneralissimo
GuerreRivoluzione francese
Guerre di Vandea
BattaglieGiornata del 10 agosto 1792
Seconda battaglia di Cholet
Battaglia di Entrammes
Assedio di Granville
Battaglia di Le Mans (1793)
Battaglia di Dol
Nemici storiciFrancia (bandiera) Francia
Comandante diEsercito realista
Frase celebre«Se avanzo, seguitemi; se indietreggio, uccidetemi; se mi uccidono, vendicatemi!»
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Biografia

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Nacque a Château de la Durbellière, vicino a Châtillon-sur-Sèvre, e frequentò la scuola militare di Sorèze. Ufficiale della guardia costituzionale del re Luigi XVI, la rivoluzione francese scoppiò quando lui aveva sedici anni: scelse di non seguire la famiglia, che stava emigrando dalla Francia, perché credeva di poter difendere il palazzo delle Tuileries, quando questo venne attaccato il 10 agosto 1792.[1]

Tornato nella sua regione dopo la sconfitta, ricevette la chiamata alle armi dovuta all'introduzione della leva obbligatoria che la neonata repubblica adottò per far fronte alle cosiddette guerre rivoluzionarie francesi, ma disertò e si unì all'amico e cugino Louis Marie de Lescure che nel Poitou, la sua regione, stava radunando degli insorti realisti.

Prese parte alle guerre di Vandea scoppiate il 13 marzo 1793: alla testa di qualche migliaio di contadini vandeani ottenne la sua prima vittoria sull'esercito repubblicano il 13 aprile successivo a Les Aubiers, e prima della battaglia incitò i suoi uomini con una frase divenuta poi famosa:

«Se mio padre fosse fra noi, vi ispirerebbe più fiducia, poiché mi conoscete appena. Io del resto ho contro di me la mia giovinezza e la mia inesperienza; ma ardo già di rendermi degno di comandarvi. Andiamo a cercare il nemico: se avanzo, seguitemi; se indietreggio, uccidetemi; se mi uccidono, vendicatemi!»

 
La Rochejaquelein viene seppellito.

Il 20 ottobre fu scelto come "Generalissimo" dell'esercito cattolico e reale sostituendo Maurice d'Elbée, rimasto gravemente ferito nella seconda battaglia di Cholet a cui lo stesso La Rochejaquelein aveva preso parte.

Tuttavia il suo coraggio non compensò la sua mancanza di esperienza e di abilità strategica: marciò su Granville, prese Avranches il 12 novembre, ma non riuscì a tenere Granville e si ritirò ad Angers per attraversare la Loira. Le truppe di Marceau, Kléber e Westermann lo inseguirono, sconfiggendolo una prima volta a Le Mans il 12 dicembre e definitivamente il 23 successivo a Savenay. Riuscì a portare il resto del suo esercito oltre la Loira e provò a continuare una guerriglia contro i repubblicani.

Il 4 gennaio si mise in marcia per Nuaillé, vicino a Cholet (Maine e Loira), per comandare quella che risultò essere la sua ultima spedizione. Verso la fine del mese, la guarnigione repubblicana di Cholet era uscita dalla città per incendiarla e La Rochejaquelein decise allora di attaccarla prima che questa appiccasse il fuoco. L'attacco avvenne il 28 gennaio 1794: circondati dai vandeani molti repubblicani morirono, anche a causa dell'incendio che questi erano riusciti ad appiccare, mentre altri andarono incontro al generalissimo per arrendersi.[2]

Il generale vide poi due granatieri in fuga, così salì a cavallo e, insieme ad altri suoi ufficiali, li inseguì con lo scopo di catturarli per poi interrogarli. Uno dei due granatieri si fermò nascondendosi dietro un cespuglio, mentre l'altro continuava a scappare in modo da fare da esca: il soldato nascosto puntò quindi l'arma su uno dei cavalieri che inseguivano il suo compagno, ma La Rochejaquelein lo vide e si lanciò su di lui per bloccarlo; a questo punto il soldato repubblicano, accortosi del generale avversario, gli sparò in fronte, uccidendolo sul colpo. Gli altri ufficiali di La Rochejaquelein, che avevano ucciso il granatiere fuggiasco, accortisi che l'altro repubblicano aveva ucciso il loro generale si lanciarono su di lui, massacrandolo.

 
Statua realizzata nel 1895 da Alexandre Falguière.

Il corpo di La Rochejaquelein fu seppellito nello stesso posto in cui venne raggiunto da un colpo mortale. Affinché il suo cadavere non venisse identificato e non venisse profanato dai repubblicani, come accadde a Bonchamps, il suo amico Jean Nicolas Stofflet gli cambiò gli abiti e gli tagliò il viso a colpi di sciabola e singhiozzando disse: «ho perso ciò che avevo più di caro al mondo». Fu riesumato più tardi dopo che un mezzadro indicò il luogo di sepoltura provvisoria, e fu deposto nella chiesa di Saint Aubin di Baubigné nella regione delle Deux-Sèvres, insieme ai suoi due fratelli Louis e Auguste du Vergier de La Rochejaquelein.

  1. ^ Fu in quest'occasione, mentre si allontanava dalla città, che disse: «Andate nella mia regione e presto sentirete parlare di me», alludendo ai primi disordini scoppiati in Vandea nei giorni dell'attacco alle Tuileries.
  2. ^ Alcuni addirittura gli si buttarono ai piedi in ginocchio e lui gli rispose: «Rendete le armi: vi faccio la grazia»[senza fonte]

Bibliografia

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  • Charles Mullié, Biographie des célébrités militaires des armées de terre et de mer de 1789 à 1850, 1852, 1851. (Henri de La Rochejaquelein)
  • Louis-Gabriel Michaud, Biographie universelle ancienne et moderne: histoire par ordre alphabétique de la vie publique et privée de tous les hommes avec la collaboration de plus de 300 savants et littérateurs français ou étrangers, II ed., 1843-1865.

Voci correlate

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Controllo di autoritàVIAF (EN57498277 · ISNI (EN0000 0000 2935 2641 · CERL cnp01319056 · LCCN (ENn86067489 · GND (DE122547659 · BNF (FRcb119455217 (data) · J9U (ENHE987007426860105171