Henryk Sienkiewicz
«Per i suoi notevoli meriti come scrittore epico[1]» |
(Motivazione del Premio Nobel) |
Henryk Adam Aleksander Pius Sienkiewicz (Wola Okrzejska, 5 maggio 1846 – Vevey, 15 novembre 1916) è stato uno scrittore e giornalista polacco. È l'autore del celebre romanzo Quo vadis?, per il quale ha ricevuto nel 1905 il Premio Nobel per la letteratura.
BiografiaModifica
Nacque da Józef Sienkiewicz (1813-1896), di remote origini tatare, e da Stefania Cieciszowska (1820-1873) nel paese di Wola Okrzejska, nella Polonia orientale, allora dominata dall'Impero russo. Nel 1866, terminato il ginnasio, s'iscrisse al dipartimento di giurisprudenza, nella Scuola Centrale di Varsavia, per poi cambiare e frequentare i corsi di medicina. Finì quindi col laurearsi in lettere, come aveva sognato fin dall'inizio[2]. A Varsavia fu recensore in alcune riviste e divenne in seguito articolista dei quotidiani Gazeta Polska e Czas, firmandosi con lo pseudonimo di Litwos.
Pochi anni dopo, pubblicò il suo primo romanzo, Invano (Na marne) e, successivamente, uscì a puntate la storia dei protagonisti della Trilogia: Il diluvio (Potop), Col ferro e col fuoco (Ogniem i mieczem) e Il signor Wołodyjowski (Pan Wołodyjowski), che ebbero ampia diffusione in Polonia, visti come speranza d'indipendenza e liberazione dalla schiavitù nazionale. Ormai famoso nella sua terra, Henryk decise di compiere alcuni viaggi all'estero. Andò infatti in Russia, Germania, Francia, Svizzera, Grecia, Turchia, Egitto, India, Stati Uniti e Italia, paese in cui tornava sempre volentieri e che considerava quasi una seconda patria.[3]
Fu l'Italia, inoltre, a dargli lo spunto per la sua opera più famosa, Quo vadis? Preso domicilio a Roma nel 1893 all'hotel in via Bocca di Leone, ebbe come guida il pittore polacco Henryk Siemiradzki, che viveva là da molti anni. Fu quest'ultimo a mostrare a Sienkiewicz, tra la via Appia Antica e la via Ardeatina, la cappella nel cui ammattonato c'era un pezzo della vecchia strada con l'impronta di un piede; fu lì che, secondo la tradizione e l'apocrifo degli Atti di Pietro, Cristo avrebbe incontrato Pietro in fuga da Roma e risposto al quesito dell'apostolo: «Domine, quo vadis?».
Henryk Sienkiewicz morì il 15 novembre 1916 nell'hotel Du Lac, nella città svizzera di Vevey. Il 27 novembre dello stesso anno, le sue spoglie furono deposte nel sottosuolo della cattedrale di Varsavia.
OnorificenzeModifica
- Sul muro dell'hotel in via Bocca di Leone si trova una lapide commemorativa, murata nel 1966, (nel cinquantesimo anniversario della morte di Sienkiewicz) con la seguente dicitura: «Henryk Sienkiewicz, scrittore e patriota polacco, epico narratore delle eroiche gesta della sua nazione, autore del romanzo "Quo vadis?", premio Nobel per la letteratura, dimorò in questo albergo nell'anno 1893. Nel cinquantenario della sua morte, Polacchi ed Italiani posero».
- Il suo nome fu dato a una delle piazze di Villa Borghese.
- In Porta Pinciana, a Roma, gli è stata dedicata una piazza.
- Un suo busto in bronzo, con targa dedicata, si trova nella chiesetta del "Domine Quo vadis" (conosciuta anche come "Santa Maria in Palmis") a Roma, situata sulla via Appia Antica, al bivio con la via Ardeatina.
OpereModifica
- Invano (Na marne, 1872)
- Note umoristiche della cartella di Worszylla (Humoreski z teki Worszyłły, 1872)
- Il vecchio servitore (Stary sługa, 1875)
- Hania (1876)
- Schizzi al carboncino (Szkice węglem, 1877)
- Janko il musicista (Janko Muzykant, 1882)
- Il guardiano del faro (Latarnik, 1882)
- Bartek il vincitore (Bartek Zwycięzca, 1882)
- Col ferro e col fuoco (Ogniem i mieczem, 1884)
- Il diluvio (Potop, 1886)
- Il signor Wołodyjowski (Pan Wołodyjowski, 1888)
- Senza dogma (Bez dogmatu, 1891)
- La famiglia Połaniecki (Rodzina Połanieckich, 1895)
- Quo vadis? (1896)
- I cavalieri della croce (Krzyżacy, 1900)
- Natura e vita, Trad. italiana di Tito Zucconi, Firenze, A. Salani, 1901.
- Per deserti e per foreste (W pustyni i w puszczy, 1911)
- In cerca della felicità , 1913
NoteModifica
- ^ Premio Nobel del 1905, su nobelprize.org. URL consultato il 1º febbraio 2011.
- ^ In proposito, disse: "Le lettere è la disciplina fatta quasi per me: ci vogliono solo la memoria e la fandonia, due doti che credo di avere entrambe", citato in Biografia di Sienkiewicz
- ^ Nel racconto Le chiare sponde (Na jasnym brzegu) il protagonista proferisce: "E come si potrebbe non amare Italia? [...] Io credo che ogni uomo abbia due patrie; l'una è la sua personale, più vicina, e l'altra: Italia"
Voci correlateModifica
Altri progettiModifica
- Wikisource contiene una pagina dedicata a Henryk Sienkiewicz
- Wikisource contiene una pagina in lingua polacca dedicata a Henryk Sienkiewicz
- Wikiquote contiene citazioni di o su Henryk Sienkiewicz
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Henryk Sienkiewicz
Collegamenti esterniModifica
- Henryk Sienkiewicz, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Henryk Sienkiewicz, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Henryk Sienkiewicz, su sapere.it, De Agostini.
- (IT, DE, FR) Henryk Sienkiewicz, su hls-dhs-dss.ch, Dizionario storico della Svizzera.
- (EN) Henryk Sienkiewicz, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Henryk Sienkiewicz, su nobelprize.org, Nobel Media AB.
- (EN) Henryk Sienkiewicz, su Find a Grave.
- Opere di Henryk Sienkiewicz, su Liber Liber.
- Opere di Henryk Sienkiewicz, su openMLOL, Horizons Unlimited srl.
- (EN) Opere di Henryk Sienkiewicz, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Opere di Henryk Sienkiewicz, su Progetto Gutenberg.
- (EN) Audiolibri di Henryk Sienkiewicz, su LibriVox.
- (EN) Henryk Sienkiewicz, su Goodreads.
- (EN) Henryk Sienkiewicz, su Internet Movie Database, IMDb.com.
- (EN) Henryk Sienkiewicz, su AllMovie, All Media Network.
- (DE, EN) Henryk Sienkiewicz, su filmportal.de.
- Museo Oblegorek - Casa Henryk Sienkiewicz, su muzeumkielce.net. URL consultato il 28 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 21 aprile 2008).
- "Quo vadis?" 85 years from the death of Henryk Sienkiewicz (1846-1916), su fondazione-delbianco.org.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 24608122 · ISNI (EN) 0000 0001 1874 0101 · Europeana agent/base/60022 · LCCN (EN) n50024588 · GND (DE) 118797107 · BNF (FR) cb119247156 (data) · BNE (ES) XX1011298 (data) · NLA (EN) 35498728 · BAV (EN) 495/131586 · NDL (EN, JA) 00456550 · WorldCat Identities (EN) lccn-n50024588 |
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