ITT Corporation

azienda statunitense di elettronica

La ITT Inc. - attuale denominazione della International Telephone and Telegraph (ITT corporation) - è un'azienda statunitense attiva inizialmente nel settore degli apparati per telecomunicazioni. Attualmente le principali aree di attività sono nell'industria elettronica per la difesa e nelle apparecchiature ad alta tecnologia (pompe e valvole per il trasporto dei fluidi).

Storia modifica

 
Certificato azionario della ITT del 1959

Fra le due guerre modifica

La International Telephone & Telegraph (ITT) fu fondata nel 1920 dai fratelli Sosthenes e Hernan Behn, che nel 1914 avevano assunto il controllo della Puerto Rico Telephone Company insieme alla Cuban-American Telephone and Telegraph Company e ad una quota nella Cuban Telephone Company[1][2][3]. La nuova società era stata costituita per realizzare il collegamento telefonico tra gli Stati Uniti e Cuba.

L'acquisizione più significativa avvenne nel 1923, quando la ITT accorpò le compagnie operanti sul mercato telefonico spagnolo in quella che oggi è la Telefónica[4][5].

Nel 1925 la ITT acquisì alcune compagnie dalla Western Electric, in quanto la Bell Telephone Company aveva deciso di dismettere le attività all'estero a causa delle polemiche circa il monopolio e degli interventi governativi in materia. Questa operazione rappresentò l'inizio dell'affermazione internazionale della ITT[6]. Le principali società acquisite erano la Bell Telephone Manufacturing Company (BTM) di Anversa, che produceva apparati di commutazione a rotori, e la britannica International Western Electric, che fu ribattezzata Standard Telephones and Cables (STC). In seguito la BTM venne ceduta alla Compagnie Générale d'Electricité mentre la STC fu venduta alla Nortel.

Negli anni trenta la ITT prese il controllo di due compagnie elettroniche tedesche, la Standard Elektrizitätsgesellschaft (SEG) e la Mix & Genest, entrambe operanti anche all'estero, nonché della compagnia monopolista telefonica rumena, la Societatea Anonima Română de Telefoane. L'unico concorrente temibile era il gruppo Theodore Gary & Company, che aveva una filiale, la Associated Telephone and Telegraph, con stabilimenti in Europa.

Negli Stati Uniti la ITT acquisì alcune imprese nel 1928 che raggruppò sotto la subholding Postal Telegraph & Cable: si trattava della Commercial Cable Company, della Commercial Pacific Cable Company, della Postal Telegraph e della Federal Telegraph Company. La subholding verrà ceduta alla Western Union nel 1945.

Il Dopoguerra modifica

Nel 1951 la ITT acquisì l'azienda televisiva di Philo Farnsworth per entrare in quel mercato. A quell'epoca Farnsworth stava sviluppando anche il reattore nucleare Fusor, che venne finanziato dalla ITT fino al 1967[7]. Sempre nel 1951 la ITT comprò il pacchetto di maggioranza della Kellogg Switchboard & Supply Company, fondata nel 1897 per elaborare e produrre i centralini "divided-multiple", ed acquistò le restanti azioni l'anno successivo. Perciò la società cambiò il proprio nome in "ITT Kellogg". In seguito alla fusione della Federal Telephone and Radio Corporation nella ITT Kellogg la ragione sociale fu ulteriormente cambiata in ITT Telecommunications, per poi tornare a ITT Kellogg.

Negli anni cinquanta la ITT era la maggior azionista della multinazionale svedese Ericsson, ma nel 1960 cedette le azioni alla famiglia Wallenberg.

Fra i dipendenti del gruppo ITT Alec Reeves inventò la modulazione a impulsi codificati (PCM), su cui si sarebbe basata la futura comunicazione vocale digitale, e Charles K. Kao iniziò l'uso delle fibre ottiche, per cui ottenne nel 2009 il Premio Nobel per la fisica.

La gestione Geneen modifica

Nel 1959 venne nominato amministratore delegato della ITT Harold Geneen. Operando attraverso leveraged buyout a partire dalle piccole acquisizioni degli anni cinquanta egli ottenne una grossa crescita negli anni sessanta. Nel 1965 la ITT cercò di comprare la rete televisiva ABC per settecento milioni di dollari. L'operazione venne bloccata dall'autorità federale antitrust, la quale temeva che la ITT stesse crescendo troppo. Per continuare a crescere senza doversi preoccupare della legislazione antitrust, scelse di acquisire imprese fuori del settore delle telecomunicazioni. Durante la gestione Geneen la ITT acquisì più di trecento società. Fra di esse figuravano la catena di alberghi Sheraton e l'autonoleggio AVIS. Inoltre, assorbì aziende di componentistica auto, energetiche, editoriali, di semiconduttori e di cosmetici. Nel 1966 assunse il controllo della Educational Services, una catena di scuole a fine di lucro, che divenne la ITT Technical Institute. Quando la ITT mostrò l'intenzione di acquisire la compagnia assicurativa Hartford, nel 1970, il Ministero della Giustizia americano aprì un'inchiesta e la ITT accettò di cedere un egual valore di partecipazioni in altre società, fra cui la AVIS[8].

Il fatturato della ITT crebbe dai circa settecento milioni di dollari del 1960 ai circa otto miliardi del 1970, mentre gli utili passarono nello stesso periodo da 29 a 550 milioni. Tuttavia, gli eccessivi tassi d'interesse cominciarono ad erodere gli utili alla fine degli anni sessanta e la crescita dell'azienda rallentò decisamente.

Coinvolgimento nel colpo di stato cileno del 1973 modifica

Nel 1970 la ITT controllava il 70% della CTC (la Compañía Telefónica Chilena, ora Movistar Chile) e finanziava El Mercurio, un giornale cileno di destra. Documenti desecretati dalla CIA nel 2000 hanno rivelato che l'azienda aiutò finanziariamente gli oppositori del governo di Salvador Allende a preparare il colpo di stato militare[9][10][11]. Il 28 settembre 1973 un edificio della ITT a New York venne fatto oggetto di un attentato dinamitardo da parte dell'organizzazione Weather Underground per il coinvolgimento nel Colpo di Stato in Cile del 1973, che rovesciò il governo[12][13].

La notte del 6 ottobre 1974 un commando armato di dieci uomini fece irruzione all'interno dello stabilimento di Fizzonasco della Face Standard, la consociata italiana dell'ITT. L'azione era opera dell'Autonomia Operaia, che aveva preso di mira la Face Standard, in quanto direttamente riconducibile alla ITT, a sua volta considerata complice del golpe cileno.

La gestione Araskog modifica

Nel 1979 divenne amministratore delegato Rand Araskog, che nei successivi due decenni smantellò buona parte della ITT, cedendo molte delle sue holdings.

A partire dal 1977 la ITT cominciò a sviluppare un nuovo ed ambizioso centralino telefonico discreto System 1240 (più tardi ribattezzato System 12)[14][15] che costò un miliardo di dollari[16]. La rivista Fortune riferì che "Araskog concentrò tutte le risorse dell'impresa sullo sviluppo e la commercializzazione del System 12" e "gettò i profitti dei settori in attivo nello stomaco insaziabile del System 12"[17]. Il System 12 era concepito per funzionare su tutti i mercati e con tutte le modalità, dal centralino locale alla lunga distanza[18]. Le vendite iniziali, soprattutto in Europa ed in Messico, furono sostenute, ma il nuovo sistema richiese più tempo del previsto ad integrarsi, e questo produsse ulteriori perdite[19]. Contro il parere della direzione generale, la ITT Telecommunications (la ITT Kellogg) intraprese l'introduzione nel mercato americano[20] e, nonostante l'immissione sul mercato fosse stata annunciata per il 1984[21] e il 1985[22], il tentativo fallì definitivamente all'inizio del 1986[23][24].

Nel 1986 la ITT vendette il settore della prodotti per telecomunicazioni, compresa la ITT Kellogg, alla Alcatel Alsthom filiale della Compagnie Générale d'Electricité (CGE), per dare vita alla Alcatel N.V.(Paesi Bassi). A quell'epoca era la seconda maggiore azienda mondiale di telecomunicazioni[25][26].

La ITT Educational Services venne scorporata attraverso un'Offerta pubblica iniziale nel 1994, con la ITT azionista all'83%. Nel 2016 l'impresa annunciò l'intenzione di chiudere tutti i suoi 130 istituti tecnici, siti in 38 stati, dal momento che gli studenti non avevano più diritto a sussidi federali[27].

Lo smembramento del 1995 modifica

Nel 1995, con Araskog ancora a capo dell'azienda, la ITT si scisse in tre diverse public companies:

  • ITT Corp. – Nel 1997 la ITT Corp. si fuse con la Starwood, che voleva acquisire la Sheraton Hotels and Resorts. Entro il 1999 la ITT uscì completamente dalla ITT Technical Institutes; tuttavia, le scuole hanno continuato ad operare con il nome di "ITT Technical Institute" sotto licenza[28] fino all'abbandono nel 2016[29]. Sempre nel 1999 la ITT Corp. abbandonò il nome ITT in favore di Starwood[30].
  • ITT Hartford (assicurazioni) – L'azienda rimane una delle maggiori compagnie assicurative americane sebbene abbia abbandonato anch'eesa il nome ITT e si chiami The Hartford Financial Services Group, Inc..
  • ITT Industries – Ha continuato ad operare sotto il nome ITT ed è una delle maggiori imprese manifatturiere e d'industria della difesa. Nel 2006 la ITT Industries ha cambiato nome in ITT Corporation.

La scissione del 2011 modifica

Nel 2011 la ITT Corporation si scisse ulteriormente in tre società ad azionariato diffuso indipendenti[31]: il settore controllo dei processi e flussi industriali mantiene il nome ITT Corporation; il settore degli acquedotti e delle fogne ha preso il nome di Xylem; il settore difesa divenne la Exelis ed è passato alla Harris Corporation nel 2015. Gli azionisti ricevettero azioni di tutte e tre le società in proporzione[32].

Sede modifica

Nel 1929 la sede della ITT era al (75) 67 Broad Street, a Manhattan, New York.[33] Durante la seconda guerra mondiale fu un hub per le comunicazioni con i sottomarini durante le operazioni nell'oceano Atlantico.[34]

Dal 1961[35] al 1989,[36] la sede ITT fu al 320 Park Ave., New York.[37]

Il numero 1330 della Sixth Avenue a Manhattan, New York City, che fu sede ITT prima della fusione con Starwood Hotels & Resorts, fu di proprietà della ABC Television Network, che fu da ITT quasi acquisita nel 1963. La ABC si spostò e il palazzo chiamato "Brown Rock" venduto a una conglomerata giapponese e poi riaffittato parzialmente alla ITT Corporation.

ITT Avionics modifica

ITT Avionics fu una divisione ITT Corporation a Nutley (New Jersey). Il palazzo sede della società era degli anni '40 e ospitava ricercatori nelle telecomunicazioni nelle microonde. Le attività cessarono negli anni '70[38] Nel 1996 il palazzo fu demolito mediante esplosione.

Nel 1991 la ITT vinse una gara di 19,6 milioni di $ per la United States Air Force per lo sviluppo del "intraflight data link", telecomunicazioni per le Tactical Airborne Forces.[39] Nel 2004 un contratto di 24,9 milioni di $ viene vinto con la Naval Air Systems Command Weapons Division per il software di servizio alla Tactical Aircraft Electronic Warfare Integrated Program Team a Point Mugu, California e China Lake, California.[40]

ITT Schaub-Lorenz modifica

 
Vecchio logo ITT

Attraverso la società tedesca Schaub Elektrik Lorenz (nata dalla C. Lorenz e G. Schaub Apparatebau, poi Standard Elektrik Lorenz), ITT produsse anche elettronica di consumo a marchio ITT Schaub-Lorenz, come le radio Touring e televisori Ideal Color a tubo catodico Heliochrom.[41]

ITT Schaub-Lorenz sviluppò anche la tecnologia Digivision, la prima con processore di segnale digitale nei televisori.[42]

Nel 1986 la ITT Telecommunications inclusa la Schaub-Lorenz, fu venduta alla Alcatel attraverso la Compagnie Générale d'Electricité,[43] successivamente nel 1988 la divisione consumer venne venduta a Nokia, con prodotti a marchio ITT Nokia.[44] Nokia chiuse le fabbriche di televisori in Germania nel 1996.[45]

Dal 2006 il marchio ITT con relativo logo sono di proprietà della tedesca Kärcher.[46]

ITT Cannon modifica

La divisione che si occupa delle connessioni elettriche è sempre stata la ITT Cannon, poi divenuta ITT Interconnect Solutions.

Note modifica

  1. ^ Robert Sobel, ITT: The Management of Opportunity, Beard Books, 2000, pp. 35ff.
  2. ^ Norman B. Macintosh e Paolo Quattrone, Management Accounting and Control Systems, John Wiley and Sons, 2009, pp. 155–6.
  3. ^ John N. Ingham, Biographical dictionary of American business leaders, Volume 1, Greenwood Publishing Group, 1983, pp. 62–4.
  4. ^ Sampson, Anthony. The Sovereign State of ITT, Hodder and Stoughton, 1973. ISBN 0-340-17195-2
  5. ^ Garcia Algarra, Javier (2010). "The American influence in Telefónica's public relations strategy during the 20s and 30s" Archiviato il 1º giugno 2013 in Internet Archive., IEEE HISTELCON 2010
  6. ^ Martinelli, Arianna. The Dynamics of Technological Discontinuities: A Patent Citation Network Analysis Of Telecommunication Switches (thesis), Technische Universiteit Eindhoven, Eindhoven, Netherlands, 2009, pg.53.
  7. ^ Emma Farnsworth, Farnsworth, Philo T. and Elma G., su trove.nla.gov.au, J. Willard Marriott Library, University of Utah. URL consultato l'8 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2014).
  8. ^ International Telephone and Telegraph Corporation Archiviato il 22 gennaio 2012 in Internet Archive. su Funding Universe
  9. ^ Hinchey Report Archiviato il 20 ottobre 2009 in Internet Archive. presso lo US Dept. of State
  10. ^ David Stout, Edward Korry, 81, Is Dead; Falsely Tied to Chile Coup, in The New York Times, 30 gennaio 2003. URL consultato il 5 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2013).
  11. ^ The Pinochet File: How U.S. Politicians, Banks and Corporations Aided Chilean Coup, Dictatorship Archiviato il 12 settembre 2015 in Internet Archive.. Democracy Now! 10 settembre 2013.
  12. ^ Paul L. Montgomery, I.T.T. OFFICE HERE DAMAGED BY BOMB; Caller Linked Explosion at Latin-American Section to 'Crimes in Chile' I.T.T. Latin-American Office on Madison Ave. Damaged by Bomb Fire in Rome Office Bombing on the Coast Rally the Opponents, in The New York Times, 29 settembre 1973. URL consultato il 5 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2011).
  13. ^ Ayers, Bill. Sing a Battle Song: The Revolutionary Poetry, Statements, and Communiques of The Weather Underground
  14. ^ Viswanathan, T. Telecommunication Switching Systems and Networks, p.225.
  15. ^ US Patent 4,201,891 su freepatentsonline.com
  16. ^ International Telephone Telegraph Corp su encyclopedia.com
  17. ^ Myron Magnet e Andrew Evan Serwer, IS ITT FIGHTING SHADOWS -- OR RAIDERS?, in Fortune, 11 novembre 1985 (archiviato dall'url originale il 29 aprile 2014).
  18. ^ Robert J. Chapuis e Amos E. Jr. Joel, IX-7: "The ITT (now Alcatel) System 12", in 100 Years of Telephone Switching, 2003, ISBN 9781586033729.
  19. ^ "ITT Earnings Decline 33% for 3rd Quarter" Archiviato il 24 dicembre 2011 in Wikiwix., Los Angeles Times, 5 novembre 1985.
  20. ^ Christopher A. Bartlett e Sumantra Ghoshal, Managing Across Borders, 2ª ed., Harvard Business School Press, 2002, ISBN 978-1-57851-707-7.
  21. ^ ITT Telecom Archiviato il 20 dicembre 2016 in Internet Archive., The New York Times, 26 giugno 1984.
  22. ^ "ITT Makes Sale To Southern Bell" Archiviato il 20 dicembre 2016 in Internet Archive., The New York Times, 21 marzo 1985.
  23. ^ ITT System 12 Archiviato il 20 settembre 2016 in Internet Archive. su frankoverstreet.com
  24. ^ Hinman, Catherine."ITT Division In Brevard Will Furlough 60" Archiviato il 23 dicembre 2011 in Wikiwix., Orlando Sentinel, 14 marzo 1986.
  25. ^ Alcatel-Lucent Timeline Archiviato il 3 febbraio 2012 in Internet Archive. su alcatel-lucent.com
  26. ^ Alcatel SA Company History Archiviato il 22 gennaio 2012 in Internet Archive. su Funding Universe
  27. ^ ITT Tech closes its doors, blaming 'unconstitutional' US sanctions, su dailynews.com, 6 settembre 2016. URL consultato il 13 settembre 2016 (archiviato dall'url originale l'8 settembre 2016). ITT Tech closes its doors, blaming ‘unconstitutional’ US sanctions
  28. ^ Webpage su ITTESI.com Archiviato il 22 ottobre 2006 in Internet Archive.
  29. ^ Michael Nunez, ITT Tech Is Officially Closing, in Gizmodo, 6 settembre 2016. URL consultato il 6 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 6 settembre 2016).
  30. ^ Arbitration and Mediation Center, WIPO Domain Name Decision: D2001-0166, su arbiter.wipo.int (archiviato dall'url originale il 10 giugno 2001).
  31. ^ ITT to break itself up, fueling share rally, Reuters, 12 gennaio 2011. URL consultato il 14 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 1º luglio 2012).
  32. ^ Karen Jacobs, UPDATE 1-ITT sets names for planned spin-offs, Reuters, 14 luglio 2011. URL consultato il 14 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 1º luglio 2012).
  33. ^ Broad Street: A New York Songline, su nysonglines.com. URL consultato il 3 gennaio 2009 (archiviato il 23 settembre 2011). 67 (block): The International Telephone and Telegraph Building, erected in 1928 by Garment District developer Abraham Lefcourt as the Lefcourt Exchange Building, was almost immediately bought by ITT--which expanded the building to take over the whole block by 1930.
  34. ^ Holusha, John. "Commercial Property /75 Broad Street; Turning Buildings Into Telecommunications Hubs", The New York Times, 10 October 1999.
  35. ^ The Midtown Book - Park Avenue (archiviato il 20 gennaio 2012).
  36. ^ Claudia H. Deutsch, REFORGING THE 'GENEEN MACHINE', in The New York Times, 21 maggio 1989 (archiviato il 28 agosto 2016).
  37. ^ International Telephone & Telegraph ITT Information and History, su trivia-library.com (archiviato il 29 marzo 2016).
  38. ^ Radio Tower Demolished, in The New York Times, 5 aprile 1996. URL consultato il 23 luglio 2010 (archiviato il 22 luglio 2010).
  39. ^ ITT Avionics Gets $19.6M Air Force Pact, in Bergen Record, 19 settembre 1991. URL consultato il 23 luglio 2010 (archiviato dall'url originale il 18 maggio 2013).
  40. ^ (August 20, 2004.) "ITT Industries Receives Contract for $24.9 Million." Archiviato il 20 aprile 2012 in Internet Archive. Impeller.net Archiviato il 1º novembre 2011 in Internet Archive.. Accessed November 2011.
  41. ^ (DE) ITT Heliochrom advertisement (JPG), su 1.bp.blogspot.com (archiviato il 1º maggio 2018).
  42. ^ (EN) ITT DIGIVISION 3447 OSCAR YEAR 1986., su Obsolete Technology Tellye, dicembre 2011. URL consultato il 14 febbraio 2018.
  43. ^ (EN) Kellogg Switchboard & Supply Co., su Dictionary of Leading Chicago Businesses. URL consultato il 15 febbraio 2018 (archiviato il 18 agosto 2015).
  44. ^ (DE) Über ITT - ITT, su www.itt-deutschland.de. URL consultato il 15 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 17 ottobre 2017).
  45. ^ Nokia Announces Final Sale of its Television Manufacturing Business - Nokia, su Nokia (archiviato dall'url originale il 29 luglio 2017).
  46. ^ (DE) Über Karcher - ITT, su www.itt-deutschland.de. URL consultato il 14 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2016).

Bibliografia modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN137540781 · ISNI (EN0000 0001 2220 4862 · LCCN (ENn79077320 · J9U (ENHE987007263137405171 · WorldCat Identities (ENlccn-n79077320