I racconti di Mamma Oca

raccolta di fiabe di Charles Perrault

I racconti di Mamma Oca è una celebre raccolta di fiabe pubblicata da Charles Perrault. L'opera, poi pubblicata a Parigi nel 1697 presso l’editore Claude Barbin, ebbe il titolo di Histoires ou contes du temps passé, avec des moralités [1], ma in precedenza (1695) cinque di queste otto favole in prosa erano uscite in una calligrafica versione manoscritta che l'Autore aveva intitolato Contes de ma mère l'Oye e che fu dedicata à Mademoiselle, ventunenne nipote di Luigi XIV, figlia del suo unico fratello Filippo. Il titolo della raccolta è stato variamente tradotto in italiano I racconti di Mamma l'Oca, I racconti di mia mamma l'Oca, I racconti di mia madre l'oca e con altre formule simili. Oltre a contenere molte fra le favole più note di Perrault, il libro contribuì anche alla nascita della tradizione letteraria del personaggio di Mamma Oca.

I racconti di Mamma Oca
Titolo originaleContes de ma mère l'Oye
Frontespizio de Il gatto con gli stivali per un'edizione de I racconti di Mamma Oca del XVIII secolo
AutoreCharles Perrault
1ª ed. originale1697
Genereraccolta di fiabe
Lingua originalefrancese

Attribuzione modifica

Riguardo alla paternità della raccolta c'è una discussione: la prima edizione uscì nel 1696 (l'abate Dubos, in una lettera del 23 settembre di quell'anno, scrisse al filosofo e storico Pierre Bayle che presso l'editore Barbin stavano per uscire les contes de ma mère l'Oye par Monsieur Perrault). La seconda edizione, del 1697, uscì firmata dal figlio di Perrault, Pierre Perrault Darmancour, di diciannove anni.
Lo studioso Marc Soriano, in uno studio del 1968, cita un documento che dovrebbe spiegarne il motivo: il giovane aveva ucciso in duello un coetaneo ed era sotto processo, perciò il padre gli attribuì la paternità dell'opera per ottenere la protezione della Corte Reale.[2]

Fonti delle fiabe modifica

Alcune fiabe (Pelle d'asino, Cenerentola, La Bella addormentata, Pollicino, Le fate, Il gatto con gli stivali), in varianti simili, si trovano nel Pentamerone di Giambattista Basile, pubblicato postumo fra il 1634 e il 1636, e prima ancora erano presenti ne Le piacevoli notti di Giovanni Francesco Straparola pubblicate fra il 1550 e il 1556 e poco dopo tradotte in francese.
Tutti gli autori hanno attinto a loro volta dalla preesistente tradizione orale.[3]

Stile narrativo modifica

Le fiabe della raccolta

"...si presentano a una libera lettura ricche di finezze d'immaginazione e d'espressione pur nella loro estrema semplicità"

e la prosa di Perrault

"... pur senza fermarsi quasi mai a descrivere s'apre ogni tanto in quadri molto vivi": a esempio, la scena del sonno che prende gli abitanti del castello ne La bella addormentata, la festa da ballo in Cenerentola o ancora il paesaggio attraverso cui viaggiano padrone e gatto ne Il gatto con gli stivali.

La tecnica narrativa punta soprattutto "...sulle progressioni di tensione paurosa" come, a esempio, in Barbablù.

All'orrore, che molte fiabe contengono, Perrault applica la "...sua vena grottesca di umorismo nero" e manifesta il suo distacco dal mondo fiabesco con l'ironia.[3][4]

Diffusione modifica

Il libro ebbe una vasta fortuna,[5] tanto da poter affermare che le fiabe di Perrault "segnano la nascita di un genere in cui si cristallizza una moda rimasta fino ad allora in cerca della sua propria forma e della propria espressione letteraria. Esse saranno seguite da un'improvvisa esplosione di opere a cui sarebbero poi sopravvissute quasi da sole e la cui proliferazione non tarderà a stancare il pubblico" (dalla Préface di Jean-Pierre Collinet all'edizione Gallimard del 1981, p.44).

Fiabe presenti nella raccolta modifica

Per i testi presenti nella raccolta si tiene presente l'edizione francese "Classici Garnier" curata da Gilbert Rouger (1967)[6] Le fiabe in origine erano otto:

ma tradizionalmente s'aggiungono i tre testi dei Contes en vers, pubblicati precedentemente:

  • Pelle d'asino (Peau d'âne) che Perrault aveva scritto in versi e pubblicato nel 1694 (la versione in prosa, più tarda, non è sua e variamente attribuita, ad esempio alla nipote Mademoiselle Lhéritier);
  • La pazienza di Griselda (Griselidis);
  • I desideri inutili (Les souhaits ridicules).

Una traduzione celebre di questi testi è quella pubblicata da Carlo Collodi ne I racconti delle fate. Voltati in italiano (Firenze, Paggi, 1876)[7].

Note modifica

  1. ^ La scheda bibliografica
  2. ^ Marc Soriano, Les Contes de Perrault. Culture savante et traditions populaires, Première parution en 1968, Édition revue et corrigée en 1977.
  3. ^ a b Italo Calvino, Nota Introduttiva a Charles Perrault, I racconti di Mamma l'Oca. Einaudi, Torino, Seconda Edizione ottobre 1980, pp. V-VIII. - prima edizione febbraio 1974.
  4. ^ Italo Calvino, in AA. VV.Sulla fiaba, a cura di Mario Lavagetto, Einaudi 1988
  5. ^ Emanuele Trevi, Introduzione a I Racconti delle Fate, Newton Compton Editore, 2012
  6. ^ Testi originali stabiliti da Gilbert Rouger per i Classici Garnier
  7. ^   Charles Perrault, I racconti di Mamma Oca, in Wikisource.

Bibliografia modifica

  • Storie e racconti del tempo passato. Racconti di mia madre l'Oca, in Dizionario Bompiani delle opere e dei personaggi, ad vocem.
  • Marc Soriano, Les Contes de Perrault. Culture savante et traditions populaires, Première parution en 1968, Édition revue et corrigée en 1977.
  • Italo Calvino, Nota Introduttiva in Charles Perrault, I racconti di Mamma l'Oca. Einaudi, Torino, Seconda Edizione ottobre 1980, pp. V-VIII. - prima edizione febbraio 1974.

Collegamenti esterni modifica