Ibrahim I
Questa voce o sezione sull'argomento sovrani non cita le fonti necessarie o quelle presenti sono insufficienti.
|
Ibrahim I L'Irritabile | |
---|---|
Sultano dell'Impero Ottomano Califfo dell’Islam Amir al-Mu'minin Custode delle due Sacre Moschee Qaysar-ı Rum (Cesare dei Romei) | |
In carica | 9 febbraio 1640 – 8 agosto 1648 |
Incoronazione | 9 febbraio 1640 |
Predecessore | Murad IV |
Successore | Mehmet IV |
Trattamento | Padiscià |
Nascita | Istanbul, 5 novembre 1615 |
Morte | Istanbul, 18 agosto 1648 |
Sepoltura | Basilica di Santa Sofia (Istanbul) |
Luogo di sepoltura | Fatih |
Dinastia | Ottomana |
Padre | Ahmed I |
Madre | Kösem Sultan |
Consorte | Turhan Hatice Sultan Saliha Dilaşub Sultan Hatice Muazzez Sultan Hümaşah Sultan |
Figli | Mehmet IV Solimano II Ahmed II Ümmü Gülsüm Sultan Peykân Sultan Atike Sultan Ayşe Sultan Gevherhan Sultan |
Religione | Islam |
Firma |
Ibrahim I (ابراهيم الأول in turco ottomano; 5 novembre 1615 – 12 agosto 1648) fu sultano dell'Impero ottomano dal 1640 alla sua morte.
BiografiaModifica
Uno dei sultani ottomani più famosi della storia, venne liberato dal Kafes (la prigione dorata all'interno del Palazzo Topkapı in cui venivano rinchiusi i fratelli del sultano regnante in quanto possibili pretendenti al trono) alla morte di suo fratello Murad IV (1623-1640), che fu chiamato a succedere, nonostante lo stesso sultano morente avesse ordinato di farlo uccidere (Murad stesso era succeduto al loro fratello maggiore, Osman II).
Ibrahim ereditò la crudeltà ma non la saggezza politica dei suoi fratelli: il suo governo sconsiderato portò l'impero vicino al collasso in pochissimi anni. Probabilmente mentalmente instabile, alcune fonti riportano che egli soffrisse di nevrastenia e, dopo la morte del fratello, depressione. Durante il suo regno a prendere le decisioni maggiori fu sostanzialmente sua madre, Kösem Sultan, che d'altra parte si era occupata degli affari di Stato già durante il regno del predecessore.
Sulla "follia" e le stravaganze di Ibrahim sono stati tramandati molti aneddoti: egli è noto per aver avuto una vera e propria ossessione per le donne obese, al punto da inviare i suoi agenti per l'impero affinché gli portassero la donna più grassa possibile. Una di esse fu scovata in Georgia o Armenia e Ibrahim fu così soddisfatto di vederla che le assegnò una pensione e (a quanto sembra) addirittura un governatorato.
Egli dapprima si disinteressò degli affari politici, ma in seguito fece uccidere numerosi visir da lui stesso innalzati. Combatté una guerra navale contro la Repubblica di Venezia: sebbene fortemente in declino, la Serenissima riuscì ad aver ragione della flotta avversaria nel mar Egeo e a conquistare l'isola di Tenedos (1646), punto di accesso ai Dardanelli.
Il governo di Ibrahim divenne ancora più imprevedibile: fece uccidere quasi tutte le 280 donne del suo harem, facendole chiudere in sacchi con dei pesi che venivano gettati nel fiume, perché una di loro era stata sedotta da un estraneo (solo una donna riuscì a salvarsi poiché il suo sacco non era stato zavorrato abbastanza). Questa fu però l'ultima goccia: Ibrahim venne deposto e assassinato, assieme alla madre, alla sua amante favorita e al Gran Visir Hezarpare Ahmet in un colpo di Stato guidato dal Gran Mufti Hacı Abdürrahim.
Altri progettiModifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Ibrahim I
Collegamenti esterniModifica
- (EN) Ibrahim I, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 70004662 · ISNI (EN) 0000 0001 1666 9268 · LCCN (EN) n78075276 · GND (DE) 129287660 · CERL cnp00591571 · WorldCat Identities (EN) lccn-n78075276 |
---|