Coccodì coccodà

motivo tradizionale francese
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Mon coq est mort (letteralmente Il mio gallo è morto, generalmente tradotto in italiano con Il gallo è morto) è considerato un motivo tradizionale francese[1]. In Italia è stato registrato alla SIAE col titolo Coccodì coccodà da Walter Valdi per il testo e da Armando Celso per la musica ed interpretato dallo stesso Valdi nel 45 giri Coccodì e coccodà/Ma va a scopare il mare del 1970.

Coccodì coccodà (Il gallo è morto)
ArtistaWalter Valdi
Autore/iArmando Celso
GenereFolk
Esecuzioni notevoliI Gufi, Benito Urgu, Francesco Salvi
Data1965

Il brano modifica

La musica è molto semplice, basata su due accordi, con strofe che si ripetono, ricalcando lo stile della musica folk.

Il testo è costituito da una sola frase:

Il gallo è morto, il gallo è morto,

il gallo è morto, il gallo è morto,

non canterà più e coccodì e coccodà,

non canterà più e coccodì e coccodà!

Tale frase viene ripetuta varie volte in varie lingue (francese, inglese, spagnolo...); l'effetto comico è dato sia da alcune strofe maccheroniche in russo, tedesco e latino, sia dall'accentuazione data dall'interprete su alcune caratteristiche della pronuncia della lingua in cui canta.

Il finale, cantato in dialetto milanese, svela il colpo di scena: "Sun stà mi che o masà el gall!" "Te se stà ti che t'è masà el gall?!?" "El m'a rott i ball col coccodì e coccodà, El m'a rott i ball col coccodì e coccodà!".

Le cover modifica

Il brano divenne subito molto noto, sin dalla sua prima pubblicazione, ed entrò nel repertorio di molti cabarettisti e cantanti, venendo quindi reinciso in molte occasioni.

Ecco alcune delle più significative:

La canzone è stata inoltre eseguita in vari spettacoli televisivi da vari artisti, tra cui Claudio Bisio e Claudio Baglioni (in una puntata di Zelig) e Cochi e Renato.

Note modifica

  1. ^ Patrick M. Liebergen, Classic Canons II Alfred Music, p. 3, ISBN 9781457414732
  2. ^ Amore caro amore bello in Discografia Nazionale della Canzone Italiana
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