Il nemico (poesia)

Il nemico (L'ennemi in lingua originale francese) è una poesia di Charles Baudelaire, contenuta nella raccolta I fiori del male, pubblicato in Francia nel 1857. Le stesure della poesia risalgono agli anni 1854-1855. È uno dei pochi sonetti in cui il poeta francese sembra aprirsi alla speranza verso il futuro. [1] [2]

Il nemico (poesia)
AutoreCharles Baudelaire
1ª ed. originale1857
Generepoesia
Lingua originalefrancese

Interpretazione modifica

Baudelaire ha avuto una vita difficile e soffre di un terribile vuoto esistenziale. In generale ha un concetto molto negativo del tempo, in quanto questo si muove veloce e malvagio, e l'uomo non può niente. La poesia è ricca di metafore. [3] [4] [5]

«La mia giovinezza non fu che una oscura tempesta, traversata qua e là da soli risplendenti»

Il poeta francese si impersonifica nei panni di un giardiniere per paragonare la sua vita ad un giardino, una porzione di terreno un tempo prospero di frutti ma purtroppo adesso devastata dalla tempesta e resa sterile.

«tuono e pioggia l'hanno talmente devastata che non rimane nel mio giardino altro che qualche fiore vermiglio.»

Inoltre Baudelaire paragona il suo animo ormai vuoto alla stagione dell'autunno, anch'esso complice, oltre alla tempesta, per la devastazione del giardino dell'esistenza. Tuttavia il poeta, rispetto ad altre sue opere, in questo sonetto si apre alla speranza seppur con qualche dubbio. Infatti non si perde d'animo e cerca, forse invano, di rimboccarsi le maniche per ridare serenità e bellezza alla sua vita, utilizzando come metafora quella di ricorrere al badile e al rastrello per rimettere a nuovo la terra del giardino inondato facendoci crescere nuovi fiori.

«Ecco, ho toccato ormai l'autunno delle idee, è ora di ricorrere al badile e al rastrello per rimettere a nuovo le terre inondate in cui l'acqua ha aperto buchi larghi come tombe»

Il poeta francese si chiede se gli eventuali nuovi fiori che nasceranno troveranno l'energia per crescere sani e belli.

«E chissà se i fiori nuovi che vado sognando troveranno, in un terreno lavato come un greto, il mistico alimento cui attingere forza»

La poesia si chiude con una disperata esclamazione riguardo alla vanità dei suoi sforzi, minacciati da un "nemico" quale il tempo, che nutre e manifesta profonda avversione nei confronti di Baudelaire. Secondo il poeta francese il tempo gli divora il cuore e temporalmente si allunga e protrae con il sangue perso dall'uomo.

«O dolore, o dolore, il Tempo si mangia la vita e l'oscuro Nemico che ci divora il cuore cresce e si fortifica del sangue che perdiamo»

Testo in italiano modifica

La mia giovinezza non fu che una oscura tempesta,

traversata qua e là da soli risplendenti;

tuono e pioggia l'hanno talmente devastata

che non rimane nel mio giardino altro che qualche fiore vermiglio.

Ecco, ho toccato ormai l'autunno delle idee,

è ora di ricorrere al badile e al rastrello per rimettere a nuovo

le terre inondate in cui l'acqua ha aperto buchi larghi come tombe.

E chissà se i fiori nuovi che vado sognando troveranno,

in un terreno lavato come un greto, il mistico alimento cui attingere forza.

O dolore, o dolore, il Tempo si mangia la vita e l'oscuro Nemico

che ci divora il cuore cresce e si fortifica del sangue che perdiamo.

Note modifica

  1. ^ L'ennemi, Baudelaire, su musee-orsay.fr. URL consultato il 25 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 25 maggio 2018).
  2. ^ Centosessant’anni fa sbocciarono “I Fiori del Male” e Il Nemico
  3. ^ Il tempo crudele percepito da Charles Baudelaire
  4. ^ Il nemico, su iissdavinci.gov.it. URL consultato il 25 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 25 maggio 2018).
  5. ^ Charles Baudelaire, Il nemico

Voci correlate modifica

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