Incidente dell'Università di El Alto
Il 2 marzo 2021 si è verificato un incidente presso l'Università Pubblica della città boliviana di El Alto, nel quale hanno perso la vita 8 persone.
| Incidente dell'Università di El Alto cedimento strutturale | |
|---|---|
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| Tipo | Crollo della ringhiera del quarto piano |
| Data | 2 marzo 2021 8:30 (UTC-4) |
| Luogo | El Alto |
| Stato |  Bolivia |
| Coordinate | 16°29′30.16″S 68°11′37.08″W / 16.491712°S 68.193632°W |
| Conseguenze | |
| Morti | 8 |
| Feriti | 3 |
Contesto modifica
Gli studenti universitari erano all'UPEA per partecipare a un'assemblea straordinaria nell'ambito di una protesta indetta dall'Area di scienze economiche, finanziarie e amministrative dell'Università pubblica alle 8:00.[1]
Prima della tragedia, è stato registrato che 40 persone si erano ammassate nel luogo. La manifestazione si è svolta al quarto piano dell'edificio della sede dell'Università. Di fronte all'abbondante presenza di studenti in uno stretto passaggio, le ringhiere sono crollate e dieci studenti sono caduti al piano terra e due sono caduti al terzo piano.[2]
Vittime modifica
Il ministro del governo boliviano, Carlos Eduardo del Castillo, ha detto che fino a quel momento sono stati registrati cinque morti e altri tre feriti gravi che erano in terapia intensiva.[3]
In serata, il governo ha riferito che il numero di morti era salito a sette.
Intorno alle 12:00 del giorno successivo è stata confermata la morte di un altro studente, totalizzando quindi il bilancio a 8 morti e 4 feriti.[4]
Indagini modifica
Dallo stesso giorno, le autorità hanno aperto un'indagine per chiarire i fatti. Il comandante della polizia boliviana, Jhonny Aguilera, ha spiegato in un comunicato che le prime revisioni tecniche indicano una cattiva saldatura della ringhiera, riducendo così la sua capacità di resistenza. Le autorità stanno lavorando su quattro linee di indagine: primo, la motivazione della chiamata studentesca nel contesto della pandemia di COVID-19 e perché si è deciso di tenere l'assemblea in una stanza al quarto piano; il motivo del brusco scioglimento dell'evento; e, infine, il motivo degli spintoni tra la folla che ha portato al crollo della barriera.[5][6]
Il Pubblico Ministero ha ordinato l'arresto di sette persone coinvolte nella convocazioni delle proteste; erano sette degli otto leader studenteschi. L'accusa ha anche comunicato che il rettore della camera alta dovrà rendere le sue dichiarazioni.[7]
Nel caso dell'indagine sui leader, gli studenti hanno affermato che quattro uomini incappucciati guidati da W. Quispe è uno dei leader identificati, li hanno esortati a salire al quarto piano dell'UPEA, dove hanno nuovamente incoraggiato gli studenti provocare una lotta con la spinta e il combattimento.[7]
Il Pubblico Ministero ha inoltre rilevato che le ringhiere erano mal saldate e che erano riempite di mastice, il che le rendeva molto deboli.[7]
Note modifica
- ^ (ES) El Alto – Bolivia: se rompió baranda. Más de 3 universitarios cayeron al vacío y fallecieron (VIDEO), su Radio Onda Azul, 2 marzo 2021. URL consultato il 6 marzo 2021.
- ^ (ES) Empresa Peruana de Servicios Editoriales S. A. EDITORA PERÚ, ¡Tragedia en Bolivia! Impactante video muestra cómo varios estudiantes caen al vacío, su andina.pe. URL consultato il 6 marzo 2021.
- ^ (ES) Bolivia: Estudiantes caen de cuarto piso de universidad | VIDEO - Caretas Mundo, su Caretas, 3 marzo 2021. URL consultato il 6 marzo 2021.
- ^ (ES) Tragedia en El Alto: Muere el más joven de los heridos, Limbert Lucana de 19 años | Unitel, su unitel.bo. URL consultato il 6 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2021).
- ^ (ES) Investigan el accidente mortal en universidad en Bolivia, su CNN. URL consultato il 6 marzo 2021.
- ^ (ES) Casa Editorial El Tiempo, ¿Qué se sabe del accidente en el que murieron estudiantes en Bolivia?, su El Tiempo, 2 marzo 2021. URL consultato il 6 marzo 2021.
- ^ a b c (ES) Bolivia: detienen a siete personas por convocar la asamblea en la que murieron ocho alumnos al caer de un cuarto piso - Caretas Mundo, su Caretas, 4 marzo 2021. URL consultato il 6 marzo 2021.
