Inferno (film 1980)

film del 1980 diretto da Dario Argento

Inferno è un film del 1980 scritto e diretto da Dario Argento. Il film fa parte della trilogia delle Tre Madri, iniziata nel 1977 con Suspiria.

Inferno
Mark (Leigh McCloskey) faccia a faccia con Mater Tenebrarum (Veronica Lazar) nella scena finale.
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneItalia
Anno1980
Durata106 min
Rapporto1,85:1
Genereorrore
RegiaDario Argento
SoggettoDario Argento
SceneggiaturaDario Argento
ProduttoreClaudio Argento
Produttore esecutivoSalvatore Argento e William Garroni
Casa di produzioneProduzioni Intersound
Distribuzione in italiano20th Century Fox Italia
FotografiaRomano Albani
MontaggioFranco Fraticelli
Effetti specialiGermano Natali, Mario Bava (non accreditato)
MusicheKeith Emerson
ScenografiaGiuseppe Bassan
CostumiMassimo Lentini
TruccoLuciana Maria Costanzi, Giancarlo De Leonardis e Pier Antonio Mecacci
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani
Logo ufficiale del film

Il regista dichiarò di aver tratto ispirazione da una frase del libro Suspiria De Profundis di Thomas De Quincey e da qui l'intenzione di scrivere un libro sulla storia delle tre madri degli inferi: Mater Suspiriorum, Mater Lacrimarum e Mater Tenebrarum.

Il film si avvale di attori come Alida Valli, Daria Nicolodi, Eleonora Giorgi, Gabriele Lavia, Irene Miracle, Leopoldo Mastelloni, Veronica Lazar e Sacha Pitoëff, quest'ultimo noto per il peculiare film L'anno scorso a Marienbad.

Trama modifica

New York. Rose Elliot è una giovane poetessa newyorkese che ha acquistato dall'antiquario Kazanian un antico libro intitolato Le Tre Madri, scritto da un tale Emilio Varelli, architetto ed alchimista. L'autore riporta del suo incontro con tre antiche e malvagie streghe per le quali ha costruito le rispettive dimore in Europa e a New York. Deducendo di risiedere proprio in quest'ultima, dopo aver scritto una lettera a suo fratello Mark, residente a Roma, Rose segue le indicazioni del testo scendendo nel sotterraneo del palazzo alla ricerca di una presunta Seconda Chiave citata nel libro, trovandosi in un appartamento totalmente allagato e facendo una scoperta spaventosa che le dà conferma dei suoi sospetti.

Roma. Mark Elliot è a lezione presso il conservatorio romano. Con la lettera di sua sorella tra le mani viene distratto dallo sguardo penetrante di una ragazza bellissima quanto inquietante. Inseguendo lei si dimentica della missiva che viene letta dall'amica Sara lì presente. Incuriosita, la donna si reca in una biblioteca per reperire e leggere una copia del libro di Varelli. Mentre inizia a sfogliarlo, Sara avverte una strana presenza che la chiama per nome. Preso il volume, spaventata si reca verso l'uscita, ma si perde e viene aggredita da una figura oscura che la costringe a posarlo. Terrorizzata fa ritorno a casa e chiama Mark dicendogli di raggiungerla per leggere la lettera di Rose, ma questi arriva troppo tardi, trovandola morta uccisa assieme ad un suo amico e vicino di casa. Accanto ai cadaveri vi sono diversi frammenti strappati della lettera.

Turbato, Mark contatta la sorella a New York senza dirle quanto accaduto a Sara e promettendole di raggiungerla subito, ma la chiamata s'interrompe bruscamente. Rose si rende conto che qualcuno sta entrando nel suo appartamento e capisce che ciò sta accadendo proprio a causa della sua scoperta. Fuggita dall'alloggio, finisce per ritrovarsi nell'area disabitata del palazzo dove viene uccisa e decapitata.

Giunto negli Stati Uniti, Mark fa la conoscenza di alcuni residenti del palazzo: un anziano invalido che cerca di comunicargli qualcosa, la sua infermiera, l'inquietante cuoca Carol e la contessa Elise, amica di Rose, solitaria e malata. Alla donna Rose aveva confidato le sue paure circa il libro e i due cercano di far luce sulla sua scomparsa. Scoperta una traccia di sangue di Rose sul corridoio (la donna durante la fuga si era ferita una mano) Mark si introduce nelle scale di servizio e scende nei meandri dell'immobile, dove viene stordito. Elise, intuita l'orribile sorte capitata a Rose, cerca di raggiungere Mark per avvertirlo ma vede una figura che trascina il corpo dell'uomo e la vede lasciando pedere Mark per inseguirla. Elise disperata tenta di tornare indietro ma le porte che dalle scale danno sugli alloggi sono state chiuse. Sale in soffitta ma viene attaccata da numerosi gatti, a cui qualcuno ha dato della carne presumibilmente umana che li rende molto aggressivi. Mentre cerca di liberarsi degli animali, il suo inseguitore entra nella stanza e la uccide.

Mark, seppur agonizzante, è riuscito a tornare nella parte abitata del palazzo, dove Carol e l'infermiera lo soccorrono. Il giorno dopo si sveglia nell'appartamento di sua sorella e dapprima cerca Elise, poi incontra Kazanian, che stava discutendo con Carol perché stufo della presenza dei gatti dentro e fuori dal palazzo. Avendo letto il nome dell'antiquario tra i frammenti della lettera di Rose, Mark lo interroga per saperne di più, ma l'uomo, costretto ad usare delle stampelle per muoversi, è piuttosto vago. Quella sera, approfittanto di un'eclissi di Luna che oscurerà tutta la zona, Kazanian si reca in uno stagno vicino per affogare i gatti dopo averli catturati, ma perde l'equilibrio nel tentativo di tornare indietro. Una folla di famelici ratti lo attacca iniziando a divorarlo vivo e solo quando la Luna torna a rischiarare la notte il gestore di un chiosco dall'altra parte dello stagno si accorge di ciò che sta accadendo. Accorso apparentemente per aiutare l'uomo ancora urlante, lo uccide inspiegabilmente lasciandolo alla mercé dei ratti.

Intanto si scopre che John, il servo di Elise, era in combutta con Carol per derubarla. La cuoca gli intima di telefonare al marito della contessa per dirgli che è partita portando con sè tutti gli oggetti di valore e lascia intendere di essere consapevole del destino della donna, a differenza di John. Questi si reca al telefono della hall ed avverte una presenza. Quando Carol si reca nella hall per cercarlo lo trova morto con gli occhi strappati. In preda al panico, causa accidentalmente un principio di incendio e mentre è avvolta dalle fiamme precipita da una finestra.

Mentre il fuoco si propaga via via per tutto lo stabile. interpretando una frase della lettera Mark capisce che la Terza Chiave a cui faceva riferimento il libro si trova sotto terra. Vedendo un punto sul pavimento da cui escuno numerose formiche, inizia a estrarne le mattonelle e scopre che il Parquet è cavo. Riuscito ad allargare il buco vi si introduce e scopre un'area che porta nei quartieri nascosti del palazzo. Giunto in un'area abitata incontra l'anziano invalido e l'infermiera. Il vecchio si rivela essere l'architetto Varelli e gli racconta di aver costruito il palazzo per le tre madri e che non può fare niente per fermarle, poi tenta di assassinarlo con una siringa, strozzandosi subito dopo con l'apparecchio che usava per parlare. Mark riesce a succhiare via il veleno e fugge, mentre Varelli muore. In cerca di una via d'uscita, Mark giunge in una stanza simile ad una cattedrale dove si trova l'infermiera che si presenta quale Mater Tenebrarum nonché la personificazione della Morte, trasformandosi nella figura iconica di uno scheletro con il sudario. L'uomo riesce a stento a fuggire dal palazzo divorato dalle fiamme mentre nei sotterranei la figura infernale viene sepolta dal crollo definitivo, custodendo per sempre i suoi orribili segreti.

Produzione modifica

Secondo il settimanale Lancio story il regista avrebbe compiuto un sopralluogo a New York notando il palazzo in cui è ambientato il film e si sarebbe poi ritirato in un'abitazione isolata del New England per stendere la sceneggiatura dettata telefonicamente a una segretaria.[senza fonte]

Il ruolo del protagonista maschile era stato pensato per l'attore americano James Woods, il quale dovette declinare perché impegnato sul set di Videodrome.[1]

Il film è stato girato a Roma. La dimora della Mater Lacrimarum, situato in una fantomatica Via dei Bagni, è un celebre palazzo del Quartiere Coppedè. Gli esterni e gli interni della scena newyorchese sono stati interamente ricostruiti negli studi di Cinecittà.

L'assistenza alla regia è di Mario e Lamberto Bava, padre e figlio. Il primo, veterano dell'horror italiano, è anche autore degli effetti visivi.

Il cromatismo nella fotografia di scena,[2] porta avanti il discorso di Suspiria. L'ambientazione americana fu voluta da Argento per internazionalizzare ulteriormente il suo cinema.

Destò polemica l'approccio negativo verso gli animali quali i gatti e i topi, memoria di un'antica superstizione, dando loro lo stigma di creature diaboliche.[3][4]

Colonna sonora modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Inferno (colonna sonora).

La colonna sonora è stata composta ed eseguita dal tastierista britannico Keith Emerson.

Distribuzione modifica

Il film è stato distribuito nei cinema italiani dalla 20th Century Fox l'8 febbraio 1980.[5] Ha incassato complessivamente 1.331.763.000 lire a livello nazionale.[5]

L'edizione in DVD è stata a lungo reperibile soltanto negli Stati Uniti. La distribuzione italiana avvenne a partire dall'ottobre 2007.

Accoglienza modifica

Incassi modifica

Rispetto a Suspiria, Inferno ricevette una distribuzione ridotta sul mercato internazionale. Costato circa 6 miliardi di lire, ne guadagnò soltanto quattro, piazzandosi al 14º posto degli incassi della stagione cinematografica italiana 1979-80.[5]

Critica modifica

Paolo Mereghetti assegna al film due stelle, e scrive sul suo dizionario: "Per i fan è l'apice del suo gusto barocco e visionario". Il giornalista e critico cinematografico Kim Newman ha definito l'opera: "Probabilmente il film horror più sottovalutato degli anni ottanta".[6] Nel 2005, la rivista di critica cinematografica Total Film ha inserito Inferno nella classifica dei migliori 50 film horror di tutti i tempi.[7]

Morando Morandini, dando al film due stelle e mezzo, scrive: "Come in Suspiria, la dimensione fantastica permette ad Argento di fare a meno della logica. La macelleria è la stessa e il bric à brac gotico funziona in eccesso". Pino Farinotti vi assegna tre stelle senza alcun commento. Rudy Salvagnini nel suo Dizionario dei film horror dà quattro stellette al film definendolo: "Un film importante, nel quale Argento, al massimo della sua fortuna commerciale, si è voluto liberare dalle necessità narrative per dare libero sfogo al suo talento visuale".[8]

Note modifica

  1. ^ Maiello, Fabio. Dario Argento - confessioni di un maestro dell'horror, Alacran Edizioni, 2007, Milano, pag. 130, ISBN 978-88-89603-75-8
  2. ^ Maiello, Fabio. Dario Argento - Confessioni di un maestro dell'horror, 2007, Alacran Edizioni, Milano, pag. 125-126, ISBN 978-88-89603-75-8
  3. ^ Pugliese, Roberto. Dario Argento, Il castoro cinema 126, 1996, pag. 56, ISBN 88-8033-070-5
  4. ^ Tempo dopo Argento dovette scusarsi pubblicamente in un talk show televisivo, dichiarando il proprio amore per gli animali.
  5. ^ a b c Roberto Curti, Italian Gothic Horror Films, 1980-1989, McFarland, 2019, ISBN 1476672431.
  6. ^ Newman, Kim "Inferno (1980)", in Jack Sullivan (ed) The Penguin Encyclopedia of Horror and the Supernatural, Viking Penguin Inc., 1986, p219-20, 220. ISBN 0-670-80902-0 (Reprinted by Random House Value Publishing, 1989, ISBN 0-517-61852-4)
  7. ^ Shock Horror! Total Film Proudly Hails The 50 Greatest Horror Movies Of All Time, su totalfilm.com, Total Film. URL consultato il 1º agosto 2007.
  8. ^ Salvagnini, Rudy. Dizionario dei film horror, Corte del Fontero Editore, 2007, Venezia, pag. 342, ISBN 978-88-95124-02-5

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

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