Inula conyzae

specie di pianta della famiglia Asteraceae

La enula baccherina (nome scientifico Inula conyzae (Griess.) Meikle, 1985) è una pianta erbacea, perenne a fiori gialli, appartenente alla famiglia delle Asteraceae.

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Enula baccherina
Inula conyzae
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi II
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Asteroideae
Tribù Inuleae
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Asteroideae
Tribù Inuleae
Genere Inula
Specie I. conyzae
Nomenclatura binomiale
Inula conyzae
(Griess.) Meikle, 1985
Nomi comuni

Inula coniza
(DE) Dürrwurz-Alant
(FR) Inule conyze
(EN) Ploughman's Spikenard

Etimologia modifica

Il nome generico (Inula) potrebbe derivare da un analogo vocabolo latino usato dai Romani per indicare proprio queste piante. Altri Autori propongono un'altra etimologia: una derivazione da un vocabolo greco enàein (= purificare) facendo riferimento alle presunte proprietà mediche di alcune piante di questo genere[1].
L'epiteto specifico (conyzae) deriva dalla parola greca konops e significa pulce (anticamente si pensava che questa pianta allontani tali animali). Sembra sia stato usato da Plinio per indicare un fiore non meglio precisato[2].
Il binomio scientifico attualmente accettato (Inula conyzae) è stato proposto dal botanico tedesco Ludwig Griesselich e successivamente perfezionato dal botanico irlandese (del Royal Botanic Gardens) Robert Desmond Meikle (1923 -) in una pubblicazione del 1985.

Descrizione modifica

 
Descrizione delle parti della pianta
 
Il portamento

L'altezza di queste piante può variare normalmente da 5 a 12 dm. La forma biologica della specie è emicriptofita bienne (H bienn); ossia sono piante a ciclo biologico bienne con gemme poste al livello del suolo con fusto allungato e mediamente foglioso. A volte sono anche emicriptofita scaposa (H scap), ossia perenni. Questa specie non è vischiosa come altre dello stesso genere.

Radici modifica

Le radici sono secondarie da rizoma.

Fusto modifica

  • Parte ipogea: la parte sotterranea consiste in un breve rizoma.
  • Parte epigea: la parte aerea del fusto è eretta, fogliosa e ramificata in più infiorescenze. La superficie del fusto è arrossata e fittamente pubescente e con ghiandole sparse. Alla base il fusto può essere legnoso, mentre la sezione è cilindrica.

Foglie modifica

 
Foglia caulina
Località: Valmorel, Limana (BL), 800 m s.l.m. - 20/08/2009
 
Le foglie
Località: Valmorel, Limana (BL), 800 m s.l.m. - 20/08/2009

Le foglie sono sia radicali che cauline, e sono intere a margini dentati.

  • Foglie basali: la forma è lanceolata, sono molto grandi ed hanno il picciolo; la superficie è percorsa da prominenti nervi reticolari (è ruvida di sopra e pelosa di sotto).
  • Foglie cauline: la forma è ellittica o lanceolato-lineare, sono sessili (ma la base non abbraccia il fusto), e non sono decorrenti lungo il fusto.

Lunghezza del picciolo: 2 – 4 cm. Dimensione delle foglie basali: larghezza 5 – 6 cm; lunghezza 10 – 12 cm.

Infiorescenza modifica

L'infiorescenza è una pannocchia formata da medi capolini sia solitari ma anche in formazioni corimbose con pochi capolini. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo sorregge un involucro, composto da più squame subeguali fra di loro, embricate e disposte in 3 - 4 serie che fanno da protezione al ricettacolo nudo sul quale s'inseriscono due tipi di fiori: quelli esterni ligulati molto brevi (quasi assenti) e quelli interni tubulosi di colore giallo. Le squame sono uninervie, quelle inferiori sono pubescenti, quelle superiori sono ghiandolose all'apice; le esterne sono ripiegate all'infuori; dopo l'antesi le squame si colorano all'apice di bruno rossastro. Diametro dei capolini: 8 – 12 mm. Diametro dell'involucro cilindrico: 6 mm.

Fiore modifica

 
I capolini
Località: Valmorel, Limana (BL), 800 m s.l.m. - 20/08/2009

I fiori sono zigomorfi (quelli ligulati), attinomorfi(quelli tubulosi), tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Sono inoltre ermafroditi, più precisamente i fiori del raggio (quelli ligulati) sono femminili; mentre quelli del disco centrale (tubulosi) sono bisessuali.

  • Formula fiorale: per questa pianta viene indicata la seguente formula fiorale:
* K 0/5, C (5), A (5), G (2), infero, achenio[3]
  • Calice: i sepali sono ridotti ad una coroncina di squame.
  • Corolla: i fiori periferici (ligulati) sono nastriformi provvisti di brevissime linguette e disposti su un unico rango. Quelli del disco centrale (tubulosi) hanno delle corolle tubulari a 5 denti. Lunghezza del tubo corollino: 4 – 5 mm. La ligula dei fiori periferici (femminili) è di 1 mm.
  • Androceo: gli stami sono 5 con dei filamenti liberi; le antere invece sono saldate fra di loro e formano un manicotto che circonda lo stilo. Le antere alla base sono prolungate in una appendice filiforme (antere caudate).
  • Gineceo: lo stilo è unico con uno stimma profondamente bifido ma appiattito e cigliati all'apice; l'ovario è infero e uniloculare formato da due carpelli concresciuti e contenente un solo ovulo.
  • Fioritura: da giugno a ottobre.

Frutti modifica

I frutti sono degli acheni pelosi, cilindrico-costoluti con pappo a setole dentate disposte in un unico rango. L'epidermide dell'achenio è caratterizzata da lunghi cristalli[4]. Dimensione del frutto achenio: 2,5 mm. Lunghezza del pappo: 6 – 7 mm.

Biologia modifica

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama) tipo api o mosche.
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento per merito del pappo – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).

Distribuzione e habitat modifica

 
Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[5] – Distribuzione alpina[6])

Fitosociologia modifica

Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale[6]:

Formazione: delle comunità delle macro- e megaforbie terrestri
Classe: Trifolio-Geranietea sanguinei
Ordine: Origanetalia vulgaris

Tassonomia modifica

La famiglia di appartenenza della Inula conyzae (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23000 specie distribuite su 1535 generi[7] (22750 specie e 1530 generi secondo altre fonti[8]). Il genere di appartenenza (Inula) è mediamente numeroso comprendente circa un centinaio di specie, diffuse quasi unicamente nell'emisfero boreale (Europa, Asia e Africa del Nord), delle quali una dozzina circa sono proprie della flora italiana. All'interno della famiglia delle Asteraceae le “Inule” fanno pare del gruppo delle Tubiflore (denominazione tradizionale); gruppo caratterizzato dall'avere capolini con fiori ligulati alla periferia e fiori tubulosi al centro, squame dell'involucro ben sviluppate e frutti con pappo biancastro e morbido.
Il numero cromosomico di I. conyzea è: 2n = 32[9].
Il basionimo per questa specie è Aster conyza Griess. (1836)

Sinonimi modifica

Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:

  • Aster conyza Griess. (1836)
  • Conyza squarrosa L.
  • Inula squarrosa Bernh., non L.
  • Inula suaveolens Jacq.
  • Inula vulgaris Trevis.
  • Inula foetida Dulac (1867)
  • Inula pseudoconyza Alboff (1894)
  • Jacobaea conzya (DC.) Merino

Specie simili modifica

I capolini di questa specie sono molto caratteristici, si distinguono a stagione inoltrata, soprattutto per la loro colorazione variopinta (giallo, verde, rosso scuro, viola). L'Inula conyzae potrebbe essere confusa con la Dittrichia graveolens (L.) Greuter, ma quest'ultima si distingue per l'infiorescenza non corimbosa ma distribuita lungo il fusto. Altre specie come la Conyza bonariensis (L.) Cronq. oppure la Conyza canadensis (L.) Cronq., hanno capolini molto più piccoli.

Usi modifica

  Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

Farmacia modifica

Secondo la medicina popolare queste piante hanno le seguenti proprietà medicamentose[10]:

Altri usi modifica

Le foglie secche (o le radici) se bruciate possono essere usate come incenso per allontanare pulci (hanno una certa funzione antiparassitaria e insetticida)[10].

Giardinaggio modifica

Per una buona crescita queste piante si devono porre in zone ben soleggiate su terreni medio-pesanti (argillosi) ma ben drenati. Le foglie basali formano una rosetta di circa 30 cm di diametro distruggendo quindi tutta l'erba sottostante[10].

Note modifica

  1. ^ Motta, pag. 537.
  2. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 4 febbraio 2011.
  3. ^ Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 20 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2011).
  4. ^ Botanica Sistematica, p. 523.
  5. ^ Checklist of the Italian Vascular Flora, p. 114.
  6. ^ a b Flora Alpina, Vol. 2 - p. 450.
  7. ^ Botanica Sistematica, p. 520.
  8. ^ Trattato di Botanica, vol. 2 - p. 858.
  9. ^ Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 4 febbraio 2011.
  10. ^ a b c Plants For A Future[senza fonte]

Bibliografia modifica

  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta, vol. 2, Milano, Federico Motta Editore, 1960, p. 537.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume terzo, Bologna, Edagricole, 1982, p. 47, ISBN 88-506-2449-2.
  • D.Aeschimann, K.Lauber, D.M.Moser, J-P. Theurillat, Flora Alpina. Volume secondo, Bologna, Zanichelli, 2004, p. 460.
  • 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
  • Eduard Strasburger, Trattato di Botanica. Volume 2, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
  • Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
  • F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p. 114, ISBN 88-7621-458-5.
  • Wolfgang Lippert Dieter Podlech, Fiori, TN Tuttonatura, 1980.

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