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L'iperalgesia è una condizione di aumentata sensibilità al dolore, che si manifesta in caso di stimoli lievi a causa di una lesione dei nocicettori o dei nervi del sistema nervoso periferico. Un temporaneo aumento della sensibilità dolorosa può essere notato anche nel cosiddetto sickness behavior, il comportamento adottato dal corpo umano in risposta alle infezioni[1].

Iperalgesia
Specialitàneurologia
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM782.0
MeSHD006930

Il termine deriva dal greco ὑπέρ, oltre e da ἄλγος, dolore[1].

Classificazione modifica

L'iperalgesia può manifestarsi in aree cutanee limitate in numero e dimensione oppure assumere una forma generalizzata. Studi sul condizionamento hanno stabilito che è possibile sviluppare una forma di iperalgesia diffusa "imparata" e non basata su meccanismi eziopatogenetici fisici. La forma focale, tipicamente associata a traumi fisici, può essere suddivisa in una forma primaria, che si manifesta nell'area direttamente lesionata e in una forma secondaria, che si presenta invece nei tessuti circostanti non lesionati. Esiste anche una forma indotta da oppioidi, che può svilupparsi dopo una somministrazione prolungata nel trattamento del dolore cronico, confermata da studi condotti su esseri umani e animali e che può comportare la sospensione del farmaco[2].

Eziologia modifica

L'iperalgesia è causata dal fattore attivante le piastrine (PAF) rilasciato durante la risposta infiammatoria o allergica dalle cellule del sistema immunitario che reagiscono con i neuroni del sistema nervoso periferico attraverso il rilascio di citochine e chemochine coinvolte nel meccanismo di produzione del dolore[3].

La stimolazione dei recettori dolorifici in corso di infiammazione può portare a un'amplificazione del segnale con un meccanismo di potenziamento a lungo termine che si sviluppa a livello del midollo spinale coinvolgendo la sostanza grigia periacqueduttale del mesencefalo[4]. Il rilascio di citochine pro-infiammatorie, quali l'interleuchina 1, da parte di leucociti attivati dal contatto con il lipopolisaccaride, con alcune endotossine e altri messaggeri di infezione risulta coinvolto nell'aumento di sensibilità dolorosa che si può riscontrare nel sickness behavior[1][5][6].

L'utilizzo cronico di oppioidi sia come sostanze stupefacenti, sia nel trattamento del dolore cronico, può condurre a iperalgesia e al riscontro di esperienze estremamente dolorose in proporzione al riscontri clinici, cosa che rappresenta la più comune causa di perdita di efficacia del farmaco[2][7][8]. È difficilmente distinguibile dalla tolleranza, in quanto anche l'iperalgesia da oppioidi è compensata dal paziente mediante un aumento del dosaggio del farmaco, condizione che può potenzialmente peggiorare il problema portando a una sempre maggiore sensibilità al dolore. La sovrastimolazione cronica dei recettori oppioidi porta a un'alterazione dell'omeostasi delle vie di trasmissione nervosa del dolore, soprattutto quella mediata dal recettore della nocicettina (o recettore NOP)[9][10][11], tanto che si ritiene che bloccando questo recettore si possa prevenire lo sviluppo dell'iperalgesia[12].

Una causa non comune di iperalgesia è il veleno di ornitorinco[13].

Trattamento modifica

L'iperalgesia è una condizione simile ad altre sindromi dolorose quali l'allodinia e il dolore neuropatico e risponde alla terapia di riferimento per queste entità nosologiche. Questa può prevedere la somministrazione di antidepressivi triciclici o SSRI[14][15], FANS[16], glucocorticoidi[17], gabapentin[18] o pregabalin[19], antagonisti del recettore NMDA[20][21][22] oppure oppioidi atipici come il tramadolo[23].

Nei casi di iperalgesia indotta da oppioidi, la riduzione del dosaggio può comportare una migliore gestione del dolore[24]. Tuttavia nell'iperalgesia, così come in numerose altre sindromi nervose associate a dolore, la scelta del farmaco corretto o della giusta associazione tra più farmaci può risultare difficoltosa e richiedere una certa quantità di tentativi.

Note modifica

  1. ^ a b c Hart BL, Biological basis of the behavior of sick animals, in Neurosci Biobehav Rev, vol. 12, n. 2, 1988, pp. 123–37, DOI:10.1016/S0149-7634(88)80004-6, PMID 3050629.
  2. ^ a b Chu LF, Angst MS, Clark D, Opioid-induced hyperalgesia in humans: molecular mechanisms and clinical considerations, in Clin J Pain, vol. 24, n. 6, 2008, pp. 479–96, DOI:10.1097/AJP.0b013e31816b2f43, PMID 18574358.
  3. ^ Marchand F, Perretti M, McMahon SB, Role of the immune system in chronic pain, in Nat. Rev. Neurosci., vol. 6, n. 7, luglio 2005, pp. 521–32, DOI:10.1038/nrn1700, PMID 15995723.
  4. ^ Ikeda H, Stark J, Fischer H, et al., Synaptic amplifier of inflammatory pain in the spinal dorsal horn, in Science, vol. 312, n. 5780, giugno 2006, pp. 1659–62, DOI:10.1126/science.1127233, PMID 16778058.
  5. ^ Kelley KW, Bluthé RM, Dantzer R, et al., Cytokine-induced sickness behavior, in Brain Behav. Immun., vol. 17, Suppl 1, febbraio 2003, pp. S112–8, DOI:10.1016/S0889-1591(02)00077-6, PMID 12615196.
  6. ^ Maier SF, Wiertelak EP, Martin D, Watkins LR, Interleukin-1 mediates the behavioral hyperalgesia produced by lithium chloride and endotoxin, in Brain Res., vol. 623, n. 2, ottobre 1993, pp. 321–4, DOI:10.1016/0006-8993(93)91446-Y, PMID 8221116.
  7. ^ DuPen A, Shen D, Ersek M, Mechanisms of opioid-induced tolerance and hyperalgesia, in Pain Manag Nurs, vol. 8, n. 3, settembre 2007, pp. 113–21, DOI:10.1016/j.pmn.2007.02.004, PMID 17723928.
  8. ^ Mitra S, Opioid-induced hyperalgesia: pathophysiology and clinical implications, in J Opioid Manag, vol. 4, n. 3, 2008, pp. 123–30, PMID 18717507.
  9. ^ Okuda-Ashitaka E, Minami T, Matsumura S, et al., The opioid peptide nociceptin/orphanin FQ mediates prostaglandin E2-induced allodynia, tactile pain associated with nerve injury, in Eur. J. Neurosci., vol. 23, n. 4, febbraio 2006, pp. 995–1004, DOI:10.1111/j.1460-9568.2006.04623.x, PMID 16519664. URL consultato il 25 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 10 dicembre 2019).
  10. ^ Fu X, Zhu ZH, Wang YQ, Wu GC, Regulation of proinflammatory cytokines gene expression by nociceptin/orphanin FQ in the spinal cord and the cultured astrocytes, in Neuroscience, vol. 144, n. 1, gennaio 2007, pp. 275–85, DOI:10.1016/j.neuroscience.2006.09.016, PMID 17069983.
  11. ^ Chen Y, Sommer C, Activation of the nociceptin opioid system in rat sensory neurons produces antinociceptive effects in inflammatory pain: involvement of inflammatory mediators, in J. Neurosci. Res., vol. 85, n. 7, maggio 2007, pp. 1478–88, DOI:10.1002/jnr.21272, PMID 17387690.
  12. ^ Tamai H, Sawamura S, Takeda K, Orii R, Hanaoka K, Anti-allodynic and anti-hyperalgesic effects of nociceptin receptor antagonist, JTC-801, in rats after spinal nerve injury and inflammation, in Eur. J. Pharmacol., vol. 510, n. 3, marzo 2005, pp. 223–8, DOI:10.1016/j.ejphar.2005.01.033, PMID 15763246.
  13. ^ de Plater GM, Milburn PJ, Martin RL, Venom from the platypus, Ornithorhynchus anatinus, induces a calcium-dependent current in cultured dorsal root ganglion cells, in J. Neurophysiol., vol. 85, n. 3, marzo 2001, pp. 1340–5, PMID 11248005.
  14. ^ Sindrup SH, Otto M, Finnerup NB, Jensen TS, Antidepressants in the treatment of neuropathic pain, in Basic Clin. Pharmacol. Toxicol., vol. 96, n. 6, giugno 2005, pp. 399–409, DOI:10.1111/j.1742-7843.2005.pto_96696601.x, PMID 15910402. URL consultato il 25 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 10 dicembre 2019).
  15. ^ Matsuzawa-Yanagida K, Narita M, Nakajima M, et al., Usefulness of antidepressants for improving the neuropathic pain-like state and pain-induced anxiety through actions at different brain sites, in Neuropsychopharmacology, vol. 33, n. 8, luglio 2008, pp. 1952–65, DOI:10.1038/sj.npp.1301590, PMID 17957217.
  16. ^ Koppert W, Wehrfritz A, Körber N, et al., The cyclooxygenase isozyme inhibitors parecoxib and paracetamol reduce central hyperalgesia in humans, in Pain, vol. 108, 1–2, marzo 2004, pp. 148–53, DOI:10.1016/j.pain.2003.12.017, PMID 15109518.
  17. ^ Stubhaug A, Romundstad L, Kaasa T, Breivik H, Methylprednisolone and ketorolac rapidly reduce hyperalgesia around a skin burn injury and increase pressure pain thresholds, in Acta Anaesthesiol Scand, vol. 51, n. 9, ottobre 2007, pp. 1138–46, DOI:10.1111/j.1399-6576.2007.01415.x, PMID 17714578.
  18. ^ Gottrup H, Juhl G, Kristensen AD, et al., Chronic oral gabapentin reduces elements of central sensitization in human experimental hyperalgesia, in Anesthesiology, vol. 101, n. 6, dicembre 2004, pp. 1400–8, PMID 15564948.
  19. ^ Chizh BA, Göhring M, Tröster A, Quartey GK, Schmelz M, Koppert W, Effects of oral pregabalin and aprepitant on pain and central sensitization in the electrical hyperalgesia model in human volunteers, in Br J Anaesth, vol. 98, n. 2, febbraio 2007, pp. 246–54, DOI:10.1093/bja/ael344, PMID 17251214.
  20. ^ Warncke T, Stubhaug A, Jørum E, Ketamine, an NMDA receptor antagonist, suppresses spatial and temporal properties of burn-induced secondary hyperalgesia in man: a double-blind, cross-over comparison with morphine and placebo, in Pain, vol. 72, 1–2, agosto 1997, pp. 99–106, DOI:10.1016/S0304-3959(97)00006-7, PMID 9272793.
  21. ^ De Kock MF, Lavand'homme PM, The clinical role of NMDA receptor antagonists for the treatment of postoperative pain, in Best Pract Res Clin Anaesthesiol, vol. 21, n. 1, marzo 2007, pp. 85–98, DOI:10.1016/j.bpa.2006.12.006, PMID 17489221.
  22. ^ Klein T, Magerl W, Hanschmann A, Althaus M, Treede RD, Antihyperalgesic and analgesic properties of the N-methyl-D-aspartate (NMDA) receptor antagonist neramexane in a human surrogate model of neurogenic hyperalgesia, in Eur J Pain, vol. 12, n. 1, gennaio 2008, pp. 17–29, DOI:10.1016/j.ejpain.2007.02.002, PMID 17449306.
  23. ^ Christoph T, Kögel B, Strassburger W, Schug SA, Tramadol has a better potency ratio relative to morphine in neuropathic than in nociceptive pain models, in Drugs R D, vol. 8, n. 1, 2007, pp. 51–7, DOI:10.2165/00126839-200708010-00005, PMID 17249849.
  24. ^ Vorobeychik Y, Chen L, Bush MC, Mao J, Improved opioid analgesic effect following opioid dose reduction, in Pain Med, vol. 9, n. 6, settembre 2008, pp. 724–7, DOI:10.1111/j.1526-4637.2008.00501.x, PMID 18816332. URL consultato il 26 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 5 gennaio 2013).

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