Isabel Allende

scrittrice cilena
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Isabel Allende Llona (Lima, 2 agosto 1942) è una scrittrice e giornalista cilena naturalizzata statunitense.

Isabel Allende a Francoforte sul Meno

È una delle autrici più conosciute e amate della letteratura ispanoamericana contemporanea. La casa degli spiriti è il suo romanzo più famoso che le è valsa questa posizione nell'empireo letterario del colorato continente latino. Ha scritto romanzi basati sulle sue esperienze di vita, ma ha anche parlato delle vite di altre donne, unendo mito e realismo. Ha partecipato a molti tour mondiali per promuovere i suoi libri e ha anche insegnato letteratura in vari college statunitensi. Vive in California dal 1989 e ha ottenuto la cittadinanza statunitense nel 2003.

BiografiaModifica

A tre anni dalla sua nascita, in Perù, nel 1945 il padre, il diplomatico cileno Tomás Allende, divorzia e lascia la famiglia; la madre decide di tornare in Cile con i tre figli e andare a vivere nella casa del nonno a Santiago. Grazie all'aiuto del cugino del padre, Salvador Allende, futuro presidente del Cile (assassinato[1] durante il colpo di Stato del 1973) a Isabel e ai suoi fratelli non mancherà la possibilità di studiare e di vivere senza problemi economici. La casa del nonno sarà poi evocata nel primo romanzo, La casa degli spiriti, che nel 1982 le darà la notorietà e che trae spunto dalle vicende della famiglia Allende. Il giorno 8 gennaio 1981 ricevette una telefonata in cui veniva avvisata delle gravi condizioni di salute del nonno: Isabel cominciò così a scrivergli una lettera che sarebbe poi diventata un libro intero: La casa degli spiriti. Da allora ogni nuovo libro viene iniziato dalla Allende lo stesso giorno dell'anno, l'8 gennaio.

Nel 1953 la madre si risposa con un diplomatico e a causa del suo lavoro la famiglia si trasferisce all'estero, prima in Bolivia, dove studia in una scuola USA, poi in Europa e infine in Libano, studiando in un collegio inglese. Tornata in Cile nel 1959, nel 1962 si sposa con Michael Frías, da cui avrà due figli, Paula e Nicolás. Da questo momento si dedicherà al giornalismo, mestiere che sarà da lei sempre molto apprezzato. Dopo il colpo di Stato di Pinochet dell'11 settembre 1973, lascia il Cile nel 1975 trasferendosi a Caracas, in Venezuela, dove rimane fino al 1988. A quell'anno risalgono il divorzio da Frías e il successivo matrimonio con William Gordon, con conseguente trasferimento in California, dove risiede tuttora, a San Rafael, separandosi nel 2015 dal marito[2].

Vincitrice nel 1988 dell'American Book Awards con il romanzo Eva Luna[3], ne Il mio paese inventato Isabel rivela che Il piano infinito parla della vita di suo marito William. Nel 1991 improvvisamente la figlia Paula, a ventotto anni, si ammala di una malattia rara e gravissima, la porfiria, che la trascina in un lungo coma. La madre Isabel non abbandona la figlia e rimane al suo capezzale per tutto il tempo; proprio in quel periodo comincia a scrivere, raccontando i ricordi della loro vita insieme in una commovente autobiografia. Un anno dopo sua figlia muore, nel 1992, la Allende pubblica gli scritti nel libro Paula (1995). Tre anni dopo, nel 1997, raccoglie alcune delle lettere di solidarietà e affetto ricevute da tutto il mondo nel libro Per Paula. Come molte altre personalità, nel 2000 ha partecipato alla vasta campagna di sensibilizzazione mondiale "Respect" promossa dall'Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite: sulle note dell'omonima canzone di Aretha Franklin, diversi personaggi noti (fra cui, oltre alla stessa Allende, anche il segretario di stato Madeleine Albright e il premio Nobel Rigoberta Menchú) hanno cantato e ballato. La campagna ha celebrato allo stesso tempo i primi cinquant'anni di attività dell'agenzia e i 50 milioni di rifugiati che sono riusciti a ricostruirsi una vita nella nuova terra d'adozione.

In tempi più recenti Allende si è dedicata alla stesura di una trilogia per ragazzi dedicata ai nipoti: i primi volumi sono stati La città delle bestie e Il regno del drago d'oro, a cui è seguito l'ultimo volume La foresta dei pigmei. Il suo primo romanzo giallo è intitolato Il gioco di Ripper (2013).

Il 10 febbraio 2006 ha partecipato alla Cerimonia di apertura dei XX Giochi olimpici invernali di Torino 2006 portando, insieme ad altre sette donne famose, la bandiera olimpica. Nel 1998 ha Ricevuto a Capri il Premio Malaparte. Nel maggio 2007 è stata insignita a Trento della laurea honoris causa in lingue e letterature moderne euroamericane. Nel settembre 2010 è stata insignita del Premio Nazionale di Letteratura del Cile.

È cugina della deputata cilena Isabel Allende Bussi.

Stile e temiModifica

In campo letterario, la Allende confessa che quando inizia a scrivere genera un luogo, un tempo e i personaggi e la storia si creano da soli, vale a dire che non ha un piano iniziale con tutte le azioni. Alcuni suoi libri sono nati da lettere o riflessioni personali. Esempi di questo sono La casa degli spiriti e Paula che scrisse come omaggio alla figlia. Sebbene molti studiosi hanno catalogato le opere della Allende nel genere autobiografico, lei stessa afferma che è più una «memoria», perché non è una biografia propriamente detta, ma una collezione di ricordi più vicina alla finzione che alla realtà, malgrado si sia ispirata a essa.[4]

L'umorismo è parte integrante dei suoi scritti, sia nelle opere giornalistiche che in quelle letterarie. La Allende confessa che si è abituata a scrivere in questo modo come giornalista e ora, grazie a questo, riesce a vedere dietro a ogni storia, a ogni singolo caso, una visione alternativa. Ne La città delle bestie il suo tentativo è quello di raggiungere i lettori più giovani. Decise di scriverlo dopo due libri nei quali c'era molta ricerca storica; questo nuovo libro segnava una pausa che poteva catturare maggiormente la loro immaginazione, dato che il romanzo storico richiede sempre che i fatti vengano verificati molto scrupolosamente.[senza fonte]

"Quando ero una giornalista gli altri erano la mia storia"; la Allende si sentiva autorizzata a suonare il campanello di una casa, entrarci dentro e fare domande o fermare uno sconosciuto per strada e interrogarlo su cose personali (pensieri).

Oltre a opere autobiografiche, la Allende ha scritto anche romanzi storici, come Inés dell'anima mia, basata sulla vita di Ines Suarez, la prima spagnola ad aver raggiunto il Perù, o L'isola sotto il mare che racconta la vita di una schiava di nome Zarité a Santo Domingo, ora Haiti, alla fine del XVIII secolo.[5]

La sua opera è stata classificata nel movimento letterario conosciuto come posboom, anche se alcuni studiosi preferiscono il termine novisima literatura. Questo movimento è caratterizzato dal ritorno al realismo, da una prosa più facile da leggere, perché si perde la preoccupazione di creare nuovi modelli di scrittura (metaletteratura), dall'accento sulla storia, la cultura locale, tra le altre cose. Nel 2012 decise di entrare nel campo del romanzo poliziesco, genere a cui si dedica dal 2006 il suo ex marito, William C. Gordon[6], e ha scritto Il gioco di Ripper che ha consegnato nel dicembre dello stesso anno al suo agente Carmen Balcells[7].

OpereModifica

FilmografiaModifica

Film tratti dai suoi romanzi:

AudiolibriModifica

OnorificenzeModifica

  Medaglia presidenziale della libertà (Stati Uniti)
— 24 novembre 2014

NoteModifica

  1. ^ Salvador Allende fu assassinato, su doppiozero.com.
  2. ^ Isabel Allende se separa de Willie Gordon después de 27 años de matrimonio | loc | EL MUNDO
  3. ^ (EN) 18 Authors Are Recipients Of American Book Awards, su nytimes.com, 2 luglio 1989. URL consultato il 31 marzo 2020.
  4. ^ Celia Correas Zapata, La vita secondo Isabel : Isabel Allende da La casa degli spiriti a La figlia della fortuna, Milano, Feltrinelli, 2001, p. 9.
  5. ^ Recensione di L’isola sotto il mare di Isabel Allende, su leggereacolori.com. URL consultato il 9 agosto 2022.
  6. ^ William C. Gordon el escritor al lado de Isabel Allende, su diario.elmercurio.com.
  7. ^ Javier García, Isabel Allende muestra nuevas armas: debuta en la novela policial, in http://www.latercera.com/noticia/isabel-allende-muestra-nuevas-armas-debuta-en-la-novela-policial/.

BibliografiaModifica

  • Zapata Celia Correas, La vita secondo Isabel, traduzione di S.Lazzaroni e S.Cherchi, Feltrinelli, 2001, ISBN 978-88-07840-04-3.
  • Ornella Spagnulo, Il reale meraviglioso di Isabel Allende, Aracne, 2009, ISBN 978-88-54828-04-9.

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Collegamenti esterniModifica

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