Iso Grifo

autovettura del 1965 prodotta dalla Iso Rivolta

La Iso Grifo è una coupé sportiva ad alte prestazioni costruita dalla Iso SPA, tra il 1965 e il 1974.

Iso Grifo
Descrizione generale
CostruttoreBandiera dell'Italia Iso Rivolta
Tipo principaleCoupé
Produzionedal 1965 al 1974
Esemplari prodotti412[senza fonte]
Altre caratteristiche
Dimensioni e massa
Lunghezza4430 mm
Larghezza1770 mm
Altezza1200 mm
Passo2500 mm
Massa1380 a vuoto kg
Altro
ProgettoGiotto Bizzarrini
StileBertone
Giorgetto Giugiaro
Auto similiAston Martin DB6
De Tomaso Mangusta
Ferrari 275 GTB
Jaguar E-Type
Lamborghini Miura
Maserati Ghibli

Il contesto modifica

L'intenzione della Iso, nel varare il progetto della "Grifo", era di realizzare una vettura che risultasse una via di mezzo tra i mastodontici coupé americani e le filanti berlinette sportive europee, riuscendo a concentrare, senza troppe rinunce o eccessi, il comfort e l'affidabilità degli uni, con l'eleganza e le prestazioni delle altre.

La difficile opera venne affidata, per la parte tecnica, a Giotto Bizzarrini, celebre progettista e già consulente Alfa Romeo e Ferrari, affiancato dalla Bertone per la parte estetica.

Il nuovo modello fu pronto in pochi mesi, in quanto si decise di procedere accorciando il telaio della "GT", sempre progettata da Bizzarrini, e venne presentato al Salone dell'automobile di Torino del 1963, con la denominazione "A 3 L Grifo".

La industrializzazione fu ben più laboriosa, anche rallentata dall'insorgere di qualche divergenza di vedute tra l'azienda ed il progettista, che lasciò la ISO nel 1964, dopo aver realizzato la "A 3 C", versione della "Grifo" destinata alle competizioni.

Le consegne iniziarono nei primi mesi del 1965, rivelando il gradimento della vettura presso un pubblico decisamente facoltoso, anche considerato il costo di quasi 8.000.000 di lire, all'epoca sufficienti per l'acquisto di un appartamento nel centro di Milano.

La Iso Grifo rimase in produzione, con poche modifiche, soprattutto inerenti alle motorizzazioni, fino alla chiusura dell'azienda di Bresso.

La Grifo "A 3 C" modifica

Non appena definito il modello stradale, Giotto Bizzarrini dedicò ogni sua energia alla versione per le corse, denominata "A 3 C". La carrozzeria, realizzata a Modena presso la Carrozzeria Sports Cars di Piero Drogo, venne alleggerita e variata la distribuzione delle masse, mediante l'arretramento del motore.

Il chiaro obiettivo di Bizzarrini era di riuscire, in breve tempo, a realizzare una vettura in grado di confrontarsi con la Ferrari 250 GTO, che spadroneggiava sulle piste di tutta Europa, ultimo suo progetto realizzato per la Ferrari, prima del burrascoso distacco dalla casa modenese.

Nel 1964 La Iso Grifo A3C partecipò alla 24 Ore di Le Mans alla guida dei piloti Pierre Noblet e Edgar Berney.

Le esigenze del progettista, però, erano completamente diverse da quelle aziendali, che non prevedevano alcun serio programma sportivo, fatta eccezione per estemporanee partecipazioni ad alcune gare sportive, per mero interesse pubblicitario e di "blasone".

Dimostrandosi la divergenza insanabile, il progettista lasciò la Iso per fondare, a Livorno, la Società Prototipi Bizzarrini e produrre in proprio la vettura.

Versioni modifica

  • A 3 L Grifo (1965)
  • Grifo GL (1965 - 1970)
  • Grifo 7 litri (1968 - 1970)
  • Grifo IR8 (1971 - 1974)
  • Grifo IR8 Can-Am (1971 - 1974)

Dati tecnici modifica

Caratteristiche tecniche - Iso Grifo GL 365 del 1967
Configurazione
Carrozzeria: Coupé Posizione motore: anteriore longitudinale Trazione: posteriore
Dimensioni e pesi
Ingombri (lungh.×largh.×alt. in mm): 4430 × 1770 × 1200 Diametro minimo sterzata: 12 m
Interasse: 2500 mm Carreggiate: anteriore ? - posteriore ? mm Altezza minima da terra:
Posti totali: 2 Bagagliaio: Serbatoio: 100 l di cui 22 di riserva
Masse / in ordine di marcia: 1.640 kg
Meccanica
Tipo motore: Chevrolet 8 cilindri a V ciclo Otto, corsa corta Cilindrata: (Alesaggio x corsa = 101,6 x 82,5 mm), 5.358,6 cm³
Distribuzione: a 2 valvole con aste e bilancieri e albero a camme centrale mosso a catena Alimentazione: 1 carburatore quadricorpo invertito Rochester 4 MV
Prestazioni motore Potenza: 350 CV SAE a 5.600 giri/min / Coppia: 49,8 mkg SAE a 3.600 giri/min
Accensione: a bobina e spinterogeno Impianto elettrico: 12 V
Frizione: monodisco a secco a diaframma Cambio: a 4 rapporti sincronizzati + RM
Telaio
Corpo vettura telaio a pianale portante
Sterzo a circolazione di sfere
Sospensioni anteriori: a ruote indipendenti, trapezi, molle elicoidali, ammortizzatori idraulici telescopici / posteriori: ponte De Dion con molle elicoidali, bracci longitudinali di spinta e reazione e bracci trasversali (sistema Watt), ammortizzatori idraulici telescopici
Freni anteriori: a disco / posteriori: a disco, con comando idraulico, servofreno a depressione. Freno a mano sulle posteriori con comando meccanico
Pneumatici 205 x 15"
Prestazioni dichiarate
Velocità: 260 km/h Accelerazione: sul km da fermo 26,72 s
Consumi a 80 km/h: 11,50 - a 120 km/h: 12,10 - a 200 km/h: 20,85 l/100 km
Fonte dei dati: Catalogo mondiale dell'automobile 1971

La "Grifo 90" modifica

 
La Grifo 90 Mako Shark

La Iso Grifo 90 fu disegnata nel 1991 da Marcello Gandini, già padre di un restyling della "Grifo" degli anni '70. Il progetto del telaio venne affidato a Gian Paolo Dallara che operò su meccanica "Corvette", espressamente modificata per la "Grifo 90" e portata alla potenza di 440 CV dalla Callaway. La vettura doveva essere prodotta in serie limitata a partire dal 1994 nell'impianto di Conversano (BA) dove venivano prodotti gli autobus Isobus, su pianale Mercedes. Tuttavia, dopo l'estate '92, una crisi nel settore degli autobus impedì la messa in produzione della supercar italiana[1]. Nel mese di aprile 2010 quest'auto ha trovato realizzazione ed è stata immatricolata la prima di una serie limitata e numerata, in origine erano previsti 12 esemplari, approvati da Piero Rivolta e realizzati da Mako Shark.[2].

Note modifica

  1. ^ Storia della Grifo 90 su autoblog, su autoblog.it. URL consultato il 10 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 1º maggio 2010).
  2. ^ Articolo di omniauto, su omniauto.it.

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