Italia centrale
Italia centrale | |
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Stati | ![]() |
Territorio | Lazio, Marche, Toscana e Umbria |
Superficie | 58 052 km² |
Abitanti | 12 067 524[1] (31-12-2016) |
Densità | 207,87 ab./km² |
L'Italia centrale, Centritalia, Centro Italia o più semplicemente Centro, è quella parte del territorio italiano che, nella definizione dell'Istat adottata anche dall'Eurostat[2], comprende le regioni Lazio, Marche, Toscana e Umbria. Seppure l'Abruzzo sia geograficamente parte dell'Italia centrale, esso viene fatto confluire nell'Italia meridionale per il suo contesto storico e culturale[3].
Geografia fisicaModifica
È attraversata dagli Appennini settentrionali e centrali ed è bagnata ad est dal mare Adriatico, ad ovest dal mar Tirreno e dal mar Ligure. I principali fiumi di questa porzione di territorio sono l'Arno ed il Tevere con i loro affluenti. I laghi più importanti sono il Trasimeno, il lago di Bolsena e il lago di Bracciano. Da un punto di vista altimetrico l'Italia centrale ha un territorio prevalentemente collinare (68,9%). Le zone montuose e quelle pianeggianti equivalgono rispettivamente al 26,9% ed al 4,2% della ripartizione territoriale.
ConfiniModifica
Tracciare un netto confine di separazione dell’Italia centrale dal resto è assai arduo, sia da un punto di vista geografico che storico-dialettale. A livello linguistico alcuni territori rientranti nella suddivisione amministrativa del Centro Italia parlano dialetti affini a quelli dell’Italia del Nord, poiché le vicende storiche che si susseguirono nel corso del tempo spostarono numerose volte i confini delle periferie dei vari imperi e nazioni passati come dimostra il caso dell’attuale Emilia-Romagna centro-orientale (da Rimini a Bologna e Ferrara) che fu per un periodo terra pontificia come Lazio, Umbria e Marche. I confini del papato lambirono infatti, durante la loro massima espansione settentrionale, il Veneto meridionale (Rovigo) e tali cambiamenti amministrativi crearono un rimescolamento etnico e linguistico i cui effetti sono ancora oggi visibili.
A tal proposito si tenga presente, ad esempio, che sono legate linguisticamente alla Romagna (Nord Italia) la Romagna toscana (territorio appartenente al Granducato di Toscana prima e ora alla regione Toscana), la provincia di Pesaro e Urbino (storicamente da sempre parte delle Marche ma linguisticamente galloitalica) e l'Umbria settentrionale con Città di Castello, dove vi è la presenza di alcuni fenomeni linguistici di tipo romagnolo, come ad esempio la palatalizzazione di a tonica in sillaba libera, che si riscontra pure nel dialetto toscano di Sansepolcro dell'Alta Valle del Tevere. Un altro caso, sempre in Toscana, riguarda il dialetto della provincia di Massa-Carrara e della Lunigiana, assai affine all’emiliano pur essendo amministrativamente sotto Firenze. Si ricava da ciò che il concetto di Italia Centrale è abbastanza effimero, poco corretto storicamente e linguisticamente. Cosa certa è comunque la sua espansione verso nord nel versante occidentale tirrenico (dialetto toscano), mentre su quello adriatico le vicende storiche legate alla Pianura Padana hanno favorito le parlate galloitaliche, determinando uno sbilanciamento ovest-est del Nord Italia etno-linguistico a favore di quest’ultima zona.
Per quanto riguarda l'Abruzzo, è considerato geograficamente come parte dell'Italia centrale. Tuttavia, a causa della sua storica appartenenza al Regno delle Due Sicilie, viene solitamente fatto confluire nell'Italia meridionale, così come riconosciuto dall’amministrazione pubblica italiana ed europea, che lo considera ufficialmente come regione meridionale. Anche il dialetto abruzzese (ad esclusione di quello aquilano) e perfino i dialetti marchigiani meridionali (questi ultimi parlati in territori mai annessi al Regno di Napoli) appartengono al gruppo meridionale intermedio.
Analoga situazione si presenta per due territori laziali (circondari di Sora e Gaeta) i quali, pur considerati appartenenti all'Italia centrale, dal punto di vista storico, geografico, ma anche linguistico e culturale dovrebbero essere considerati parte dell'Italia Meridionale, poiché prima del 1860 appartenevano al Regno delle Due Sicilie:
- l'ex circondario di Cittaducale (incorporato, fin dal 1927, alla provincia di Rieti, facente prima parte dell'Abruzzo Ulteriore II;
- gli ex-circondari di Sora e di Gaeta dal 1927 aggregati al basso Lazio)[4].
StoriaModifica
DemografiaModifica
La popolazione residente nell'Italia Centrale ammonta a 12.067.524 abitanti[1].[5]
RegioniModifica
Regione | Capoluogo | Abitanti |
---|---|---|
Lazio | Roma | 5.885.917 |
Marche | Ancona | 1.544.715 |
Toscana | Firenze | 3.745.593 |
Umbria | Perugia | 892.294 |
Comuni più popolosiModifica
Di seguito si riporta l'elenco della popolazione residente nei comuni con più di 50.000 abitanti[5].
ProvinceModifica
EconomiaModifica
Utilizzando la distinzione in tre Italie industriali di Arnaldo Bagnasco, gran parte dell'Italia centrale farebbe parte della "Terza Italia",[6] quella caratterizzata da un'industria, tranne alcune grandi multinazionali, espressa da piccole e medie aziende scarsamente legate agli aiuti di Stato. Il turismo (naturale, artistico, commerciale e sportivo) è assai sviluppato ovunque.
Terni è leader nel settore siderurgico e nella fattispecie in quello dell'acciaio inossidabile. Il suo polo industriale è secondo per grandezza e primo per produttività in Italia.
Fabriano (AN) è famosa per la produzione di carta (Cartiere Miliani, Museo della carta e della filigrana) e per le fabbriche della famiglia Merloni: Indesit Company, Ariston Thermo Group e Antonio Merloni. È quindi un importante polo industriale, grazie alla produzione di elettrodomestici e di cappe aspiranti, settore in cui la città è prima in Italia, grazie a industrie quali Elica, Best e Faber.
In Alta Valle del Tevere, Città di Castello (PG) è ben nota per la produzione tipografica, avviata sul finire del XIX secolo, e le industrie tessili, del legno e metalmeccaniche, con alcuni marchi di rilievo internazionale; significativo l'artigianato del ferro. La limitrofa Sansepolcro è sede di importanti industrie alimentari, tra cui spiccano la Buitoni e Aboca, qui fondate rispettivamente nel 1827 e 1978 e oggi note a livello mondiale, un centro di ricerca della Nestlé e numerose aziende di medie e piccole dimensioni nel settore tessile e abbigliamento; l'artigianato si caratterizza per la lavorazione dell'oro, del legno e del merletto.
NoteModifica
- ^ a b Dato Istat al 31/12/2016
- ^ Classificazione ufficiale NUTS Nomenclature of Territorial Units for Statistics, Eurostat. URL consultato il 5 febbraio 2011.
- ^ Piergiorgio Landini, Paola Salvatori, Enciclopedia Italiana, VII Appendice, Treccani, 2006. URL consultato il 12 ottobre 2019.
- ^ Ad eccezione di una limitata porzione di territorio del Circondario di Gaeta che non venne annesso al Lazio nel 1927
- ^ a b Dato Istat al 31/08/2015
- ^ Secondo Bagnasco, le regioni che fanno parte della Terza Italia sono: Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche e le province autonome di Trento e di Bolzano (cfr. Bagnasco A., Tre Italie. La problematica territoriale dello sviluppo italiano, Bologna, Il Mulino, 1977, apud Munegato, M., Modelli di governance dei sistemi produttivi locali. L'ufficio distretti della CCIAA di Vicenza; Università degli Studi di Padova, 2008.)
Voci correlateModifica
Altri progettiModifica
- Wikisource contiene alcuni canti dell'Italia Centrale
- Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Italia Centrale
Collegamenti esterniModifica
- Sito ufficiale dell'Istat, su istat.it.
- Demo-Istat, su demo.istat.it.