Jean-Marie Le Pen

politico francese

Jean Louis Marie Le Pen (La Trinité-sur-Mer, 20 giugno 1928) è un politico francese, ex leader e fondatore del partito politico di estrema destra Front National.

Jean-Marie Le Pen
Jean-Marie Le Pen nel 2019

Presidente onorario del Front National
Durata mandato16 gennaio 2011 –
11 marzo 2018
Predecessorecarica istituita
Successorecarica abolita

Presidente del Front National
Durata mandato5 ottobre 1972 –
16 gennaio 2011
Predecessorecarica istituita
SuccessoreMarine Le Pen

Capogruppo delle Destre europee al Parlamento europeo
Durata mandato24 luglio 1984 –
25 luglio 1989
Predecessoregruppo istituito
Successoregruppo abolito

Consigliere regionale della
Provenza-Alpi-Costa Azzurra
Durata mandato22 marzo 1992 –
24 febbraio 2000

Durata mandato21 marzo 2010 –
13 dicembre 2015
CircoscrizioneAlpi Marittime

Deputato francese
Durata mandato19 gennaio 1956 –
9 ottobre 1962

Durata mandato2 aprile 1986 –
14 maggio 1988
LegislaturaIII (Quarta Repubblica),
I, VIII (Quinta Repubblica)
Gruppo
parlamentare
III (Quarta Repubblica):
- UFF (1956-1957)
- Non iscritto (1957-1958)
I:
- CNIP (1958-1962)
VIII (Quinta Repubblica):
- FN-RN (presidente)
CircoscrizioneIII (Quarta Repubblica):
- 1ª della Senna
I:
- 3ª della Senna
VIII (Quinta Repubblica): Parigi
Sito istituzionale

Europarlamentare
Durata mandato24 luglio 1984 –
1º luglio 2019
LegislaturaII, III, IV, V, VI, VII, VIII
Gruppo
parlamentare
II, III, IV, V, VII, VIII: NI
VI: Euronat
CircoscrizioneII, III, IV, V: Francia
VI, VII, VIII: Francia sud-orientale
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoComités Jeanne (dal 2016)
In precedenza
CNIP (1949-1956)
UFF (1956-1957)
FNC (1957-1972)
FN (1972-2015)
Indipendente (2015-2016)
Università
ProfessioneEditore
FirmaFirma di Jean-Marie Le Pen
Jean-Marie Le Pen
NascitaLa Trinité-sur-Mer, 20 giugno 1928
Dati militari
Paese servitoBandiera della Francia Francia
Forza armata Armée de terre
Unità Legione straniera francese
1º Reggimento paracadutisti stranieri
Anni di servizio1953–1955
1956–1957
GradoTenente
GuerrePrima guerra d'Indocina
Crisi di Suez
Guerra d'Algeria
voci di militari presenti su Wikipedia

Deputato all'Assemblea nazionale e per più legislature all'Europarlamento, Le Pen è famoso per le sue posizioni estremamente conservatrici e reazionarie, che lo hanno spesso portato a dichiarazioni controverse, e per aver richiesto forti politiche di rafforzamento della legge, tra cui la reintroduzione della pena di morte, forti restrizioni sull'immigrazione da paesi extraeuropei e ritiro della Francia, o maggiore indipendenza, dall'Unione europea.

Si è candidato in diverse elezioni presidenziali francesi, arrivando al ballottaggio del secondo turno contro Jacques Chirac nelle elezioni presidenziali del 2002, quando ottenne il 17,79 %. Nelle elezioni presidenziali del 2007 ha ottenuto al primo turno 3.834.530 voti (10,44%), venendo escluso dal successivo ballottaggio (che vedrà vincitore Nicolas Sarkozy).[1]

Dopo aver lasciato nel 2011 alla figlia Marine la guida del FN, è stato espulso dal partito nel 2015 per divergenze politiche ormai consolidate.[2]

Biografia

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Jean-Marie Le Pen è il figlio di Jean Le Pen (1901-1942), pescatore e presidente dell'associazione dei veterani e l'assessore di La Trinité-sur-Mer, e di Anne-Marie Hervé (1904-1965), sarta e figlia di agricoltori provenienti da Locmariaquer e Le Bono nel Morbihan in Bretagna.

Ha iniziato la sua carriera politica a Tolosa come capo dell'Unione studentesca. Dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza, nel 1953 si arruolò nella Legione straniera. Arrivò come sottotenente in Indocina nel 1954, quindi in Algeria e fu poi inviato a Suez nel 1956, ma arrivò solo dopo il cessate il fuoco.

Nel 1960 sposa Pierrette Lalanne da cui ha 3 figli, nel 1987 divorzia e rifiuta di pagare gli alimenti alla moglie, la quale appare su Playboy seminuda nella veste di cameriera sexy.

Carriera politica

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Deputato all'Assemblea nazionale

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Nel 1956 divenne il più giovane membro dell'Assemblea nazionale francese, eletto per Unione e Fraternità Francese, il partito di Pierre Poujade. Gli fu concesso di restare in servizio ancora sei mesi nella Legione. Nel 1957 divenne il segretario generale dell'organizzazione di reduci Fronte Nazionale dei Combattenti. Rotto con Poujade, alle legislative del novembre 1958 con il Centro Nazionale degli Indipendenti e dei Contadini, fu rieletto all'Assemblea Nazionale, nel quale restò fino al 1962.

Nel 1965 fu il direttore della campagna delle presidenziali di Jean-Louis Tixier-Vignancour. Nel 1969 si avvicinò a Ordre nouveau.

Il Front National

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Nel 1972 fondò il Fronte Nazionale, un partito nazionalista di estrema destra, in opposizione al partito gollista. È stato candidato alle elezioni presidenziali del 1974 (0,75% dei voti), del 1988 (14,38%), del 1995 (15,00%), del 2002 (16,86% e 17,8% al ballottaggio) e del 2007. Nel 1981 non poté candidarsi, non avendo ottenuto le 500 firme di sindaci necessari.

Nel 1984 ottenne un seggio al Parlamento europeo, e dal 1986 al 1988 tornò deputato all'Assemblea Nazionale. Rieletto all'Europarlamento nel 1989, nel 1994 e nel 1999, fu privato del seggio il 10 aprile del 2003 dalla Corte di giustizia europea. Fu però rieletto al Parlamento europeo nel 2004.

Alle elezioni presidenziali del 2002 ottenne il 16,86% dei voti al primo turno, abbastanza per arrivare al ballottaggio, grazie al basso risultato del candidato socialista e Primo ministro Lionel Jospin. È stato il primo politico francese della destra non gollista ad arrivare al ballottaggio delle elezioni presidenziali. L'evento causò un grande movimento nell'opinione pubblica nazionale e più di un milione di persone prese parte a manifestazioni di piazza contro Le Pen, inoltre Chirac rifiutò il tradizionale duello televisivo prima del secondo turno.

 
Jean-Marie Le Pen parla all'annuale tributo del suo partito, il Front National a Giovanna d'Arco a Parigi nel 2007

Alle elezioni regionali in Francia del 2010 si candida in prima persona alla presidenza della Provence-Alpes-Côte d'Azur e ottiene il 20,29% dei voti al primo turno e il 22,87% al secondo; al termine di queste consultazioni in un'intervista afferma di essere politicamente "immortale"[3] e lascia trasparire una possibile successione della figlia Marine alla guida del FN in futuro[3].

Il 15 gennaio 2011 lascia la Presidenza del FN in favore della figlia Marine, che nel corso degli anni cambierà rotta al partito con la cosiddetta dédiabolisation, e diviene presidente onorario del Partito. È inoltre il nonno materno di Marion Maréchal, la più giovane parlamentare[4] della V Repubblica (anche lei esponente del FN, eletta deputata nel 2012 nel dipartimento di Vaucluse).

Nell'aprile 2015 definisce le camere a gas naziste quali semplice «dettaglio della storia» scatenando l'ira della figlia e perciò annuncia poi di voler rinunciare a presentarsi alle regionali di fine anno in Provenza-Alpi-Costa Azzurra perché "se devo sacrificare il futuro del movimento, non voglio essere io a causargli un danno", auspicando la candidatura della nipote Marion. Il 16 aprile viene ricoverato in ospedale per problemi cardiaci.

L'espulsione dal FN

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Nel maggio 2015 viene sospeso dal FN; nell'agosto 2015 viene infine espulso dal partito che aveva fondato e guidato per decenni[2].

Nel 2017 è entrato nel gruppo neofascista europeo Alleanza per la Pace e la Libertà (Apf), guidato da Roberto Fiore.[5] L'anno dopo ha annunciato che non si sarebbe più presentato come candidato in nessuna tornata elettorale.

Nell'agosto 2020 Jean-Marie Le Pen ha creato un istituto a suo nome per mettere a disposizione del grande pubblico gli archivi che ripercorrono la sua carriera politica.

Nell’aprile 2024, Jean Marie Le Pen è stato posto “sotto protezione legale” su richiesta della sua famiglia.[6]

Procedimenti giudiziari

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Nel 1996 è stato condannato da un tribunale francese per il reato di incitamento all'odio razziale per aver definito le camere a gas, in cui vennero sterminati gli ebrei, "un semplice dettaglio nella storia della seconda guerra mondiale".[7]

Nel 2012 viene condannato a 10 000 euro di multa per la frase: "almeno in Francia l'occupazione tedesca non era particolarmente disumana".[8]

Nel marzo 2018 è stato condannato, in via definitiva, a pagare una multa di 30 000 euro per aver nuovamente definito, nell'aprile del 2015, le camere a gas naziste come un "dettaglio" della storia della seconda guerra mondiale.[9]

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN85338986 · ISNI (EN0000 0001 2142 0678 · SBN MILV062330 · LCCN (ENn84234103 · GND (DE118839624 · BNE (ESXX996322 (data) · BNF (FRcb12013472b (data) · J9U (ENHE987007313634505171