Joachim Patinir

pittore fiammingo

Joachim Patinir, o Patinier o Patiner (Dinat o Bouvignes, 1485 circa – Anversa, 1524), è stato un pittore fiammingo, attivo soprattutto ad Anversa.

Albrecht Dürer: Ritratto di Patinir

Specializzato in paesaggi e soggetti storici, fu uno dei primi specialisti nella rappresentazioni di vedute, raccogliendo l'eredità della scuola danubiana[1].

San Cristoforo trasporta il Bambin Gesù (1522), Monastero dell'Escorial
San Girolamo in un paesaggio roccioso, Londra
Battesimo di Cristo, Vienna
Passaggio agli Inferi, Madrid

Biografia modifica

Formatosi a Bruges presso Gerard David, si trasferì poi ad Anversa, dove nel 1515 si iscrisse alla locale gilda dei pittori. La mancanza quasi assoluta di documentazione sulla sua vita e la sua opera rende particolarmente ardua la ricostruzione della sua attività, una difficoltà aggravata dalla confusione che si è accumulata nei secoli riguardo alle numerose opere non autografe e alle mediocri derivazioni di seguaci e copisti[2]. Solo cinque quadri sono firmati dall'artista[3]: Fuga in Egitto, San Girolamo (Karlsruhe), Battesimo di Cristo, San Girolamo (Madrid), Tentazione di sant'Antonio.

Molti altri gli sono stati attribuiti grazie ad affinità stilistiche; a tal riguardo, basti pensare che solo il museo del Prado ne espone ventuno.

In gioventù guardò sicuramente le opere di Hieronymus Bosch, dal quale riprese il gusto visionario e la particolare capacità di evocare scenari fantastici pieni di dettagli realistici assemblati in maniera fantasiosa[2]. La sua evoluzione artistica lo condusse alla produzione di opere paesaggistiche contenenti figure di grandi dimensioni, fino a una miniaturizzazione delle stesse, tale da renderle elementi di un microcosmo[4].

Gradualmente i paesaggi presero il sopravvento, rappresentati con toni di verde e di blu cobalto, con accesi contrasti tra parti di territorio serenamente abitate e parti selvagge, sconvolte da una natura bizzarra e densa di suggestioni[2].

Se la sua arte eccelleva, come si è detto, nel paesaggio, più limitato era nella pittura di figure, che considerava certamente un soggetto poco attraente, più che altro un pretesto per mettere in scena le sue ambiziose vedute naturali. Per questa ragione si legò ai principali maestri anversesi, tra cui in particolare Quentin Metsys, al quale chiese talvolta di dipingere le figure nelle sue opere[2].

Albrecht Dürer, di cui era intimo amico, fu anche testimone delle sue seconde nozze[5].

Fu zio di Herri met de Bles, col quale contribuì a iniziare la pittura di paesaggio.

Opere modifica

Opere firmate modifica

Img Titolo Data Tecnica h[6] l[6] Collocazione Note
01   Battesimo di Cristo 1510-1520 olio su tavola 59,7 76,3 Kunsthistorisches Museum, Vienna

Opere concordemente attribuite modifica

Img Titolo Data Tecnica h[6] l[6] Collocazione Note
01   Martirio di Santa Caterina d'Alessandria 1510-1515 olio su tavola 27 44 Kunsthistorisches Museum, Vienna
02   Passaggio agli Inferi 1520-1524 olio su tavola 34 25 Museo del Prado, Madrid
03   Distruzione di Sodoma e Gomorra 1520 olio su tavola 22,5 30 Museo Boijmans Van Beuningen, Rotterdam

Opere in collaborazione con Quentin Massys modifica

Img Titolo Data Tecnica h[6] l[6] Collocazione Note
01   San Cristoforo trasporta il Bambin Gesù 1522 olio su tavola 125 170 Monastero dell'Escorial, San Lorenzo de El Escorial

Opere di dubbia attribuzione modifica

Img Titolo Data Tecnica h[6] l[6] Collocazione Note
01

Note modifica

  1. ^ Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, I tempi dell'arte, volume 2, Bompiani, Milano 1999, pag. 179. ISBN 88-451-7212-0
  2. ^ a b c d Zuffi, cit., pag. 331.
  3. ^ Storia dell'arte, Einaudi editore
  4. ^ "Atlante della pittura - Maestri fiamminghi" di Luigi Mallé, ediz. De Agostini, Novara, 1965 (alla pag.37 - voce "Joachim Patinir")
  5. ^ C. De Seta in[1]
  6. ^ a b c d e f g h In centimetri
  7. ^ Scheda del dipinto di Joachim Patinir, Battaglia di Pavia, su khm.at.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

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Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN74123527 · ISNI (EN0000 0001 0823 3608 · BAV 495/9561 · CERL cnp00561973 · Europeana agent/base/153907 · ULAN (EN500019854 · LCCN (ENn81068576 · GND (DE118591975 · BNF (FRcb14965791s (data) · J9U (ENHE987007266468505171 · NDL (ENJA001192520 · WorldCat Identities (ENlccn-n81068576