Barroso è stato assistente presso la facoltà di giurisprudenza dell'Università di Lisbona e presso il dipartimento di scienze politiche dell'Università di Ginevra, in cui collaborò con Dusan Sidjanski e si occupò in particolare del pensiero di Denis de Rougemont[2]. È stato inoltre professore invitato alla Georgetown University dal 1996 al 1998. In tale università ottenne anche il diploma al "Georgetown Leadership Seminar"[3]. Barroso è stato direttore del dipartimento di relazioni internazionali dell'università Lusíada di Lisbona dal 1995 al 1999. Fondò e fu il primo direttore della rivista scientifica Revista de Ciencia Politica.
Barroso iniziò a svolgere attività politica ai tempi dell'università, prima della "rivoluzione dei Garofani" dell'aprile 1974. Barroso era uno dei leader della FEM-L (Federazione degli Studenti Marxisti-Leninisti), che era la sezione giovanile movimento clandestino maoista MRPP (Movimento Riorganizzativo del Partito del Proletariato), in seguito unitosi al Partito Comunista dei Lavoratori Portoghesi. Successivamente Barroso giustificò la sua scelta giovanile sostenendo che era stata motivata dalla dura opposizione della FEM-L contro il movimento giovanile del Partito comunista. Tuttavia, fonti dell'epoca testimoniano che Barroso appoggiava effettivamente posizioni maoiste e di sinistra[4].
Dopo la fine del regime di Salazar, nel dicembre 1980 Barroso aderì al Partito Social Democratico (PSD), principale movimento del centrodestra portoghese, del quale è membro ancor oggi. Ha fatto parte del Consiglio nazionale del partito ed è stato segretario della commissione per le relazioni internazionali. Nel 1991 aderì al movimento europeo del Portogallo.
Nel 1985 Barroso venne eletto per la prima volta all'Assemblea della Repubblica. In seguito venne eletto altre cinque volte consecutive.
Nel 1985 venne nominato segretario di stato al ministero degli affari interni, nell'ambito del governo del PSD guidato da Aníbal Cavaco Silva. Nell'ambito dello stesso governo, nel 1987 divenne segretario di stato per gli affari esteri e la cooperazione al ministero degli affari esteri. Mantenne l'incarico per cinque anni, occupandosi in particolare dei negoziati per porre fine alla guerra civile angolana che portarono agli accordi di Bicesse del 1990 e del problema delle rivendicazioni indipendentiste di Timor Est, che Barroso appoggiò.
Nel 1992 Barroso venne nominato ministro degli esteri, incarico che svolse fino alla fine della legislatura nel 1995. Nel 1995 si candidò alla leadership del suo partito, ma venne sconfitto da Fernando Nogueira, che tuttavia perse le elezioni politiche di quell'anno.
Dopo che il PSD passò all'opposizione, nel 1995 Barroso fu eletto presidente della commissione parlamentare per gli affari esteri. Nel 1996 guidò la delegazione dell'Istituto per la democrazia e l'assistenza elettorale in Bosnia ed Erzegovina e nel 1997 fu un consigliere delle Nazioni Unite per il processo di pace in Tanzania. Ha fatto parte di una serie di altri gruppi consultivi informali del segretario generale dell'ONU.
Nell'aprile 1999 Barroso venne eletto presidente del Partito social democratico, diventando così il leader dell'opposizione. Successivamente il suo mandato venne rinnovato per tre volte. Dal 1999 al 2002 Barroso fu anche vicepresidente del Partito Popolare Europeo e dal 2001 al 2005 vicepresidente dell'Internazionale Democratica Centrista.
Il risultato conseguito alle elezioni politiche del 2002 consentì al PSD di formare un governo di coalizione con il Partito popolare e il 6 aprile 2002 Barroso divenne Primo ministro.
Il governo di Barroso si impegnò in modo particolare per ridurre la spesa pubblica e condurre il deficit di bilancio sotto la soglia del 3% del PIL fissata dal patto di stabilità dell'Unione europea. In politica estera il governo Barroso si segnalò per il suo convinto appoggio alle iniziative promosse dal presidente statunitense George W. Bush e dal premier britannico Tony Blair. Nel 2003 fu Barroso ad ospitare nelle Azzorre il vertice con Bush, Blair e il primo ministro spagnolo José María Aznar in cui vennero definiti i dettagli per l'imminente invasione dell'Iraq.
Presidente della Commissione europea, 2004- 2014Modifica
La nomina di Barroso a presidente della Commissione venne approvata dal Parlamento europeo il 22 luglio 2004 con 413 voti a favore su 711 (251 contrari, 44 astenuti e 3 voti nulli). Barroso assunse ufficialmente la carica di presidente il 22 novembre 2004.
Il 26 maggio 2005 il Parlamento europeo venne chiamato a votare una mozione di sfiducia contro Barroso promossa dal parlamentare del Partito per l'Indipendenza del Regno UnitoNigel Farage. Barroso era accusato di avere stretti rapporti personali con l'armatore greco Spiro Latsis che aveva beneficiato di aiuti finanziari dallo stato greco approvati dalla Commissione europea. Tuttavia, il Parlamento europeo bocciò la mozione di sfiducia a larga maggioranza[7].
L'inizio del secondo mandato di Barroso ha coinciso sostanzialmente con l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona e delle numerose modifiche che esso prevedeva per il funzionamento dell'Unione europea e delle sue istituzioni. Il primo periodo del secondo mandato di Barroso è stato segnato anche in modo particolare dalla crisi economica e finanziaria che ha colpito in modo molto serio alcuni stati membri dell'UE e dai gravi problemi vissuti dall'euro.
^Fino all'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, non era giuridicamente necessario che il presidente della Commissione venisse nominato tenendo in considerazione i risultati delle elezioni europee. Tuttavia, si decise di rispettare la vittoria del PPE e di nominare presidente della Commissione un esponente di quel partito.