Julie Christie

attrice britannica

Julie Frances Christie (Chabua, 14 aprile 1940) è un'attrice britannica.

Julie Christie nel film Il dottor Živago (1965)
Statuetta dell'Oscar Oscar alla miglior attrice 1966

Tra le migliori attrici della sua generazione, ha vinto il Premio Oscar come miglior attrice protagonista nel 1966 per il film Darling. È stata candidata allo stesso premio altre tre volte per I compari (1971), Afterglow (1997) e Away from Her - Lontano da lei (2006). Ha inoltre vinto un Golden Globe, a fronte di 3 candidature, un Critics' Choice Awards, a fronte di 2 candidature e un Premio BAFTA, a fronte di 7 candidature.

Biografia modifica

Infanzia e inizi modifica

Julie Christie è nata nello stato dell'Assam, in India, allora parte dell'Impero britannico, prima di due figli. Sua madre, Rosemary Ramsden, era una pittrice gallese e amica d'infanzia dell'attore Richard Burton. Suo padre, Frank St. John Christie (morto nel 1963), gestiva una piantagione di tè. Ha un fratellastro, nato dalla relazione del padre con una donna indiana[1]. È stata battezzata secondo il rito della religione anglicana[1].

Ha studiato in una scuola religiosa in Inghilterra (dalla quale fu poi espulsa) e ha vissuto con sua madre, nella campagna del Galles, dall'età di sei anni[2], dopo il divorzio dei genitori. Da teenager ha frequentato la Wycombe Court, un collegio per ragazze in Buckinghamshire, e ha interpretato il ruolo di Dauphin nella produzione scolastica di George Bernard Shaw St. Joan. Più tardi ha studiato alla Central School of Speech and Drama[3], fino alla grande svolta nel 1961, quando debuttò in A for Andromeda, telefilm in onda sulla BBC.

Il successo modifica

 
Julie Christie nel film Il dottor Živago (1965)

Esordisce sul grande schermo con una piccola parte in Julie, perché non vuoi? (1962) di Ken Annakin. Nello stesso anno venne presa in considerazione per il ruolo di Honey Ryder, la prima Bond girl nel film Agente 007 - licenza di uccidere, ma la parte fu poi affidata alla svizzera Ursula Andress, giudicata più sexy[4].

La sua prima importante apparizione cinematografica è nel ruolo di Liz, l'amica e il futuro amore dell'eponimo Billy il bugiardo interpretato da Tom Courtenay, diretto nel 1963 da John Schlesinger; il regista la scelse dopo che un'altra attrice aveva abbandonato il ruolo in tale film, e due anni più tardi affidò alla Christie il ruolo che l'ha resa celebre definitivamente, quello di Diana Scott, la modella amorale del film Darling (1965), al fianco di Laurence Harvey e Dirk Bogarde. L'interpretazione in questo film le ha consentito di vincere il premio Oscar alla miglior attrice nel 1966.

Nello stesso anno la Christie è apparsa nel ruolo di Lara Antipova ne Il dottor Živago (1965) di David Lean, adattamento dell'omonimo romanzo di Boris Pasternak, film di genere melodrammatico che sarà tra i massimi successi di sempre al box office. Successivamente ha interpretato la parte di Dasily Battles in Il magnifico irlandese (1965) di Jack Cardiff, accanto a Rod Taylor, e il ruolo di Bathsheba Everdene, eroina del film Via dalla pazza folla (1967), nuovamente per la regia di Schlesinger, accanto ad Alan Bates, con il quale reciterà anche in Messaggero d'amore (1971) di Joseph Losey. Nel 1966, subentrando alla prevista Tippi Hedren, viene diretta da François Truffaut in Fahrenheit 451, accanto a Oskar Werner.

Trasferitasi a Hollywood all'inizio degli anni settanta, ha recitato in film come I compari (1971) di Robert Altman (che le valse la seconda nomination all'Oscar come miglior attrice), A Venezia... un dicembre rosso shocking (1973) di Nicolas Roeg, con Donald Sutherland, Shampoo (1975) di Hal Ashby e Nashville (1975), il classico di Robert Altman in cui vi è un suo cameo nel ruolo di se stessa. Altro film da ricordare è Il paradiso può attendere (1978), al fianco di Warren Beatty, con il quale la Christie ha avuto una relazione a intermittenza durante il decennio e che la descrisse come «Una delle persone più belle e allo stesso tempo più nervose che io abbia mai conosciuto». Alla fine della relazione si trasferisce in Inghilterra, in una fattoria nel Galles, sebbene al culmine della sua fama, negli anni ottanta è apparsa sugli schermi con sempre minor frequenza. In quel periodo si distingue, tuttavia, per la sua partecipazione ai film Prigioniero del passato (1982) di Alan Bridges, ove affianca Ann-Margret, Glenda Jackson ed ancora una volta Alan Bates, e Calore e polvere (1983) di James Ivory.

Viene poi scelta per interpretare un ruolo rilevante nel film Potere (1986) di Sidney Lumet, ma rinuncia più volte a ruoli e apparizioni in produzioni ad ampio budget. Sin dagli inizi, dopotutto, aveva rifiutato parti in film come Non si uccidono così anche i cavalli? (1969), Anna dei mille giorni (1969) e Il magnate greco (1978). Le è stato anche proposto di interpretare il ruolo principale femminile al fianco di Richard Gere nel film American Gigolò (1980), ma quando Gere ha rifiutato la parte a favore di John Travolta, ha abbandonato il progetto. In seguito Gere decise di interpretare il film, ma la parte di protagonista femminile fu definitivamente affidata a Lauren Hutton.

Ultimi lavori modifica

 
Julie Christie nel 1997

Negli anni novanta Julie Christie ha indossato i panni di Gertrude in Hamlet (1996) di Kenneth Branagh. Nonostante la sua bravura, è stata la prima ed ultima volta in cui interpreterà un'opera di William Shakespeare. In seguito ha interpretato la parte della moglie infelice nel dramma domestico Afterglow (1997) di Alan Rudolph, che le è valso gli apprezzamenti della critica, facendole, altresì, guadagnare la terza candidatura al Premio Oscar. Malgrado il successo, l'attrice ha continuato a dosare i propri impegni, comparendo solo in piccoli ruoli, in film inglesi e americani.

L'ultimo ritratto femminile dell'attrice è stato in Away from Her - Lontano da lei (2006), un film che racconta la storia di una coppia canadese, dove la moglie, dopo quarant'anni di matrimonio, viene colpita da una grave forma di alzheimer. Basato sul racconto breve di Alice Munro, The Bear Came Over the Mountain, è stato il primo film diretto dalla giovane attrice Sarah Polley, amica dell'attrice.

La Christie ha fatto una breve apparizione nel terzo film di Harry Potter, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban (2004), nel ruolo di Madama Rosmerta. Lo stesso anno è apparsa in altri due film di alto profilo: Troy di Wolfgang Petersen, nel ruolo di Teti, madre di Achille, e Neverland - Un sogno per la vita di Marc Forster, in cui era la madre di Kate Winslet. Nel 2011 è tornata sul grande schermo grazie all'horror gotico Cappuccetto rosso sangue, diretta da Catherine Hardwicke, mentre nel 2012 ha recitato una parte minore nel film La regola del silenzio - The Company You Keep di Robert Redford.

Vita privata modifica

È stata fidanzata con il docente Don Bessant dal 1963 al 1967 e con l'attore Warren Beatty dal 1967 al 1974. Nel novembre 2007, all'età di 66 anni, si è sposata[5] con il suo compagno, il giornalista del The Guardian Duncan Campbell, con cui conviveva dal 1979.

Sin dagli anni settanta è stata politicamente attiva e coinvolta in molteplici cause, tra cui la causa per i diritti degli animali, la protezione dell'ambiente ed il movimento contro l'energia nucleare. È stata grande amica della pittrice Alfreda Benge, e del di lei marito, il musicista Robert Wyatt: in occasione dell'incidente che fece perdere l'uso delle gambe a Wyatt, contribuì significativamente a sostenerne il recupero anche sotto il profilo economico.

È stata nominata "ambasciatrice" di Survival International, l'organizzazione che difende i diritti umani dei popoli indigeni di tutto il mondo; nel corso degli anni ha sostenuto diverse campagne, come quelle in sostegno ai Boscimani e in difesa delle tribù incontattate del mondo[6]. È vegetariana[7]

Filmografia modifica

Cinema modifica

Televisione modifica

Doppiaggio modifica

Teatro modifica

Riconoscimenti modifica

Premio Oscar
Anno Titolo Categoria Risultato
1966 Darling Migliore attrice protagonista Vincitore/trice
1972 I compari Candidato/a
1998 Afterglow Candidato/a
2008 Away from Her - Lontano da lei Candidato/a
Premio BAFTA
Anno Titolo Categoria Risultato
1963 Billy il bugiardo Migliore attrice britannica Candidato/a
1966 Darling Vincitore/trice
1967 Fahrenheit 451 e l dottor Živago Candidato/a
1972 Messaggero d'amore Migliore attrice protagonista Candidato/a
1974 A Venezia... un dicembre rosso shocking Candidato/a
2005 Neverland - Un sogno per la vita Migliore attrice non protagonista Candidato/a
2008 Away from Her – Lontano da lei Migliore attrice protagonista Candidato/a
Golden Globe
Anno Titolo Categoria Risultato
1966 Darling Migliore attrice in un film drammatico Candidato/a
1976 Shampoo Migliore attrice in un film commedia o musicale Candidato/a
2008 Away from Her – Lontano da lei Migliore attrice in un film drammatico Vincitore/trice

Doppiatrici italiane modifica

Nelle versioni in italiano dei suoi film, Julie Christie è stata doppiata da:

Da doppiatrice è sostituita da:

Omaggi modifica

A Julie Christie è ispirato il brano Love Like a Bomb degli Oasis, scritto da Liam Gallagher e contenuto nell'album Don't Believe the Truth, del 2005. Lo ha dichiarato lo stesso Liam Gallagher nell'intervista promozionale contenuta nell'edizione DVD del disco.

Note modifica

  1. ^ a b Contrib, Contrib, su miamimedia.com. URL consultato il 20 ottobre 2007 (archiviato dall'url originale l'8 ottobre 2007).
  2. ^ Tim Adams, The divine Miss Julie, su theguardian.com, 1º aprile 2007. Ospitato su The Guardian.
  3. ^ Julie Christie - Stephanie Zacharek - Salon.com, su archive.salon.com. URL consultato il 16 settembre 2007 (archiviato dall'url originale il 22 aprile 2009).
  4. ^ Ajay Chowdhury, Some kind of hero : 007 : the remarkable story of the James Bond films, 2015, ISBN 0-7509-6650-5, OCLC 948250257. URL consultato il 12 agosto 2022.
  5. ^ Staff e agencies, In brief: Julie Christie gets married, su theguardian.com, 30 gennaio 2008. Ospitato su The Guardian.
  6. ^ Survival International, Tribù incontattate, su survival.it. URL consultato il 24 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2013).
  7. ^ Erica Joy Mannucci, La cena di Pitagora, Carocci editore, 2008, p. 123.

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN86935534 · ISNI (EN0000 0001 0802 6780 · LCCN (ENn84132533 · GND (DE118810804 · BNE (ESXX1173997 (data) · BNF (FRcb13892488n (data) · J9U (ENHE987007332463905171 · CONOR.SI (SL16144995 · WorldCat Identities (ENlccn-n84132533