Jund Dimashq
Jund Dimashq (in arabo جند دمشق?) era la più grande delle sub-province (ajnad, sing. jund), in cui era divisa la Siria sotto le dinastie degli Umayyad e Abbasidi. Prese il nome dalla sua capitale, Damasco ("Dimashq"), che nel periodo Umayyad era anche la capitale del Califfato.

Divisione geografica e amministrativa modifica
A differenza di qualsiasi altra provincia del Califfato, la Siria era divisa, dai primi tempi degli Omayyadi, in più (in origine quattro, poi cinque) sotto-province o ajnad (singolare Jund, "divisione dell'esercito"), che alla loro istituzione originale erano le aree da cui una particolare divisione dell'esercito traeva i suoi finanziamenti, provviste e reclute.[1][2] La provincia di Damasco, jund Dimashq, era la più grande degli ajnad, comprendendo la maggior parte della Siria centrale. I suoi confini comprendevano i territori delle ex province bizantine di Phoenice Prima, Phoenice Libanensis e Arabia.[3][4]
Successivamente, i geografi arabi divisero lo jund di Damasco nei seguenti distretti: Ghuta pianura intorno a Damasco, conosciuta come "terra giardino" per la sua fertilità; Hawran e Bathaniyya, con Adra'a come capitale; Jawlan; Jaydur (menzionata soltanto da Yaqut al-Hamawi); Hula; Balqa; al-Sharah, con capitale Adhruh, alcune volte indicata come appartenente allo Jund Filastin; e al-Jibal.[5] Altre città principali erano Beirut, Sidone, Tiro (le cui tasse andavano a Jund al-Urdunn), Tripoli e Jubail lungo la costa. Le città lungo la costa ed i territori dei loro sobborghi formavano un loro piccolo distretto.[6]
Dal punto di vista tribale, lo jund di Damasco era prevalentemente abitato da popolazione di tribù Yamani, con una discreta minoranza di Qays.[3] Le tasse annuali pagate dai suoi abitanti erano 450 000 dinari d'oro secondo Ya'qubi, 400 000 secondo al-Baladhuri e 420 000 secondo al-Jahshiyari; Qudama ibn Ja'far diede il bassissimo numero di 110 000 dinari, ma ciò riflette probabilmente gli effetti della guerra civile tra al-Amin e al-Ma'mun.[7] In termini di truppe, sotto il califfo al-Walid I (r. 705–715), 45 000 uomini era l'organico dell'esercito dello jund di Damasco, anche se probabilmente non tutti erano effettivi.[8]
Note modifica
Bibliografia modifica
- Khalid Yahya Blankinship, The End of the Jihâd State: The Reign of Hishām ibn ʻAbd al-Malik and the Collapse of the Umayyads, Albany, New York, State University of New York Press, 1994, ISBN 0-7914-1827-8.
- Paul M. Cobb, White banners: contention in ‘Abbāsid Syria, 750–880, Albany, NY, State University of New York Press, 2001, ISBN 0-7914-4880-0.
- Guy Le Strange, Palestine Under the Moslems: A Description of Syria and the Holy Land from A.D. 650 to 1500, London, Committee of the Palestine Exploration Fund, 1890, OCLC 1004386.