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I Kaska (o anche Kaška, successivamente in tibareno Kasku)[nota esplicativa 1] furono una popolazione tribale dell'età del bronzo nell'Anatolia pontica montana, menzionata da fonti ittite. A causa della loro ostinata resistenza, l'impero ittita non riuscì mai ad estendersi verso nord in quell'area.

Origini modifica

Le origini dei Kaska sono misteriose perché questo popolo non è conosciuto tramite dati archeologici solidi[2] ma solamente attraverso una serie di documenti provenienti dagli archivi degli Ittiti, loro avversari storici[3]. L'opera fondamentale di raccolta dei testi ittiti relativi ai Kaska è quella di Einar von Schuler.
L'idea diffusa dei Kaska come di un popolo di aggressivi predatori[4] può dipendere dal fatto che li conosciamo solo dai resoconti dei loro nemici[3].

Dei Kaska non si hanno notizie fino al 1450 a.C. (durante il regno di Hattušili II). Gli Ittiti avevano condotto operazioni militari nel nord anatolico già durante i regni di Labarna I e di Hattušili I ma senza segnalare la loro presenza[3]. La nostra conoscenza di questo popolo potrebbe forse migliorare se venissero pubblicati tutti i testi (in scrittura cuneiforme su tavolette di argilla) ritrovati presso Ortaköy/Sapinuwa, sito archeologico di un'antica città ittita al confine settentrionale dell'impero e presso il sito Oymaağaç/Vezirköprü, probabilmente l'antica città sacra ittita Nerik[3].

Un'ipotesi è che i Kaska provenissero dalla riva orientale della Propontide,[5] e da qui si fossero stabiliti nel nord anatolico presso le rive del Mar Nero.

Una più recente teoria invece li considera come discendenti di quella parte del popolo Hatti che risiedeva negli aspri e montagnosi territori del nord anatolico e che non si era fusa con i conquistatori Ittiti

Secondo questa ipotesi, mentre gli Hatti del centro sud anatolico erano stati assoggettati dagli Ittiti fondendo con questi la loro cultura, le popolazioni del nord avrebbero mantenuto al loro indipendenza e la loro struttura sociale di tipo tribale e col tempo sarebbero riuscite a riorganizzarsi fino a formare una forza bellica tale da contrastare le armate ittite[3]. Questo spiegherebbe perché gli Ittiti non li menzionarono nei loro documenti finché non diventarono militarmente pericolosi[3].

Economia ed organizzazione sociale modifica

Dai resoconti ittiti risalenti al periodo di Muršili II sappiamo che i Kaska erano pastori che praticavano la transumanza, vivevano in inverno nelle zone collinose e si spostavano sugli altopiani in estate: ciò rendeva difficile combatterli per l'esercito ittita, che poteva operare solo in estate[6]. Dalla preghiere di Mursili II alla dea del sole di Arinna, i Kaska vengono descritti come allevatori di maiali e filatori di lino[7].

Primi resoconti modifica

Le prime notizie sui Kaska appaiono in iscrizioni di preghiere ittite risalenti al regno di Hattušili II, (1420-1400 a.C. circa), con riferimenti ai loro movimenti tra le rovine della città santa di Nerik[8]. Durante il regno del figlio di Arnuwanda I, Tudhaliya III (1375-1355 circa a.C. circa), la sua terza campagna militare fu contro i Kaska.[9] Un suo successore compose una invocazione agli dei per far ritornare Nerik all'impero; venivano menzionate anche Kammama e Zalpuwa come città ittite che, al momento, si trovavano sotto il dominio dei Kaska. Arnuwanda I tentò di ammorbidire alcune tribù dei kaska per mezzo di un tributo.

Nelle lettere trovate a Maşat Höyük si legge che, qualche tempo dopo, tra i regni di Šuppiluliuma I e Arnuwanda II (1330 a.C. circa), le locuste divorarono le coltivazioni di cereali. I Kaska affamati si unirono agli Hayasa-Azzi e agli Isuwa ad oriente, come pure ad altri nemici degli Ittiti, bruciando e radendo al suolo Hattuša. È probabile che essi bruciassero anche la capitale secondaria degli Ittiti, Sapinuwa. Il nipote di Šuppiluliuma I, Hattušili III, alla metà del XIII secolo a.C. scrisse del tempo prima di Tudhaliya III, dicendo che "in quei giorni i Kaska fecero di Nenassa la loro frontiera" e che i loro alleati Hayasa-Azzi avevano fatto lo stesso con Samuha.

Nelle lettere di Amarna, Amenhotep III scrisse al re di Arzawa, Tarhunta-Radu, che la "regione di Hattusa" era annientata, chiedendogli inoltre di mandargli alcuni di questi Kaska di cui aveva sentito parlare, per poterli reclutare come mercenari. Anche gli Ittiti arruolarono i Kaska nel loro esercito. Quando i Kaska non stavano facendo scorrerie o servendo come mercenari, si dedicavano all'allevamento di maiali e alla tessitura del lino,[10] lasciando scarse tracce permanenti sul paesaggio.[11]

Tudhaliya III e Šuppiluliuma I (circa 1375-1350 a.C.) stabilirono la loro corte a Samuha, partendo da lì per invadere Hayasa-Azzi. I Kaska intervennero, ma vennero sconfitti; dopo che Šuppiluliuma ebbe pacificato la regione, Hayasa-Azzi fu sottomessa, nonostante alcune tattiche di guerriglia devastante nelle retrovie. Quasi tutte le dodici tribù dei Kaska vennero unificate sotto Piyapili, ma questi non fu avversario impegnativo per Šuppiluliuma. Alla fine anche Hattuša ritornò in possesso degli Ittiti. Ma i Kaska continuarono ad essere una minaccia sia interna che esterna, riuscendo ad un certo punto a mettere in campo 800 carri. [senza fonte]

Al tempo in cui Arnuwanda II stava per morire (intorno al 1323 a.C.), gli Ittiti erano preoccupati dei Kaska stanziati a Ishupitta ed a Kammama, all'interno dei confini del regno, senza poterne venire a capo a causa della pestilenza che aveva colpito Hatti. Il fratello e successore Muršili II documentò nei suoi annali di avere sconfitto dapprincipio questa ribellione ma, nel corso di decenni, i Kaska furono attivi in varie località con ribellioni e atti di brigantaggio.

Storia successiva modifica

Gli Ittiti ricordavano i Kaska uniti per la prima volta sotto Pihhuniya di Tipiya, che "governò come un re", conquistando Istitina e avanzando fino a Zazzissa; ma Mursili II lo sconfisse, facendolo prigioniero e portandolo ad Hattusa. Il re ittita, comunque, si orientò verso una strategia difensiva, facendo costruire una catena di fortezze a nord del fiume Dahara (oggi Devrez in turco).[12]. Nonostante tutto ciò, all'inizio del XIII secolo, quando il figlio di Mursili, Muwatalli II, divenne re di Hatti, i Kaska riuscirono a saccheggiare nuovamente Hattuša. Muwatalli allora smise di arruolare i Kaska nel suo esercito, spostando la sua capitale a Tarhuntassa, nel sud e designando suo fratello, il futuro Hattušili III, governatore sui territori della frontiera settentrionale. Hattusili sconfisse i Kaska al punto di reimpossessarsi di Nerik e, quando riuscì a prendere il controllo del regno, riportò la capitale ad Hattuša.

I Kaska contribuirono alla caduta dell'impero ittita durante il collasso dell'età del bronzo, nel 1200 a.C. circa, penetrando quindi nell'Anatolia orientale e continuando ad espandersi verso sud, dove vennero a incontrare gli Assiri. Il re dell'Assiria, Tiglath-Pileser I, documentò il fatto che, nel tardo secolo XII a.C., i Kaska e i loro alleati Mushki fossero attivi in quella che fu la regione centrale di Hatti; il sovrano li sconfisse e da allora i Kaska scomparvero dai documenti storici.

Respinti dagli Assiri, una parte dei Kaska avrebbe potuto dirigersi a nord-est verso il Caucaso e mescolarsi con i proto-georgiani autoctoni, stabilendosi in quella regione che fu conosciuta come Qulhi dagli urartei e più tardi come Colchide dai Greci. Un'altra parte dei Kaska avrebbe potuto stabilirsi in Cappadocia, area che nell'VIII secolo a.C. divenne vassalla dell'Assiria.[5]

Note modifica

  1. ^ E. A. Speiser, Nuovi documenti di Kirkuk relativi alle transazioni di sicurezza, in Journal of the American Oriental Society, vol. 52, n. 4, 1932, pp. 350-367..
  2. ^ Roger Matthews, paesaggi di terrore e controllo: impatti imperiali in Paphlagonia, in Near Eastern Archaeology, vol. 67, n. 4, dicembre 2004, pp. 200-211.
    «Sebbene attestato storicamente, i Kaska sono virtualmente sconosciuti archeologicamente»
  3. ^ a b c d e f Itamar Singer.
  4. ^ Roger Matthews.
  5. ^ a b Cyril Toumanoff, Studi riguardanti la storia caucasica cristiana, Georgetown, Georgetown University Press, 1967, pp. 55-56.
  6. ^ Itamar Singer,  p.169.
  7. ^ Itamar Singer,  pp.169-170.
  8. ^ Roger Matthews, p. 206.
  9. ^ (EN) Informazione riguardanti gli Ittiti - Storia ittita Archiviato il 29 luglio 2013 in Internet Archive.
  10. ^ (EN) Concise Britannica, s.v. "Kaska"[collegamento interrotto]
  11. ^ Roger Matthews, p. 202f.
  12. ^ "A nord e a ovest del Devrez-Dahara pochissimi siti ittiti vennero scoperti", Matthews riportò l'intera ricerca sul campo del Project Paphlagonia (Matthews 2004:204).

Note esplicative modifica

  1. ^ š è la traduzione convenzionale del suono /s/ ittita; un kaska senza legami di parentela nei testi cuneiformi trovati a Kirkuk, in scrittura hurrita con caratteri cuneiformi accadici, apparentemente riferiti alla prima mietitura di una metà di un campo di grano, poiché la rimanente altra metà non avrebbe potuta essere rimossa essendo in possesso temporaneo di un creditore[1].Inoltre, Kašku era il nome di un dio della luna in lingua hatti, parlata nel sito della loro prima nota conquista, a Nerik. Questo etnonimo hatti non necessita di riflettere la lingua o l'auto-identificazione degli stessi Kaska

Bibliografia modifica

Collegamenti esterni modifica

  • (EN) Annali di Mursili II, su membres.lycos.fr. URL consultato l'11 settembre 2009 (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2004).