KlezRoym

gruppo musicale italiano

I Klezroym sono un gruppo musicale italiano di musica klezmer, fondato nel 1995 da Gabriele Coen[1], Andrea Pandolfo, Pasquale Laino, Riccardo Manzi, Marco Camboni, Leonardo Cesari, ed Eva Coen.

Klezroym
Paese d'origineBandiera dell'Italia Italia
GenereKlezmer
Jazz
Periodo di attività musicale1995 – in attività
EtichettaCNI Music
Album pubblicati5
Studio3
Live1
Raccolte1

Durante la loro carriera hanno pubblicato 5 album, svolto centinaia di concerti in tutta Italia esibendosi nei contesti più disparati, dai centri sociali ai templi della musica classica come il Teatro Regio di Torino o la Cappella Paolina del Quirinale per Radio 3 i Concerti del Quirinale [2]. Sono stati invitati a suonare spesso all'estero (Spagna, Israele, Belgio) ed hanno partecipato all'edizione 2003 del concerto del Primo Maggio.

Sono stati per tre anni – dal 2003 al 2005 - gruppo stabile della trasmissione televisiva di Rai 3 Dove osano le quaglie di Marco Presta e Antonello Dose

Hanno inoltre ideato e realizzato con Ascanio Celestini ed Olek Mincer lo spettacolo teatrale Saccarina 5 al soldo rappresentato in tutti i maggiori teatri italiani nella stagione teatrale 2001-2002 e nel 2014, in occasione della celebrazione dei 70 anni dalla liberazione del ghetto di Łódź, a Varsavia e Łódź in Polonia.

Storia del gruppo modifica

Nati nel 1995, hanno esordito tre anni dopo con l'album omonimo pubblicato per le edizioni CNI Music grazie al quale si sono fatti conoscere sulla scena internazionale guadagnandosi un posto tra i 10 migliori gruppi di musica klezmer al mondo, nella speciale classifica redatta in USA da Ari Davidoff nel sito KlezmerShack [3]. Dallo stesso album furono scelti due brani dal regista Emanuele Crialese per la colonna sonora del suo primo lungometraggio Once We Were Strangers, uscito nel 1998.

Nel 2000 pubblicano il secondo album Scenì [4] sempre per la CNI Music. In esso prosegue l'esplorazione nei territori della musica ebraica, senza trascurare le escursioni nel jazz contemporaneo e nelle sonorità est-europee, nella musica mediterranea e nella canzone d'autore italiana con la rilettura de la Canzone dell'amore perduto di Fabrizio De André.

Nel 2002 è stato pubblicato il loro lavoro Yankele nel ghetto [5], CNI Music, la rilettura originale ed inedita delle canzoni del ghetto di Łódź, ritrovate e raccolte da Gila Flam [6] Direttrice del Dipartimento di Musica e della Fonoteca di Stato di Gerusalemme [7], nel libro Singing for survival, Songs of the Lodz Ghetto, 1940-45 per le edizioni University of Illinois Press. Nel suo libro Gila Flam raccoglie le interviste e le trascrizioni delle canzoni che ancora si ricordavano ventuno sopravvissuti allo sterminio nazista, realizzate in Israele e negli Stati Uniti nel corso degli anni '80.

Il ghetto di Łódź è stato il primo a essere stato creato in Polonia dai nazisti il 30 aprile 1940 e l'ultimo a essere liquidato nell'agosto 1944, dopo che la maggior parte dei suoi abitanti erano stati mandati nei campi di sterminio.

L'album è un disco affascinante e coraggioso che esalta la forza dei canti del ghetto di Łódź proponendone intatta la forza del loro messaggio e della loro testimonianza. I canti del ghetto di Łódź raccontano un'umanità cui la fame e la morte, la disperazione e i soprusi non avevano tolto la capacità di sognare, di irridere i potenti e di gridare all'ingiustizia. Yankele nel ghetto è dedicato a tutti i popoli che ancora oggi soffrono la perdita della liberta' e vedono calpestati i loro più elementari diritti. Ari Davidoff nella sua recensione [8] scrive che "con questo album il gruppo sta creando la nuova Musica Ebraica collocandosi tra le migliori formazioni al mondo di questo genere".

Da Yankele nel ghetto hanno ideato e realizzato con Ascanio Celestini e Olek Mincer lo spettacolo teatrale Saccarina 5 al soldo [9] che insieme hanno portato in tutti i più importanti teatri italiani nella stagione 2001/2002. Nel 2014, con Olek Mincer è stato rappresentato a Varsavia nel Museo ebraico Żydów Polskich [10] e a Łódź nel Teatr Nowy [11], in occasione della ricorrenza dei 70 anni dalla liberazione del ghetto di Łódź.

Nel 2003 è stata pubblicata la compilation Klezroym CNI Music, Elleu per la collana Sconfini, distribuito in tutte le edicole d'Italia.

Nel 2006, sempre con le edizioni CNI Music hanno pubblicato il disco Venticinqueaprile (live in Fossoli).

La trasmissione di RAIDUE, Sorgente di vita [12], dedicata all'ebraismo e alla cultura ebraica, ha più volte proposto nel corso degli anni diversi servizi dedicati all'attività artistica del gruppo.

Stile ed influenze modifica

La musica klezmer e più in generale la musica ebraica della Diaspora, sono radice e spunto per un lavoro di ricerca che porta i Klezroym a scrivere brani originali ed arrangiamenti in cui la matrice tradizionale è un importante riferimento musicale ma soprattutto un modello di libertà e di apertura alle diverse matrici culturali dei musicisti del gruppo. Partendo dalla riscoperta del patrimonio musicale askhenazita e sefardita, propongono un continuo lavoro di incontro tra culture musicali diverse (mediterranea, mediorientale, italiana), costruendo un suggestivo ponte sonoro tra musica popolare e jazz contemporaneo.

Formazione modifica

Discografia modifica

Album in studio modifica

Album dal vivo modifica

Raccolte modifica

Note modifica

  1. ^ a b Gabriele Coen - sax soprano, alto, tenore, clarinetto, clarinetto basso, flauto, su jazzitalia.net. URL consultato il 25 maggio 2010.
  2. ^ Radio3 - KlezRoym - Programma di sala
  3. ^ [1]
  4. ^ √ Recensioni | Dischi | KlezRoym - SCENI' su Rockol.it
  5. ^ Klezroym : Yankele nel Ghetto Archiviato il 23 settembre 2015 in Internet Archive.
  6. ^ http://holocaustmusic.ort.org/about-us/about-the-writers0/,
  7. ^ The Staff
  8. ^ Klezroym / Yankele nel Ghetto
  9. ^ Radio Rai.it - Home Archiviato il 7 settembre 2007 in Internet Archive.
  10. ^ Szukaj | Muzeum Historii Żydów Polskich POLIN, su polin.pl. URL consultato il 20 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 14 marzo 2016).
  11. ^ [2]
  12. ^ Rai 2 - Sorgente di vita, su rai2.rai.it. URL consultato il 20 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 21 settembre 2014).
  13. ^ Andrea Avena Curriculum, su andreaavena.com. URL consultato il 25 maggio 2010.

Bibliografia modifica

  • AA.VV., Enciclopedia del rock italiano, a cura di Gianluca Testani, Arcana Editrice, 2006, ISBN 88-7966-422-0.
Controllo di autoritàVIAF (EN123516028 · LCCN (ENno2005084857 · J9U (ENHE987007339097405171 · WorldCat Identities (ENlccn-no2005084857
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