La faida

film del 2011 diretto da Joshua Marston

La faida (Falja e Gjakut, conosciuto internazionalmente con il titolo The Forgiveness of Blood), è un film del 2011 diretto da Joshua Marston.

La faida
Tristan Halilaj in una scena del film
Titolo originaleFalja e Gjakut
Lingua originalealbanese
Paese di produzioneStati Uniti d'America, Albania, Danimarca, Italia
Anno2011
Durata109 min
Rapporto1,85:1
Generedrammatico
RegiaJoshua Marston
SceneggiaturaJoshua Marston, Andamion Murataj
ProduttorePaul Mezey
Produttore esecutivoJanine Gold, Eric Abraham, Domenico Procacci, Hunter Gray, Tyler Brodie
Casa di produzioneFandango Portobello, Artists Public Domain, Cinereach, Lissus Media, Journeyman Pictures
Distribuzione in italianoFandango
FotografiaRob Hardy
MontaggioMalcolm Jamieson
MusicheJacopo Lieberman, Leonardo Heiblum
ScenografiaTommaso Ortino
CostumiEmir Turkeshi
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

La trama della pellicola, sceneggiata dal regista Marston e da Andamion Murataj, ruota attorno alla faida tra due famiglie albanesi.

Con estremo realismo, vengono raccontate le vicende legate ad una vendetta familiare (gjakmarrja), istituto di antica origine, la cui forma moderna deriva dal Kanun (codice) del condottiero Lekë Dukagjini del XV secolo, usato ancor oggi, specialmente in quella parte dello stato balcanico, per risolvere i debiti di sangue.

Trama modifica

Nel piccolo centro di Gur i Zi alle porte di Scutari, nel nord dell'Albania, Mark e Zef, padre e zio dell'adolescente Nik, vengono a macchiarsi dell'omicidio del contadino Sokol (dopo già svariati precedenti dissidi) per questioni di passaggio. Questi aveva chiuso la strada del suo terreno, che un tempo apparteneva al nonno di Mark, per non far disperdere le galline, e non voleva riaprirla per far passare il carro di Mark. Inizia così il calvario della vendetta familiare, perché secondo il Kanun la famiglia della vittima conta il diritto di vendicarsi su un membro maschio della famiglia dell'omicida. Mentre lo zio viene arrestato, il padre si dà alla macchia per sfuggire a polizia e vendetta. Tra l'istituto consuetudinario e la legge dello stato la scelta non è univoca, e spesso vendetta e prigione vengono a far parte di una stessa pena (sebbene la prima sia formalmente vietata).

Nik e la sua famiglia sono costretti a chiudersi in casa (unico luogo intangibile secondo il Kanun), mentre sua sorella Rudina deve prendere il posto del padre nella consegna giornaliera del pane per garantire un sostentamento. La situazione diventa ben presto insostenibile, specialmente per Nik che si sente prigioniero e ha dovuto abbandonare la scuola, gli amici e la ragazza per la quale ha una cotta. La totale sottomissione alle volontà della famiglia della vittima fa crescere in Nik un sentimento di rabbia incontrollabile che sfogherà con un incontro ravvicinato con i propri nemici.

Alla fine, il padre di Sokol risponde che dato che è solo un ragazzo lo risparmieranno, ma solamente se se ne andrà entro 24 ore, altrimenti lo seppelliranno accanto a suo figlio. Nik saluta i suoi familiari (compreso il padre Mark, che dopo essere riuscito a tornare a casa è stato arrestato ma rilasciato poco dopo) e se ne va.

Accoglienza modifica

Il film detiene sull'aggregatore Rotten Tomatoes una percentuale di gradimento dell'84% con un voto medio di 7,2 su 10 basato su 70 recensioni professionali. Il consenso critico recita: «Attentamente osservato con interpretazioni naturalistiche, La faida riafferma il dono del regista Joshua Marston per il commento culturale attraverso una narrazione intima»[1]. Su Metacritic è stato valutato con una media di 73 su 100 basata su 24 critiche, corrispondente a «recensioni generalmente favorevoli»[2].

Riconoscimenti modifica

La mancata candidatura agli Oscar modifica

Originariamente il film era stato selezionato per rappresentare l'Albania nella categoria miglior film straniero ai Premi Oscar 2011, ma è stato respinto in seguito alle proteste di Bujar Alimani, il regista di Amnesty, relative al fatto che La faida non poteva rappresentare la nazione per via del grande contributo dato al film dagli Stati Uniti d'America. L'AMPAS ha quindi squalificato il film e la scelta della rappresentanza albanese è perciò ricaduta sul film di Alimani.[6].

Note modifica

  1. ^ (EN) La faida, su Rotten Tomatoes, Fandango Media, LLC. URL consultato il 12 settembre 2021.  
  2. ^ (EN) La faida, su Metacritic, Fandom, Inc. URL consultato il 12 settembre 2021.  
  3. ^ (EN) Berlinale - Prizes & Honours 2011, su berlinale.de. URL consultato il 12 settembre 2012.
  4. ^ (EN) The Competition of the 61st Berlinale, su berlinale.de, 18 gennaio 2011. URL consultato il 20 gennaio 2011urlmorto=sì (archiviato dall'url originale il 21 gennaio 2011).
  5. ^ (EN) The Awards / Die Preise (PDF), su berlinale.de, 19 febbraio 2011. URL consultato il 20 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 13 novembre 2011).
  6. ^ (EN) Nick Holdsworth, Albanian Oscar entry disqualified, su Variety, 9 ottobre 2011. URL consultato il 12 settembre 2021.

Collegamenti esterni modifica