La masseria delle allodole

romanzo scritto da Antonia Arslan
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La masseria delle allodole è un romanzo di Antonia Arslan, pubblicato da Rizzoli nel 2004, che tratta in larga parte del genocidio armeno. L'autrice ci propone la storia di un gruppo di armeni che vissero in Anatolia (attuale Turchia) vittime dei rastrellamenti organizzati dal governo turco.

La masseria delle allodole
AutoreAntonia Arslan
1ª ed. originale2004
Genereromanzo
Lingua originaleitaliano
AmbientazioneAnatolia / Siria, 1915
Seguito daLa strada di Smirne

Storia editoriale modifica

Il romanzo ha vinto il Premio Selezione Campiello[1], il Premio Giuseppe Berto per l'Opera Prima[2], il Premio Stresa di Narrativa nel 2004[3] e il Premio Letterario Internazionale "Alessandro Manzoni – Città Di Lecco" per il romanzo storico[4].

Trama modifica

Il libro è ambientato nel 1915 in Anatolia, allo scoppio della prima guerra mondiale. Si apre con una descrizione di una famiglia armena, gli Arslanian. Quando il capofamiglia Hamparzum muore, della famiglia si deve occupare il suo secondogenito Sempad, poiché il primogenito Yerwant si è trasferito in Italia giovanissimo, dove è diventato un medico molto ricco e apprezzato. La morte del padre fa rinascere in Yerwant la voglia di ritornare a vedere il paese natale, quindi inizia ad organizzare la rimpatriata per ritrovarsi con il fratello Sempad.

È ormai il maggio 1915, e l'ora del massacro si avvicina. Un giorno si presenta alla porta degli Arslanian Krikor, il medico, che racconta che tutti gli uomini sono convocati in prefettura nel pomeriggio, non si sa perché. Memori delle stragi del 1894-1896, Sempad e Krikor decidono che è più prudente rifugiarsi per una giornata alla Masseria delle Allodole. Mentre in città aumenta il panico, Shushanig, la moglie di Sempad, decide di raggiungere il marito alla Masseria delle Allodole insieme a tutta la sua famiglia e ad alcuni amici.

Un gruppo di soldati, aiutati da Nazim, si accorge però di questo spostamento, e raggiunge la Masseria delle Allodole. Sapendo la fine che è prevista per gli armeni e vedendo una casa così ricca (sperando quindi in un lauto bottino), il gruppo irrompe nella masseria e uccide tutti i maschi, compresi i bambini, tranne il piccolo Nubar, che portava un vestitino da femmina. Avvisato da alcune donne, arriva nella masseria anche il colonnello, amico di Sempad, che vedendo il massacro e non sapendo la vera fine che è ormai decisa per gli armeni, richiama duramente i soldati assassini. Le donne della famiglia Arslanian tornano nella loro casa cittadina, confortate da Ismene, una lamentatrice greca.

Intanto viene deciso che le donne armene rimaste devono andarsene dalla città, per venire accompagnate dai soldati in un posto non meglio precisato. Inizia così un viaggio terribile che porta il gruppo fino ad Aleppo, il cui scopo è in realtà ricavare tutta la ricchezza possibile dalle prigioniere e violentarle o ucciderle. Le sopravvissute, tra cui Shushanig e Azniv, sono seguite da Ismene, il mendicante Nazim e il prete greco Isacco con la moglie, che cercano un modo per aiutarle. Ad Aleppo riescono a trovare Zareh, fratello di Sempad e amico della moglie del console francese. Con l'aiuto di quest'ultima e corrompendo alcune guardie, i tre riescono a portar via Shushanig e i suoi figli ancora in vita (Arussiag, Henriette e il maschietto Nubar) e a nasconderli fino a che non potranno essere portati in Italia da Yerwant al sicuro. Azniv si fa uccidere, a un passo dalla liberazione, per permettere ai suoi nipotini di non essere scoperti mentre vengono fatti scappare.

Il romanzo si chiude, in un salto temporale, con la voce della narratrice "nessuno, paziente lettore, è più tornato nella piccola città"[5].

Opere derivate modifica

Dal romanzo è stato tratto nel 2007 l'omonimo film dei fratelli Taviani[6].

Edizioni modifica

Note modifica

  1. ^ Campiello Letteratura 2004, su premiocampiello.org. URL consultato il 13 marzo 2019.
  2. ^ Città di Mogliano Veneto, su comune.mogliano-veneto.tv.it. URL consultato il 13 marzo 2019.
  3. ^ Il premio Stresa alla Arslan, su ricerca.gelocal.it. URL consultato il 13 marzo 2019.
  4. ^ edizioni precedenti, su premiomanzonilecco.it. URL consultato il 4 agosto 2019.
  5. ^ Antonia Arslan, La MASSERIA delle ALLODOLE, p. 230
  6. ^ (EN) La masseria delle allodole, su imdb.com. URL consultato il 4 gennaio 2023.