La peccatrice (film 1975)

film del 1975 diretto da Pier Ludovico Pavoni

La peccatrice è un film del 1975 diretto da Pier Ludovico Pavoni.

La peccatrice
Il "Turco" (Francisco Rabal, a destra) vede Debrha (Zeudi Araya) per la prima volta
Paese di produzioneItalia
Anno1975
Durata90 min
Generedrammatico
RegiaPier Ludovico Pavoni
SoggettoOretta Emmolo, Pier Ludovico Pavoni
SceneggiaturaOretta Emmolo, Pier Ludovico Pavoni
Casa di produzioneP.A.C. Produzioni Atlas Consorziate
FotografiaFausto Rossi
MontaggioLuciano Anconetani
MusicheFranco Bixio, Fabio Frizzi, Vince Tempera
ScenografiaElio Balletti
Interpreti e personaggi
Doppiatori originali

Trama modifica

Sicilia, 1950. La giovane Debrha è arrivata in paese con il marito Turi. Le donne del paese non l'accolgono nella comunità, dandole della strega, soprattutto a causa del colore della pelle e per la sua bellezza.

 
Debrha poco prima di essere lapidata dalle donne del paese

Il "Turco", padrone delle solfare e quindi potente locale cui piacciono le belle donne e ne fa quello che vuole, arde di desiderio per Debrha, la quale, dopo aver perso il marito Turi per un incidente mortale in cava, cede alle sue insistenze. La matura moglie vuole porre fine alla relazione extraconiugale del marito e per questo chiama in aiuto il figlio Michelino che si trovava a Roma per studiare. Ma anche Michelino s'innamora di Debrha dando origine a un conflitto con il padre che si concluderà solo con la morte di Debrha, lapidata dalle donne del paese.

La moglie del "Turco", partecipe alla lapidazione, vedendo la sofferenza del figlio nel ritrovare la sua amata morta, cade a terra sofferente per compassione.

Produzione modifica

Riprese modifica

Le riprese in esterni furono girate in Sicilia: tra i luoghi vi furono il piazzale della cattedrale di Piazza Armerina (Enna), mentre le solfare e la villa del Turco si trovano all'interno del vicino parco minerario di Floristella-Grottacalda nel comune di Valguarnera Caropepe; la scena dell'arrivo in stazione di Michele fu girata a Libertinia, frazione del comune di Ramacca nella città metropolitana di Catania.[1]

Colonna sonora modifica

Le musiche furono composte da Franco Bixio, Fabio Frizzi e Vince Tempera insolitamente a Firenze, in uno studio vicino a Piazza della Signoria. Per interpretare la canzone che chiude il film, La piccatura, fu scelta Rosa Balistrieri, una fra le più importanti voci della musica popolare siciliana.[2]

Censura modifica

Nella prima revisione cinematografica datata 10 aprile 1975 fu accorciata una sola scena, quella raffigurante il Turco e Debrha avere un rapporto sessuale, rimuovendo i fotogrammi in cui si vede l'uomo che si colloca tra le gambe della donna; con quest'unico taglio la commissione concede il nulla-osta col divieto di visione ai minori di 18 anni «in quanto il film illustra la passione morbosa di un padre e di un suo figlio per la stessa donna, che finisce lapidata in una scena di cruda violenza, nonché diverse scene erotiche».[3]

Il 3 maggio successivo, col film già in proiezione nelle sale, fu effettuata una seconda revisione, probabilmente per volere della stessa casa di produzione al fine di ridurre il divieto ai minori di 14 anni; questo riesame portò alla riduzione di due ulteriori scene: furono accorciate la scena del rapporto erotico tra la cameriera e il Turco, eliminando il movimento della testa della ragazza verso il basso e la scena d'amore tra il Turco e Debhra, eliminando i fotogrammi delle anche nude della donna, per complessivi tagli di 5,70 metri di pellicola.[3]

Accoglienza modifica

Il film ebbe un ottimo successo di pubblico, eguagliato nello stesso periodo soltanto da Piedone a Hong Kong con Bud Spencer.[4]

Critica modifica

«[...] Un curioso fumetto di sapore «neorealistico» dove le rivendicazioni salariali dei minatori, i padroni autoritari, gli amori travolgenti, la rabbia superstiziosa e ignorante del «coro» popolare, si mescolano a scopiazzature che vanno dalle donne nero-velate della Terra trema fino a certi toni melodrammatici di Non c'è pace tra gli ulivi. Pier Ludovico Pavoni sembra aver tentato un'operazione di gusto «retrò», oggi di moda, ispirandosi a certi esempi epico-popolari del cinema neorealista. Un gioco molto ambizioso. Ma il regista non ha né il mestiere né le idee sufficienti per riscattare un soggetto tanto banale e una sceneggiatura fiacca e corriva. Il risultato è un fotoromanzo in cui Franco Gasparri, nel ruolo del giovane bello, onesto e innamorato, si trova perfettamente a suo agio. Quelli che tentano di recitare sono Francisco Rabal, Ettore Manni e la disorientata Clara Calamai.»

«Il fascino provocato da una donna nera, quindi diversa come mentalità, aspetto, cultura, calata in una realtà per molti aspetti arretrata, chiusa, difficile viene analizzato in maniera precisa e spietata da Pier Ludovico Pavoni [...] con un tono da melodramma cupo, che pare quasi ispirarsi al Verga più carnale [...]»

Note modifica

  1. ^ La peccatrice (1975). Location verificate, su davinotti.com. URL consultato il 15 maggio 2023.
  2. ^ Fabio Frizzi, Backstage di un compositore, Graphofeel, 2020, ISBN 8832009714.
  3. ^ a b La peccatrice. Banca dati della Revisione Cinematografica, su italiataglia.it, 10 aprile/3 maggio 1975. URL consultato il 15 maggio 2023.
  4. ^ Emio Donaggio, Zeudi Araya superincassi. La peccatrice di quartiere. / Malinconica fine di Lassie, in Stampa Sera, 11 agosto 1975, p. 5.
  5. ^ S.C., Un fumetto neorealista, in La Stampa, 26 aprile 1975, p. 7.
  6. ^ Gian Luca Castoldi, Erotismo d'autore: da Federico Fellini a Tinto Brass, Profondo rosso, 2006, p. 37.

Collegamenti esterni modifica

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