Il lago di Mignano è un lago artificiale italiano situato tra i comuni di Morfasso e Vernasca, in provincia di Piacenza, lungo il corso del torrente Arda, originato dalla costruzione a scopo idroelettrico dell'omonima diga.

Lago o diga di Mignano
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Emilia-Romagna
Provincia  Piacenza
Coordinate44°46′N 9°48′E / 44.766667°N 9.8°E44.766667; 9.8
Altitudine341 m s.l.m.
Dimensioni
Superficiekm²
Profondità massima45,3 m
Profondità media16,05 m
Idrografia
Immissari principaliArda
Emissari principaliArda
Mappa di localizzazione: Italia
Lago o diga di Mignano
Lago o diga di Mignano

Geografia modifica

 
Pannello informativo posto nei pressi della diga

Il lago, posto ad una quota di 341 m s.l.m.[1] è lungo poco meno di km, per una superficie di 810000 [2]. La capacità originaria del lago era di 15,15 milioni di metri cubi, poi ridotta a seguito di alcune prescrizioni di sicurezza a partire dal 1969[2]. A seguito dei lavori effettuati sull'invaso dal 1996, la capacità del lago si è attestata ad 11,8 milioni di metri cubi[3].

La profondità media del lago è di 16,05 m, mentre quella massima si attesta a 45,3 m[4]. Il bacino idrografico sotteso al lago si estende per 87,2 km², pari al 40% dell'intero bacino del torrente Arda e all'80% della porzione montana del bacino[5].

Storia modifica

Le prime proposte relative allo sfruttamento delle acque del torrente Arda vennero avanzate alla fine degli anni '80 del XIX secolo, tuttavia, i primi atti pratici propedeutici alla realizzazione di una diga avvennero solo tra il 1918 e il 1919: Il 9 novembre 1918 fu fondato il Comitato dei Promotori della costruzione del serbatoio di Val d’Arda, alla cui costituzione partecipò, tra gli altri, il senatore Vittorio Cipelli[2]. L'anno successivo venne poi costituito il Consorzio Irriguo di Val d’Arda, posto sotto la guida dell'agronomo di Fiorenzuola d'Arda Pasquale Verani, che aveva già partecipato al precedente comitato, e alla cui fondazione parteciparono diversi proprietari terrieri della val d'Arda[2]. Il consorzio venne creato in previsione della costruzione di una serie di infrastrutture, delle quali la diga era sarebbe stata la principale, a favore della gestione ai fini irrigui delle acque provenienti dall'Arda a favore degli appezzamenti agricoli della bassa, i quali soffrivano le estati particolarmente siccitose a causa dell'inadeguatezza delle infrastrutture dedicate alla loro irrigazione[2].

 
Il bacino in secca nell'estate del 2017

Il 31 ottobre 1919 fu stipulata la concessione, valida per i successivi 70 anni, sull'utilizzo ai fini irrigui e idroelettrici delle acque dell'Arda. In seguito il consiglio del consorzio conferì all'ingegnere Augusto Ballerio la progettazione di una diga e di tutte le strutture necessarie al suo utilizzo; i costi preventivati per la realizzazione dell'opera, circa 100 milioni di lire, furono coperti con una serie di prestiti garantiti dalle proprietà dei membri fondatori del consorzio. Nel marzo 1926 i lavori per l'edificazione della diga vennero assegnati all'impresa guidata dall'ingegner Vincenzo Lodigiani[2].

La diga, a gravità massiccia del tipo triangolare Castigliano, fu realizzata in calcestruzzo con blocchi arcuati caratterizzati da archi di cerchio del raggio di 500 m annegati. L'altezza dell'opera dal fondo era di 64 m, l'altezza dall'alveo 54 m e lo spessore in fondazione 55 m. Il coronamento era lungo 340 m e largo 6 m[2].

 
Il lago visto da Vezzolacca

La diga fu inaugurata il 24 maggio 1934 alla presenza del senatore Arrigo Serpieri, sottosegretario all'agricoltura, che fu spettatore dell'apertura delle paratoie, e del vescovo di Piacenza Ersilio Menzani che impartì una benedizione al manufatto[2].

In seguito al completamento della diga, il consorzio procedette alla realizzazione di una rete di canali per la distribuzione delle acque raccolte, con un'estensione che crebbe fino a raggiungere quasi 400 km[2].

Alla fine degli anni cinquanta la Saice, società proprietaria di un cementificio nel comune di Vernasca, ottenne la concessione per lo sfruttamento della diga per la produzione di energia idroelettrica; fu così costruita una piccola centrale che permetteva una produzione annua di energia in quantità compresa tra i 2,4 e i GWh[6].

Nel 1969 la capienza originaria del lago fu diminuita del 10% a seguito della prescrizione del genio civile di Piacenza di mantenere un franco piena di 2 m rispetto alla quota massima del bacino[2].

A partire dal 1996 la diga fu sottoposta a una serie di interventi, divisi in due fasi, che hanno permesso di aumentare la capacità del lago da 10,25 a 11,8 milioni di metri cubi a partire dal 2018, alla conclusione del collaudo delle modifiche[3]. In contemporanea con i lavori, la produzione di energia elettrica cessò; nel 2010 furono poi costruiti nuovi locali per ospitare i macchinari per la produzione elettrica, senza che però essi entrassero in funzione negli anni seguenti[6].

Note modifica

  1. ^ Diga di Mignano, su scopripiacenza.it. URL consultato il 25 giugno 2021.
  2. ^ a b c d e f g h i j Cenni Storici della Diga di Mignano, su cbpiacenza.it. URL consultato il 25 giugno 2021.
  3. ^ a b Inaugurata la “nuova” diga di Mignano: “Opera fondamentale per lo sviluppo del territorio”, in PiacenzaSera, 23 luglio 2018. URL consultato il 25 giugno 2021.
  4. ^ Russo et al., p. 78.
  5. ^ Linee generali di assetto idrogeologico e quadro degli interventi - Bacino dell'Arda, p. 73.
  6. ^ a b Donata Meneghelli, La piccola centrale idroelettrica vicino alla diga si può riattivare, in Libertà, 15 marzo 2022, p. 25.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

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