Lagoseriopsis popovii

Lagoseriopsis popovii (Krasch.) Kirp., 1964 è una specie di pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae. Lagoseriopsis popovii è anche l'unica specie del genere Lagoseriopsis Kirp., 1964.[1][2][3]

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Lagoseriopsis popovii
Immagine di Lagoseriopsis popovii mancante
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Cichorioideae
Tribù Cichorieae
Sottotribù Crepidinae
Genere Lagoseriopsis
Kirp., 1964
Specie L. popovii
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Cichorioideae
Tribù Cichorieae
Genere Lagoseriopsis
Specie L. popovii
Nomenclatura binomiale
Lagoseriopsis popovii
(Krasch.) Kirp., 1964

Etimologia modifica

Il nome scientifico della specie è stato definito dai botanici Ippolit Mikhailovich Krascheninnikov (1884-1947) e Moisey Elevich Kirpicznikov (1913-1995) nella pubblicazione " Flora URSS (Flora Unionis Rerumpublicarum Sovieticarum Socialisticarum)" ( Fl. URSS 29: 374) del 1964.[4] Il nome scientifico del genere è stato definito nella stessa pubblicazione.

Descrizione modifica

Habitus. Lagoseriopsis popovii è una pianta annuale non molto alta (massimo 10 – 25 cm) con abbondante latice amaro.[5][6][7][8][9][10]

Fusto. Gli scapi fiorali sono glabri o un poco tomentosi; possono originare direttamente dal rizoma. In alcuni casi i fusti sono ramificati. Le radici in genere sono di tipo fittonante.

Foglie. Le foglie formano delle rosette radicali, spesse con lamine dentate forme largamente obovate; i margini sono ispessiti e cartilaginei. Le foglie lungo il caule, strettamente lineari, sono disposte in modo alterno e spesso sono abbraccianti il caule stesso. Lunghezza delle foglie basali: 1 – 2 cm. Lunghezza delle foglie cauline: 4 – 6 cm.

Infiorescenza. L'infiorescenza è composta da uno o più capolini strettamente cilindrici, terminali e solitari. I capolini, solamente di tipo ligulifloro, sono formati da un involucro composto da poche brattee (o squame) all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori ligulati. L'involucro ha una forma cilindrica ed è formato da due (o tre) serie di brattee. Le brattee sono pubescenti o glabre; quelle esterne hanno delle forme da romboidali arrotondate a leggermente ovate; quelle interne sono lineari, subottuse e carenate. Il ricettacolo è piano e nudo (senza pagliette a protezione della base dei fiori). Lunghezza dei capolini: 5 mm.

Fiori. I fiori, (da 4 a 6) tutti ligulati, sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (ogni verticillo ha in genere 5 elementi). I fiori sono ermafroditi, fertili e zigomorfi.

*/x K  , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[11]

Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni sono eteromorfi: gli acheni esterni hanno delle forme prismatiche, sono pubescenti ed hanno un pappo caduco; gli acheni interni sono fusiformi, sono glabri, non hanno tubercoli e all'apice è presente una struttura simile ad una coroncina, hanno inoltre un pappo persistente. Il pappo è setoloso (setole scabre/barbate) o anche nullo. Lunghezza degli acheni: 6 – 10 mm.

Biologia modifica

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.

Distribuzione e habitat modifica

Questa specie è un endemismo del Kazakhstan, Tadzikistan e Uzbekistan.[2]

Tassonomia modifica

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[15], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[16] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[17]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][8][9]

Filogenesi modifica

Il genere di questa voce appartiene alla sottotribù Crepidinae della tribù Cichorieae (unica tribù della sottofamiglia Cichorioideae). In base ai dati filogenetici la sottofamiglia Cichorioideae è il terz'ultimo gruppo che si è separato dal nucleo delle Asteraceae (gli ultimi due sono Corymbioideae e Asteroideae).[1] La sottotribù Crepidinae fa parte del "quarto" clade della tribù; in questo clade è in posizione "centrale" vicina alle sottotribù Chondrillinae e Hypochaeridinae.[9]

I caratteri più distintivi per questa sottotribù (e quindi per i suoi generi) sono:[8]

  • in queste piante non sono presenti i peli piccoli, morbidi e ramificati;
  • le brattee involucrali sono disposte in due serie ineguali;
  • i capolini contengono molti fiori;
  • le setole del pappo non sono fragili;
  • gli acheni alla base sono poco compressi.

La sottotribù è divisa in due gruppi principali uno a predominanza asiatica e l'altro di origine mediterranea/euroasiatica.[9] Da un punto di vista filogenetico, all'interno della sottotribù, sono stati individuati 5 subcladi. Il genere di questa voce appartiene al subclade denominato "Garhadiolus-Heteracia clade".[10] Questo subclade, nell'ambito della sottotribù, occupa una posizione vicina al "core" della sottotribù ed è inserito in una politomia formata dai subcladi Ixeris-Ixeridium-Taraxacum e Dubyaea-Nabalus-Soroseris-Syncalathium. Il clade comprende cinque generi piccoli o monotipici: Garhadiolus, Heteracia, Heteroderis, Lagoseriopsis e Acanthocephalus.[10]

Nel clade Garhadiolus-Heteracia il genere Acanthocephalus è in posizione "basale" seguito dal genere Garhadiolus. Il "core" è formato dai tre rimanenti generi (e quindi da Lagoseriopsis) in posizione politomia. [La precedente configurazione filogenetica è basata sull'analisi di alcune particolari regioni (nrITS) del DNA; analisi su altre regioni (DNA del plastidio) possono dare dei risultati lievemente diversi.][18]

I caratteri distintivi per la specie di questa voce sono:[8]

  • l'areale è relativo all'Asia centrale:
  • la specie è endemica del Kazakhstan, Tadzikistan e Uzbekistan;
  • gli acheni esterni hanno delle forme prismatiche, sono pubescenti ed hanno un pappo caduco;
  • gli acheni interni sono glabri ed hanno un pappo persistente.

Sinonimi modifica

Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[2]

  • Brachyramphus popovii (Krasch.) Kamelin
  • Heterachaena popovii (Krasch.) Kovalevsk.
  • Launaea popovii Krasch.

Note modifica

  1. ^ a b c (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b c World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 7 marzo 2022.
  3. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 7 marzo 2022.
  4. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 7 marzo 2022.
  5. ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  6. ^ Strasburger 2007, pag. 860.
  7. ^ Judd 2007, pag.517.
  8. ^ a b c d Kadereit & Jeffrey 2007, pag.186.
  9. ^ a b c d Funk & Susanna 2009, pag. 350.
  10. ^ a b c Cichorieae Portal, su cichorieae.e-taxonomy.net. URL consultato il 18 dicembre 2021.
  11. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  12. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
  13. ^ Strasburger 2007, Vol. 2 - pag. 760.
  14. ^ Judd 2007, pag. 523.
  15. ^ Judd 2007, pag. 520.
  16. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  17. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
  18. ^ Yin et al. 2021.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

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