Lamberto II di Spoleto

Imperatore dei Romani e re d'Italia dall'891 all'898
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Lamberto II di Spoleto (880 circa – Spinetta Marengo, 15 ottobre 898) è stato imperatore dei Romani e re d'Italia (891-898).

Lamberto di Spoleto
Lamberto di Spoleto (secondo da sinistra) raffigurato nel Chronicon Casauriense, manoscritto del XII secolo.
Imperatore dei Romani
In caricanovembre 894[1] –
15 ottobre 898
(contestato da Arnolfo di Carinzia dall'896)
IncoronazioneRavenna, 30 aprile 892
(da papa Formoso)
PredecessoreGuido di Spoleto
SuccessoreArnolfo di Carinzia
Re d'Italia
In caricanovembre 894[2] –
15 ottobre 898
(contestato da Berengario del Friuli e Arnolfo di Carinzia)
IncoronazionePavia, maggio 891
PredecessoreGuido di Spoleto
SuccessoreArnolfo di Carinzia
Nascita880 circa
MorteSpinetta Marengo, 15 ottobre 898
DinastiaGuidonidi
PadreGuido di Spoleto
MadreAgeltrude di Benevento
ReligioneCattolicesimo
Ducato di Spoleto-
Dinastia dei Guidonidi
Figli
Figli


Biografia modifica

Figlio di Guido II di Spoleto e di Ageltrude, venne associato giovanissimo al trono dal padre, incoronato imperatore nell'891 da papa Stefano V. Dopo la morte del papa in quello stesso anno, il suo successore, papa Formoso, fu costretto ad incoronare Lamberto re di Italia. Il papa chiese tuttavia l'intervento di Arnolfo di Carinzia, che scese in Italia settentrionale.

Alla morte del padre nel novembre 894, Berengario del Friuli, l'antico rivale di suo padre, tentò di occupare Pavia, la capitale del regno, ma ne fu rapidamente scacciato da Lamberto, che poteva contare sul forte sostegno di sua madre e dei vassalli di suo padre, a lui ancora fedeli.

Lamberto si recò a Roma per farsi riconoscere la corona imperiale da papa Formoso che, tergiversando in attesa di Arnolfo, venne imprigionato in Castel Sant'Angelo. Il papa venne liberato nell'896 da Arnolfo e lo incoronò imperatore. Papa Formoso morì tuttavia poco dopo, mentre Arnolfo venne colpito da ictus e dovette abbandonare la campagna militare.

Ageltrude ottenne dal papa Stefano VI, eletto con il suo appoggio, che venisse istruito un processo contro il suo predecessore nell'897: il cadavere di papa Formoso venne dunque riesumato, sottoposto ad un macabro processo, condannato e gettato nel Tevere. L'episodio è noto nella storiografia come "il concilio del cadavere". Nell'898 il papa Giovanni IX dichiarò nulla l'incoronazione di Arnolfo e appoggiò Lamberto, che tuttavia morì poco dopo, nello stesso anno.

La morte modifica

Lamberto morì accidentalmente rompendosi il collo cadendo da cavallo durante una battuta di caccia a Marengo.

Secondo Liutprando di Cremona[3], sarebbe stato in realtà Ugo ad ucciderlo durante la battuta di caccia per vendicarsi dell'uccisione del padre Maginfredo[4][5]: durante la battuta di caccia a cinghiali, il seguito del sovrano si disperse nel bosco e questo rimase solo con Guido il quale, nonostante gli screzi con il padre, aveva rivestito del figlio di numerosi benefici. Il re, stanco di attendere che il cinghiale uscisse (o tornasse) alla sua tana, si addormentò ed Ugo, nonostante i benefici ricevuti e il giuramento prestato al sovrano, decise di vendicare il padre. Ugo quindi prese un ramo e ruppe il collo a Lamberto, facendo credere che il collo si fosse spezzato per una caduta da cavallo (per questo, come precisa Liutprando, non usò la propria spada). Per molti anni si credette alla tesi dell'incidente, ma, quando ormai Berengario era il sovrano incontrastato d'Italia, Ugo ammise di averlo assassinato. Ad oggi, tuttavia, gli storici accettano la tesi della morte accidentale[6].

Non si conosce il luogo di sepoltura[7]. Ci è tuttavia pervenuta, per mezzo di un codice padovano dell'XI secolo, il suo epitaffio[7]:

«Sanguine Praecipuo Francorum germinis ortus / Lambertus fuit hic Caesar in orbe potens. / Alter erat Constantinus, Theodosius alter, / et princeps pacis clarus amore nimis. / Quam patrios fines, quam fortiter egit habenas, / Illius arma tibi par quoque visque ferunt. / Des talem quia non meruit gens impia regem, / subripit hinc sociis mors inopina suis. / Ecce suo cineres tellus de scemate sumptos, / Credo, quod inde manet, stelliger axis habet. / Hoc mecum credens tu dic poscensque, viator: / O deus, angelici sit comes ipse chori?").»

 
L'impero di Lamberto di Spoleto, in rosa

Ascendenza modifica

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Lamberto I di Nantes Guido di Nantes  
 
 
Guido I di Spoleto  
Adelaide di Lombardia Pipino d'Italia  
 
 
Guido II di Spoleto  
Sicone I di Benevento  
 
 
Itta di Benevento  
 
 
 
Lamberto II  
Radelchi I di Benevento  
 
 
Adelchi di Benevento  
Caretrude  
 
 
Ageltrude  
 
 
 
Adeltrude  
 
 
 
 

Note modifica

  1. ^ Associato al trono nell'892.
  2. ^ Associato al trono nell'891.
  3. ^ Liutprando da Cremona, Libro I, in Alessandro Cutolo (a cura di), Tutte le opere: La restituzione - Le gesta di Ottone I - La relazione di un'ambasciata a Costantinopoli, traduzione di Alessandro Cutolo, Milano, Bompiani, 1945, pp. 73-75.
  4. ^ (EN) Canduci, Alexander (2010), Triumph and Tragedy: The Rise and Fall of Rome's Immortal Emperors, Pier 9.
  5. ^ Pompeo Litta, Famiglie celebri di Italia. Pico della Mirandola, Torino, 1835.
  6. ^ Anonimo, nota 213, in Matteo Taddei (a cura di), Gesta di Berengario imperatore. Gesta Berengarii Imperatoris (X sec.), traduzione di Matteo Taddei, Vicopisano, Firenze University Press, p. 75, ISBN 978-88-6741-062-0.
  7. ^ a b Tomba e luogo di morte di Lamberto in Le sepolture regie del regno italico (secoli VI-X) di Piero Majocchi

Bibliografia modifica

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Collegamenti esterni modifica

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