Lattina

contenitore ermetico di metallo

La lattina è un contenitore a tenuta ermetica tipicamente non richiudibile che può essere costituito di diversi materiali metallici come alluminio o lamiera di ferro stagnata. La lamiera di ferro stagnata, detta anche latta, è stato il primo materiale utilizzato e da ciò deriva il nome italiano.

Una lattina vuota e senza etichetta del tipo a tre pezzi in latta

Storia modifica

 
Particolare del coperchio con il sistema di apertura, introdotto nel 1975, mediante il quale la linguetta rimane attaccata alla lattina dopo l'apertura, evitandone la dispersione nell'ambiente.

Attorno alla fine del XVIII secolo l'inglese Bryan Donkin sperimentò l'impiego della latta per la realizzazione di scatole per la conservazione di alimenti[1] e nel 1810 Peter Durand, inventore inglese, registrò un brevetto per scatole di latta[2]. Nello stesso periodo alcuni impresari inglesi introdussero la conservazione di cibi in scatola anche negli Stati Uniti: Thomas Kensett (nel 1812 a New York) e William Underwood (nel 1817 a Boston) avviarono le prime industrie di conserve alimentari, impiegando però scatolette di importazione britannica. Solo nel 1825 lo stesso Thomas Kensett registrò un brevetto per la produzione di scatole di latta negli Stati Uniti[3], ma le prime fabbriche di lamiera stagnata non furono aperte che nel 1870 a Cincinnati e Chicago[1]. In Italia, nonostante la produzione di alimenti conservati in scatole di latta avesse avuto inizio già nel 1856 ad opera di Francesco Cirio a Torino, la produzione locale di scatole di latta fu avviata solo nel 1890 da Luigi Origoni a Milano[1].

Inizialmente la lattina era principalmente utilizzata per la conservazione di prodotti alimentari; l'elevato costo di produzione rendeva il cibo così trattato un lusso ma anche una preziosa risorsa logistica per usi militari in quanto mitigava il problema di sempre di ogni esercito, cioè il rifornimento di vettovaglie. Alla metà del XIX secolo inizio una lenta ma radicale trasformazione delle modalità di distribuzione e commercializzazione delle merci alimentari e non, sostituendo la millenaria cessione di prodotto sfuso con l'offerta di prodotti preconfezionati. Le lattine furono quindi utilizzate per una gamma sempre più ampia di prodotti, anche non alimentari. Nel 1957 vennero introdotte le prime lattine in alluminio[4], che ebbero subito grande successo in quanto questo materiale è più malleabile, offre la stessa resistenza alla corrosione della latta ma è più leggero.

Tecnica modifica

 
Una moderna lattina di birra del tipo a 2 pezzi in alluminio

Tipicamente una lattina in latta o d'acciaio è composta da tre pezzi con il corpo a sezione cilindrica o rettangolare, costituito da un parallelepipedo di lamiera ripiegato e chiuso da una saldatura oppure tramite aggraffatura, ed il coperchio ed il fondo applicati sempre tramite aggraffatura. La lattina di alluminio, generalmente utilizzata per le bibite o i prodotti spray, è composta da due soli pezzi; il corpo cilindrico ed il fondo si ottengono tramite imbutitura, il coperchio stampato è applicato tramite aggraffatura.

Le metodologie di lavorazione dell'alluminio si sono man mano evolute arrivando a costruire contenitori robusti e resistenti capaci di mantenere pressioni elevate con solo 13 grammi di alluminio (una normale lattina contenente una bibita gassata da 33 cl.).

Attorno alla penultima decade del XX secolo la tradizionale lattina in latta o acciaio è stata rivitalizzata dalla diffusione dell'apertura a strappo, prima esclusiva delle lattine in alluminio, e dal rivestimento interno in materiale plastico a base di Bisfenolo A. Quest'ultima evoluzione ha eliminato il rischio di migrazione dello stagno negli alimenti, tuttavia alcuni recenti studi ipotizzano la tossicità di questa famiglia di materie plastiche.

Le lattine, essendo realizzate in materiali metallici, sono facilmente e proficuamente riciclabili.

Capacità modifica

Prima della Seconda Guerra Mondiale, la birra, negli Stati Uniti d'America, veniva commercializzata in lattine che venivano utilizzate anche per la commercializzazione dei piselli. Queste lattine avevano come volume 12 once di fluido. Quando negli anni '50 del XX secolo fu introdotta la lattina "a due pezzi" il volume 12 once di fluido fu mantenuto. Negli Stati Uniti d'America lo standard divenne 12 once = 355ml, in Europa, invece fu fatto un arrotondamento a 333ml per adeguarsi al Litro (333ml = un terzo di litro).


Riempimento dei vasi modifica

Le lattine vengono riempite prima che le macchine di chiusura avvitino il coperchio. Per accelerare il processo di produzione, le operazioni di riempimento e chiusura devono essere estremamente precise[5][6]. La testa di riempimento centra la lattina grazie alla pressione del gas, rilascia l'aria e permette alla bevanda di scorrere lungo le pareti della lattina[7][8]. Il coperchio viene posizionato sulla lattina e poi aggrappato in due operazioni. La testa di rotolamento afferra il coperchio dall'alto, mentre il rullo di rotolamento dal lato attorciglia il bordo del coperchio intorno al bordo del corpo della lattina. La testa e il rullo ruotano il barattolo in un cerchio completo per sigillarlo completamente[9][10]. Un rullo di pressione con un profilo diverso pressurizza poi i due bordi per creare una chiusura a tenuta di gas[11].

Le linee di riempimento delle lattine hanno velocità diverse, che vanno da 15.000 lattine all'ora (cph) a 120.000 cph o più, e tutte hanno vari livelli di automazione[12][13].

Meccanismi di apertura modifica

Le prime lattine di metallo non avevano sporgenze; venivano aperte con un punzone o con una chiave da chiesa, un dispositivo simile a un apribottiglie con un'estremità appuntita. Il vaso veniva aperto praticando due fori triangolari sul coperchio, uno grande per bere e un secondo più piccolo per l'ingresso dell'aria. Già nel 1922 alcuni inventori avevano presentato domanda di brevetto per lattine con coperchio incernierato, ma la tecnologia dell'epoca rendeva queste invenzioni poco praticabili[14]. Miglioramenti successivi permisero di realizzare le estremità della lattina in alluminio anziché in acciaio. Nel 1959, Hermal Frasure sviluppò un metodo di apertura delle lattine che in seguito divenne dominante nel mercato delle bevande in lattina. La sua invenzione era la "lingua incernierata"[15].


Note modifica

  1. ^ a b c Storia degli imballaggi in acciaio, su consorzioricrea.org. URL consultato il 7 novembre 2014 (archiviato dall'url originale l'8 agosto 2012).
  2. ^ Fausto Masi, Acciaio, Vallardi, Milano, 1956, pp. 112-113.
  3. ^ Fausto Masi, Acciaio, Vallardi, Milano, 1956, p. 113.
  4. ^ Petroleum week, Volume 9, 1959, p. 82 (Google Books)
  5. ^ Canning Process, su extension.wvu.edu. URL consultato il 16 ottobre 2023.
  6. ^ Understanding forming, filling, sealing and lidding operations, su www.labelsandlabeling.com. URL consultato il 16 ottobre 2023.
  7. ^ How are beverage cans made?, su thecelebtimes.com. URL consultato il 16 ottobre 2023.
  8. ^ How does drink get into a can?, su www.answers.com. URL consultato il 16 ottobre 2023.
  9. ^ How are soda cans pressurized?, su color-newyork.com. URL consultato il 16 ottobre 2023.
  10. ^ Compressed Gas, su www.sciencedirect.com. URL consultato il 16 ottobre 2023.
  11. ^ US3662914A, su patents.google.com. URL consultato il 16 ottobre 2023.
  12. ^ Coca-Cola begins high-speed canning line at Sidcup plant, su www.packagingnews.co.uk. URL consultato il 16 ottobre 2023.
  13. ^ Canning Machines For Beverages Like You've Never Seen Before, su gxcanning.com. URL consultato il 16 ottobre 2023.
  14. ^ Another 10 Curious Everyday Inventions, su listverse.com. URL consultato il 16 ottobre 2023.
  15. ^ USRE30349E, su patents.google.com. URL consultato il 16 ottobre 2023.

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