Leo Todeschini (Zevio, 1916Verona, 27 marzo 1982) è stato un militare italiano, decorato di Medaglia d'oro al valor militare a vivente nel corso della seconda guerra mondiale.

Leo Todeschini
NascitaZevio, 1916
MorteVerona, 27 marzo 1982
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Bandiera della Repubblica Sociale Italiana Repubblica Sociale Italiana
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
SpecialitàCarristi
RepartoI Battaglione, 4º Reggimento carri
Anni di servizio1938-1942
GradoCapitano
GuerreSeconda guerra mondiale
BattaglieBattaglia delle Alpi Occidentali
Operazione Compass
Decorazionivedi qui
dati tratti da La Medaglia d'oro Leo Todeschini è salito nel cielo rosso-azzurro[1]
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Biografia modifica

Nacque a Zevio, provincia di Verona, nel 1916, figlio di Leone e Giovanna Meneghello.[2] Dopo aver conseguito il diploma di ragioniere presso l'Istituto tecnico di Verona nel corso del 1937, si arruolò nel Regio Esercito venendo ammesso a frequentare il corso Allievi ufficiali presso il 3º Reggimento fanteria carrista, dotato dei carri leggeri L3/35.[2] Nominato sottotenente di complemento in data 1 settembre 1939,[2] fu assegnato a prestare servizio presso il 32º Reggimento fanteria carrista.[2] Trattenuto in servizio con il precipitare della situazione internazionale, fu assegnato successivamente al I Battaglione del 4º Reggimento fanteria carrista,[2] equipaggiato con i carri medi M11/39.[3] Dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, prese parte alle operazioni sul fronte occidentale, e poi partì con il suo reparto per l'Africa Settentrionale Italiana il 6 luglio dello stesso anno.[2] Rimase gravemente ferito ad Adam Abu Hileuiat il 19 novembre, nel corso dell'operazione Compass.[2] Lungamente ricoverato in ospedale a causa delle gravissime ferite, fu promosso tenente[2] nel gennaio 1942, e il 4 agosto dello stesso anno venne decorato di medaglia d'oro al valor militare[1] a vivente.[2] Congedato, venne trasferito al Ruolo d'Onore.[2]

Dopo la firma dell'armistizio di Cassibile, avvenuta l'8 settembre 1943, aderì alla Repubblica Sociale Italiana ricoprendo il ruolo di Federale di Verona[4] Dopo la fine della guerra ritornò alla vita civile, e venne promosso capitano nel 1954, prendendo residenza a Verona.[1] Morì presso l'ospedale di Verona[5] la notte del 27 marzo 1982, per complicazioni dovute alle ferite riportate in combattimento.[1][5] I solenni funerali si svolsero a Zevio il giorno 30 dello stesso mese, alla presenza di numerose autorità civili e militari.[5]

Onorificenze modifica

«Con la ferma determinazione di sacrificarsi con il suo plotone carri armati, per impedire al nemico l’avvolgimento e la distruzione di una nostra colonna celere, sosteneva durante tre ore l’urto di soverchianti forze corazzate avversarie, ne frenava lo slancio e ne disordinava la manovra, infliggendo all’assalitore durissime perdite. Anche dopo che quattro dei suoi mezzi, gravemente colpiti avevano dovuto abbandonare la lotta, restava con due soli carri sul terreno del combattimento’ e fronteggiava almeno venti carri nemici con sì disperato coraggio, da riuscire ad intimidire l’avversario e farlo deviare verso altri settori del nostro dispositivo. Essendo stato colpito il carro del comandante della compagnia che, immobilizzato, serviva da facile bersaglio al tiro dei cannoni inglesi, dopo aver constatato il fallimento di alcuni tentativi di ricupero del carro stesso, divenuto gloriosa tomba di eroi, decideva di tentarne il rimorchio. Mentre scendeva dal suo carro per agganciare il cavo, una cannonata gli sfracellava la gamba destra. Vincendo con ferrea volontà l’atroce dolore, si dirigeva appoggiandosi su una sola gamba, verso il carro da agganciare, quando una seconda cannonata colpiva in pieno il motore del suo carro immobilizzandolo ed impedendo a lui di condurre a termine la temeraria, generosa missione volontariamente assunta. Raccolto e tratto in salvo, al suo comandante di battaglione che gli rivolgeva parole di commosso plauso, rispondeva con romana fierezza: « Coraggio, signor maggiore, anche con una gamba di meno si può fare il carrista ». Alam Abu Hileiuat (Africa Settentrionale), 19 novembre 1940 .[6]»
— Regio Decreto 4 agosto 1942[7]

Note modifica

  1. ^ a b c d Il Carrista d'Italia, n.108, maggio 1982a, p. I.
  2. ^ a b c d e f g h i j Combattenti Liberazione.
  3. ^ Walker 2003, p. 60.
  4. ^ Piero Taddei, In ricordo di Bonamini a cento anni dalla nascita, in L'Arena, Società Athesis S.p.A, Verona, 27 febbraio 2015.
  5. ^ a b c Il Carrista d'Italia, n.109, maggio 1982b, p. 1.
  6. ^ Quirinale.it.
  7. ^ Registrato alla Corte dei conti il 7 ottobre 1942, registro 39 guerra, foglio 79.

Bibliografia modifica

Periodici
  • La Medaglia d'oro Leo Todeschini è salito nel cielo rosso-azzurro, in Il Carrista d'Italia, n. 108, Roma, Associazione Nazionale Carristi d'Italia, aprile 1982, pp. I.
  • Gli onori militari all'eroe Leo Todeschini, in Il Carrista d'Italia, n. 109, Roma, Associazione nazionale Carristi d'Italia, maggio 1982, p. 1.
  • Piero Taddei, In ricordo di Bonamini a cento anni dalla nascita, in L'Arena, Verona, Società Athesis S.p.A, 27 febbraio 2015.
  • Piero Taddei, A 87 anni si è spento Virgili. Fu il più giovane sindaco d'Italia, in L'Arena, Verona, Società Athesis S.p.A, 20 novembre 2017.

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