Lercanidipina

farmaco
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La lercanidipina (Zanedip, Cardiovasc, Lercadip sono alcuni nomi sotto la quale è in commercio) è un principio attivo di lunga durata ad indicazione specifica contro l'ipertensione. Appartiene alla classe delle diidropiridine ed è un calcio-bloccante: rilassando la muscolatura liscia vascolare, abbassa la pressione periferica totale, riducendo il carico di lavoro del cuore.[2] È stata brevettata nel 1984.[3]

Lercanidipina
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareC36H41N3O6
Massa molecolare (u)611.727 g/mol
Numero CAS100427-26-7
Numero EINECS807-432-6
Codice ATCC08CA13
PubChem65866
DrugBankDB00528
SMILES
CC1=C(C(C(=C(N1)C)C(=O)OC(C)(C)CN(C)CCC(C2=CC=CC=C2)C3=CC=CC=C3)C4=CC(=CC=C4)[N+](=O)[O-])C(=O)OC
Indicazioni di sicurezza
Simboli di rischio chimico
tossicità acuta
pericolo
Frasi H301
Consigli P301+310 [1]

Indicazioni modifica

Il suo cloridrato è utilizzato come medicinale in cardiologia contro l'ipertensione arteriosa sia moderata che lieve.

Controindicazioni modifica

Come per le altre diidropiridine, la lercanidipina è controindicata nei casi di angina instabile, stenosi aortica, shock cardiogeno.

Da evitare durante la gravidanza e nell'allattamento a causa della scarsità degli studi effettuati non si può garantirne la sicurezza e nei pazienti colpiti da insufficienza renale.

La lercanidipina non deve essere associata a forti inibitori dell'enzima epatico CYP3A4 (come ketoconazolo, eritromicina) o il farmaco immunosoppressore ciclosporina.

Effetti indesiderati modifica

La lercanidipina è generalmente ben tollerata.

Gli effetti indesiderati sono simili a quelli degli altri farmaci della stessa classe terapeutica tra cui mal di testa, vertigini, tachicardia, palpitazioni, rossore ed edema. Le reazioni di ipersensibilità sono state riscontrate in meno di un paziente su 10.000.

L'insorgenza di edemi sono significativamente meno comuni con la lercanidipina rispetto a diidropiridine di prima generazione (come la nifedipina).

Sovradosaggio modifica

Sono state segnalate assunzioni fino a 800 mg di lercanidipina negli studi post-marketing. I principali sintomi sono stati quindi una marcata ipotensione e una tachicardia riflessa. Può verificarsi anche bradicardia, a causa del blocco dei canali del calcio nel nodo atrio-ventricolare. Non esistono trattamenti o antidoti specifici, per cui è richiesto il monitoraggio per almeno 24 ore della pressione sanguigna e della funzionalità cardiaca. La dialisi non si è dimostrata efficace, in quanto la molecola si lega fortemente alle proteine plasmatiche ed ha una elevata lipofilia.

Interazioni modifica

La molecola è metabolizzata a livello epatico dall'enzima CYP3A4; di conseguenza l'assunzione di forti inibitori di tale enzima come il ketoconazolo o l'itraconazolo, ne aumentano la concentrazione ematica con conseguente aumento del suo effetto antiipertensivo. Lo stesso si verifica con la ciclosporina e con il succo di pompelmo.

In direzione opposta invece agiscono farmaci come la carbamazepina, la rifampicina e l'iperico (Erba di San Giovanni) che inducono l'attività del CYP3A4, riducendo quindi la disponibilità della lercanidipina.

Proprietà farmacologiche modifica

Farmacodinamica modifica

Categoria farmacoterapeutica: Calcioantagonisti selettivi con prevalente effetto vascolare; Derivati diidropiridinici; Codice ATC: C08CA13;

Come altre diidropiridine della classe dei calcio-bloccanti, la lercanidipina blocca i Canali del Calcio di Tipo L nelle cellule muscolari lisce dei vasi sanguigni, rilassandoli e abbassando quindi la pressione sanguigna. A differenza di altre molecole con meccanismo d'azione analogo (come il verapamil o il diltiazem), non va ad agire significativamente sui canali del calcio del nodo atrio-ventricolare, quindi alle dosi terapeutiche non abbassa la frequenza cardiaca.

Farmacocinetica modifica

La lercanidipina è assorbita lentamente dall'intestino. La sua biodisponibilità è di circa il 10% a causa del profondo effetto di primo passaggio, o del 40% se assunta insieme ad un pasto ricco di grassi. Il picco ematico si riscontra dopo 1-3 ore ed è velocemente distribuita ai tessuti e, data la sua lipofilia, si lega ai lipidi di membrana. La forma circolante nel torrente ematico è completamente (>98%) legata alle proteine plasmatiche. Il metabolismo avviene esclusivamente nel fegato ad opera del CYP3A4 e l'emivita plasmatica è di circa 8-10 ore ma, a causa del forte legame con i lipidi di membrana, l'effetto antiipertensivo permane per oltre 24 ore.

Chimica modifica

La lercadipina di uso terapeutico è sotto forma di cloridrato. È una polvere di colore giallo pallido, solubile in cloroformio e metanolo ma praticamente insolubile in acqua. L'elevata lipofilia della molecola è stata creata per permetterne un elevato legame ai lipidi di membrana, per aumentarne la durata d'azione.

La molecola presenta un atomo di carbonio asimmetrico. Sebbene l'enantiomero S sia più efficace dell'enantiomero R, le formulazioni in commercio sono in forma racemica.

Enantiomeri della lercanidipina
 
(R)-lercanipidina CAS: 185197-70-0
 
(S)-lercanipidina CAS: 185197-71-1

Note modifica

  1. ^ Sigma Aldrich; rev. del 10.09.2012, riferita al cloridrato emiidrato (CAS [132866-11-6])
  2. ^ V Barrios, C Escobar, A Navarro, L Barrios, J Navarro-Cid, A Calderón e Investigators Laura, Lercanidipine is an effective and well tolerated antihypertensive drug regardless the cardiovascular risk profile: The LAURA study, in International Journal of Clinical Practice, vol. 60, n. 11, 2006, pp. 1364–70, DOI:10.1111/j.1742-1241.2006.01176.x, PMC 1636683, PMID 17073834.
  3. ^ (EN) Jnos Fischer e C. Robin Ganellin, Analogue-based Drug Discovery, John Wiley & Sons, 2006, p. 466, ISBN 9783527607495.

Bibliografia modifica

  • British national formulary, Guida all’uso dei farmaci 4 edizione, Lavis, agenzia italiana del farmaco, 2007.
  • Lusofarmaco, Farmabank 2006, Salerno, momento medico, 2005.
  • Aldo Zangara, Terapia medica ragionata delle malattie del cuore e dei vasi, Padova, Piccin, 2000, ISBN 88-299-1501-7.

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