Libro di vetta

Registro cartaceo sulle vette montuose per escursionisti da poter lasciare traccia della loro escursione

Un libro di vetta è un registro cartaceo posizionato sulla vetta di una montagna sul quale gli escursionisti o gli alpinisti che raggiungono la cima possono lasciare un messaggio.

Il libro di vetta del Ciarm del Prete (Alpi Graie, 2389 m), curato dal CAI di Viù

Caratteristiche

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Il libro di vetta del Monte Marmottere (Alpi Graie, 2 192 m) e il suo contenitore in plastica
 
La nicchia con il libro di vetta della Cima Montù (Alpi Graie, 2 246 m)

I libri di vetta si trovano in genere all'interno di contenitori a tenuta stagna, eventualmente ulteriormente riparati da buste di plastica. A volte vengono posizionati in una nicchia ricavata nel basamento della croce di vetta, se presente, oppure di altri monumenti o costruzioni che si trovano sulla cima della montagna come ad esempio aste portabandiera, ometti, capannine meteorologiche, statue e così via.

La collocazione su una montagna di un libro di vetta può essere una iniziativa presa informalmente da singoli appassionati mentre in altri casi viene curata da club o associazioni alpinistiche riconosciute oppure dal gestore di un rifugio presente nei pressi della montagna[1]. La sostituzione è più o meno frequente a seconda del grado di frequentazione della montagna: mentre su cime piuttosto popolari tra gli appassionati può essere necessario cambiare il libro di vetta più di una volta all'anno, punte meno "gettonate" offrono ai salitori libri di vetta con testimonianze di ascensioni risalenti anche a parecchi anni prima.

La conservazione dei libri di vetta completati viene in genere curata da chi li ha collocati sulla cima. Un'eccezione è quella dei libri di vetta (summit registers) gestiti dal Sierra Club, la più antica associazione ambientalista degli USA: dopo essere stati portati a valle, questi vengono infatti esposti e conservati dalla Bancroft Library, l'istituzione che si occupa di documentazione storica per l'Università della California[2]. In Italia la conservazione dei libri di vetta è normalmente delegata alle sezioni CAI competenti per la manutenzione dei sentieri che portano alle varie cime o, in alcuni casi, ai rifugi che si trovino nelle vicinanze. Tale regola generale non vale per la regione Trentino. In tutto il territorio trentino la S.A.T. raccoglie presso la Biblioteca della Montagna-SAT tutti i libri di vetta di tutte le cime trentine provvedendo a catalogarli e conservarli. Solitamente l’alpinista che trova il libretto le cui pagine bianche siano esaurite lo porta alla Biblioteca della montagna[3] dove sono conservati oltre 700 libretti di vetta[4]. In caso di impossibilità lo consegna al gestore di rifugio più vicino con l’impegno di consegnarlo in biblioteca. Il gestore andrebbe avvertito anche perché si procuri un libretto di vetta nuovo, che verrà affidato a chi intraprende la successiva salita.

Sul libro di vetta vengono di solito riportati il punto di partenza dell'ascensione, il percorso di salita e quello che si prevede di fare in discesa. Queste informazioni possono essere utili nel caso si renda necessario ritrovare escursionisti dei quali si sono perse le tracce[1]. I contenuti dei messaggi lasciati da chi ha raggiunto la cima possono tuttavia essere molto vari, ad esempio la descrizione delle condizioni atmosferiche trovate durante l'escursione, o addirittura dei veri e propri componimenti poetici; alcuni lasciano anche disegni, altri sfoghi personali, insulti o riflessioni individuali del tutto scollegate dall'esperienza dell'ascensione verso la vetta. I libri di vetta sono a volte utilizzati dai collezionisti di cime per lasciare traccia della conquista della cima.

Diffusione

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I libri di vetta non vengono in genere collocati su montagne raggiunte da strade percorribili con veicoli a motore o in genere a grande frequentazione turistica sia perché in questi casi la presenza sulla cima del singolo visitatore non è evidentemente molto significativa, sia perché sarebbe necessario sostituire il libro di vetta troppo spesso. Per ragioni opposte è difficile trovare libri di vetta anche su cime secondarie e collocate in aree molto remote e poco frequentate.

Controversie

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La presenza di libri di vetta su cime collocate in aree particolarmente selvagge è da alcuni ritenuta un fattore di disturbo dell'esperienza di contatto con la natura; chi segue in modo più radicale questa linea di pensiero arriva a rimuovere o distruggere i libri di vetta esistenti.

Alternative

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La diffusione di Internet e delle comunicazioni satellitari ha permesso da alcuni anni la creazioni di libri di vetta virtuali, ai quali si può accedere con smartphone dotati di tecnologia GPS[5]. Anche alcuni siti legati all'alpinismo contengono sezioni o pagine, che chiamano libro di vetta, dove possono essere inseriti in maniera differita messaggi di utenti che hanno salito una determinata montagna[6].

Galleria d'immagini

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  1. ^ a b Il libro di vetta, pagina su www.alto-adige.com (consultato nel dicembre 2013)
  2. ^ Finding Aid to the Sierra Club Mountain Registers and Records, 1860-2005, su oac.cdlib.org, Online Archive of California. URL consultato il 29 dicembre 2013.
  3. ^ Biblioteca della Montagna-SAT Archiviato il 27 giugno 2017 in Internet Archive.
  4. ^ Elenco libri di vetta in custodia della Biblioteca della SAT, su sat.tn.it. URL consultato il 17 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 29 giugno 2017).
  5. ^ Digital Global Summit Log – peakhunter.com, su peakhunter.com, Peakhunter LLC, Appenzell, Switzerland. URL consultato il 29 dicembre 2013.
  6. ^ Compila il libro di vetta, pagina del CAI sezione ligure www.cailiguregenova.it Archiviato il 30 dicembre 2013 in Internet Archive. (consultato nel dicembre 2013)

Bibliografia

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  • Òscar Masó García: Libros de cima. Una storia di passione e conquista. Madrid 2018, Edizioni Desnivel, ISBN 978-8498294200

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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  • Alcune riflessioni tratte dal libro di vetta della Vetta Occidentale del Corno Grande (Gran Sasso), recuperato il 6/6/2003, su www.eneafiorentini.it (a cura di Enea Fiorentini)
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