Lina Hähnle

attivista, filantropa e ambientalista tedesca

Emilie Karoline Hähnle, meglio nota come Lina Hähnle (Sulz am Neckar, 3 febbraio 1851Giengen an der Brenz, 1º febbraio 1941), è stata un'attivista tedesca, fondatrice della Naturschutzbund Deutschland (NABU).Per il suo impegno nella protezione e conservazione degli uccelli viene spesso definita "La madre degli uccelli" (in tedesco: Vogelmutter).

Stele in memoria di Lina Hähnle presso Stoccarda

Biografia modifica

Nata a Sulz am Neckar nel 1851 da Johannes Hähnle, operaio in una salina, e Karoline Friederike Rettig, si trasferì con la famiglia prima presso Rottweil e poi a Tubinga. Nel 1871 sposò suo cugino Hans Hähnle, deputato del Reichstag imperiale e proprietario della Vereinigte Filzfabriken, un'industria tessile; dal matrimonio nacquero sei figli. Lina organizzò anche un piccolo asilo nido nella propria residenza per i figli degli operai dell'azienda gestita dal marito.

A Stoccarda fondò la Bund für Vogelschutz[1] (Lega per la protezione degli uccelli o BfV) nel 1898, con cui tenne diverse conferenze sulla conservazione della biodiversità.[2] Tra i suoi membri e donatori la BfV vantò anche il presidente degli Stati Uniti Woodrow Wilson e l'imprenditore tedesco Robert Bosch.[3]

Lina morì nel 1941 a Giengen an der Brenz all'età di 89 anni.

Il figlio Hermann seguì le sue orme impegnandosi nel campo della protezione della biodiversità, mentre la figlia Lina è tristemente nota per esser stata una delle vittime dell'Aktion T4 nel 1936. Un altro figlio, Eugen è stato membro del Reichstag imperiale.[4]

Note modifica

  1. ^ Nel 1990 la BfV si unì con la DDR Naturschutz society dando vita alla Naturschutzbund Deutschland
  2. ^ Ludwig Gebhardt, Neue Deutsche Biographie, Band 7, 1966. URL consultato il 19 marzo 2019.
  3. ^ (DE) Chronik 1899 bis 1918 - NABU, su NABU - Naturschutzbund Deutschland e.V.. URL consultato il 19 marzo 2019.
  4. ^ (DE) Andreas Speit, NS-Geschichte des Nabu: Die braune Vogelschützerin, in Die Tageszeitung: taz, 6 marzo 2016. URL consultato il 19 marzo 2019.

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