Lingua slovena in Italia
La lingua slovena in Italia viene principalmente parlata da una comunità autoctona residente lungo il confine orientale, la minoranza slovena in Italia. Non ci sono dati recenti e certi sul numero dei parlanti in sloveno o dialetti sloveni in Italia; statistiche del 1974 attestavano gli utilizzatori dello sloveno a 61.000 persone[2] nel territorio del Friuli-Venezia Giulia, raccolti nella provincia di Trieste e nelle zone orientali delle province di Gorizia e Udine. La qualifica di "dialetto sloveno" qui considerata è quella derivante dalla legislazione italiana.
Sloveno standard e dialetti sloveni in ItaliaModifica
Questa voce o sezione sugli argomenti lingue e gruppi etnici non cita le fonti necessarie o quelle presenti sono insufficienti.
|
La neutralità di questa voce o sezione sull'argomento linguistica è stata messa in dubbio.
|
Il frazionamento della minoranza in Italia, come anche la diversa appartenenza statale, rendono problematica (nonché in più di qualche caso dichiaratamente avversata) l'adozione dello standard letterario sloveno come lingua comune per l'insieme delle comunità: mentre infatti gli slovenofoni di Trieste e di Gorizia si riconoscono pienamente nella lingua e nelle tradizioni culturali della vicina Slovenia - alle quali hanno dato anzi un contributo storicamente significativo -, i gruppi della provincia di Udine (Slavia friulana) tendono in genere a porre l'accento sulla differenza dei loro dialetti dallo standard sloveno, per sottolineare la loro peculiarità storica e culturale. Ciò deriva anche dal fatto che, a differenza degli sloveni della provincia di Trieste e Gorizia che hanno avuto, tranne - ovviamente - durante il ventennio fascista, scuole pubbliche con lo sloveno standard come lingua d'insegnamento dai tempi dell'Impero asburgico, gli sloveni della provincia di Udine non hanno mai avuto la possibilità di un contatto costante con la lingua letteraria slovena nonostante le promesse del Regno d'Italia. La loro variante dello sloveno è quindi rimasta sul livello di lingua orale, creando un diffuso fenomeno di diglossia, che aveva caratterizzato a lungo anche gli sloveni dell'Oltremura.
La peculiarità del resiano ha inoltre indotto alla creazione di una propria standardizzazione ortografica che si è andata diffondendo negli ultimi due decenni. All'inizio del 2007, però, il consiglio comunale di Resia approvò una risoluzione che afferma la volontà del comune di essere inserito nel territorio dove sarà vigente la legge di tutela della minoranza slovena[3], benché resti aperta la polemica soprattutto interna sulla questione dell'uso del resiano scritto nel sistema educativo e amministrativo in luogo dello Sloveno, e sull'opportunità di sostenere la richiesta di un diverso riconoscimento per questo idioma da parte dello stato italiano.
È difficile fare chiarezza sulle posizioni contrastanti che vengono prese nel dibattito anche perché sul territorio della tutela culturale le polemiche vengono alimentate anche da posizioni politiche e ideologiche in buona parte provenienti dall'esterno: in particolare se da un lato gran parte dell'associazionismo sloveno e tutte le correnti filo-slovene spingono per una comune identificazione slovena di tutti i cittadini italiani di lingua slovena del Friuli-Venezia Giulia e per l'adozione dello sloveno standard da parte di tutte le comunità, d'altro canto gran parte della politica italiana e anche friulana, e tutto il nazionalismo italiano, ivi comprese le associazioni segrete che svolsero un rilevante ruolo nella storia locale del XX secolo[4], sono contrari all'identificazione slovena e spingono invece per un'esaltazione delle differenze locali, culturali e storiche, e pertanto per un maggiore riconoscimento delle differenze in particolare dei resiani e degli abitanti della Benecia. Il dibattito attuale è in tutti i casi piuttosto acceso e vario, tanto da essere difficile riportare completamente tutte le posizioni presenti.
Dialetti sloveni in ItaliaModifica
Area di utilizzo dei dialetti appartenenti al gruppo dialettale carinziano
Area di utilizzo dei dialetti appartenenti al gruppo dialettale litoraneo nell'ambito dei principali gruppi dialettali sloveni[5]
1 – Dialetto istriano
Lo sloveno in Italia è rappresentato da vari dialetti; tutti questi, tranne il resiano, si estendono anche dall'altra parte del confine con la Slovenia (o, nel caso del dialetto del Gailtal, anche in Austria):
- dialetto istriano - variante di Risano (istrsko narečje - rižanski govor) nelle zone slovenofone del comune di Muggia, in maggior parte delle frazioni del comune di San Dorligo della Valle e in alcune frazioni di Trieste;
- dialetto carniolino centrale (notranjsko narečje) nei comuni di Monrupino, Sgonico e in alcune frazioni di San Dorligo della Valle e di Trieste (Padriciano, Opicina, Basovizza, Trebiciano, Cattinara);
- il dialetto carsico (kraško narečje) nei comuni di Duino-Aurisina, Doberdò del Lago, Savogna d'Isonzo e alcune frazioni di Gorizia e di Trieste (Barcola, Gretta, Grignano, Prosecco);
- il dialetto del Collio (briško narečje) nel comune di San Floriano del Collio e in alcune frazioni di Gorizia, Cormons e Dolegna del Collio;
- il dialetto del Natisone (nadiško narečje) nei comuni di Pulfero, Savogna, Grimacco, Drenchia, San Pietro al Natisone, San Leonardo, Stregna e in alcune frazioni di Prepotto e Torreano;
- il dialetto del Torre (tersko narečje) nei comuni di Lusevera e Taipana e in alcune frazioni di Nimis, Attimis, Faedis;
- il dialetto dei Gailtal (ziljsko narečje) nelle zone slovenofone della Val Canale.
- il dialetto resiano (rezijansko narečje) in Resia.
Tranne il penultimo, che fa parte del gruppo dei dialetti carinziani, tutti gli altri fanno parte del gruppo dei dialetti del Litorale (primorska narečna skupina).
Quanto al resiano tanto i linguisti che i poteri politici e l'opinione pubblica non sono concordi riguardo al suo status: alcuni lo considerano parte integrante del gruppo dialettale litoraneo, altri parlano di un dialetto di transizione tra i gruppi litoraneo e carinziano, altri ancora sostengono la sua peculiarità nell'ambito della famiglia linguistica slovena; taluni, infine, sostengono invece si tratti di un idioma a sé stante, sebbene simile allo sloveno[senza fonte]. Il Resiano ha mantenuto infatti degli arcaismi non più esistenti negli altri dialetti sloveni, quale ad esempio il tempo verbale aoristo, e presenta un sistema fonetico del tutto peculiare, con ben quattro varianti locali della dizione. La popolazione parlante, inoltre, secondo alcuni istigata da decenni di propaganda[senza fonte], sembra propendere ampiamente per un'identificazione indipendente dallo sloveno.
Uso della lingua slovena nella liturgia cattolicaModifica
La Chiesa cattolica usa la lingua slovena nella liturgia ovunque vi sia un numero sufficiente di fedeli sloveni. Nelle diocesi di Trieste e di Gorizia vi sono due vicari episcopali per gli sloveni ed i fedeli sloveni sono organizzati in modo autonomo. Il clero è attivamente impegnato nell'affermazione della convivenza tra la popolazione italiana e quella slovena[6].
Scolarizzazione in lingua slovenaModifica
Sotto la monarchia austro-ungarica, grazie al regime federale dello Stato l'idioma sloveno ha trovato una sua collocazione scolastica, mentre le terre che scelsero tramite il referendum del 1866 di passare sotto il regno d'Italia non fruirono di questa opportunità. Già nella seconda metà del Settecento, Maria Teresa d'Austria e successivamente Giuseppe II e Leopoldo II furono tre imperatori illuminati che promossero la scolarizzazione di massa in tutto il loro impero. In seguito alle riforme costituzionali degli anni sessanta dell'Ottocento, la scolarizzazione elementare nella parte austriaca della duplice monarchia venne a dipendere dalle amministrazioni comunali. Per gli sloveni del Goriziano e del Carso ciò significò una scolarizzazione nella lingua slovena standard, mentre a Trieste (in quanto prevalentemente italiana) ed anche in parte dell'Istria, dove sia le amministrazioni comunali sia l'istruzione erano italiane, vennero fondate, già dalla seconda metà dell'Ottocento, varie scuole private slovene, dirette dalla "Società SS. Cirilio e Metodio" (Cirilmetodova družba). Questo, insieme alla diffusione delle attività culturali di stampo popolare, ha permesso agli sloveni austroungarici di imparare a leggere e scrivere nello sloveno standard. Dopo l'assegnazione al Regno d'Italia del Litorale austriaco avvenuta in base al trattato di Rapallo (1920), gli sloveni ivi residenti persero la possibilità di studiare la propria madrelingua dai banchi di scuola. In seguito all'applicazione della Legge n. 2185 del 1/10/1923 (Riforma scolastica Gentile), nell'area comprendente le attuali provincie di Gorizia e Trieste furono abolite tutte le scuole con lingua di insegnamento slovena (oltre 60)[7]. Fu solo dopo la seconda guerra mondiale che gli sloveni riottennero il diritto di frequentare la scuola dell'obbligo nella propria lingua madre, in base alla Legge n. 1012 del 19/07/1961[8]. In territorio italiano va ricordato monsignor Ivan Trinko[9], appassionato diffusore della cultura slovena, che si oppose alla proibizione del regime fascista all'uso dello sloveno locale nelle chiese. Questo oltre alla diversa storia delle terre del Natisone rispetto a quelle slovene contribuì ad un senso di appartenenza diverso degli Italiani di lingua slava della provincia di Udine dagli sloveni della provincia di Gorizia e Trieste. Tuttavia i rapporti economici, parentali (i tanti matrimoni) e culturali tra le genti delle vallate confinarie (italiane e slovene) lungo il confine della provincia di Udine, sono sempre stati, nei secoli, molto forti.[senza fonte]
In Friuli-Venezia Giulia sono presenti dodici scuole di ogni ordine e grado con la lingua d'insegnamento slovena[10].
Nell'UTI Collio - Alto Isonzo sono presenti quattro scuole[11]:
- Istituto Comprensivo con lingua d'insegnamento slovena di Gorizia (Večstopenjska šola s slovenskim učnim jezikom v Gorici) - Gorizia e San Floriano del Collio
- Istituto Comprensivo con lingua d'insegnamento slovena di Doberdò del Lago (Večstopenjska šola s slovenskim učnim jezikom v Doberdobu) - Doberdò del Lago, Ronchi dei Legionari e Savogna d'Isonzo
- Istituto Statale d'Istruzione Superiore Simon Gregorčič - Primož Trubar (Državni izobraževalni zavod Simon Gregorčič - Primož Trubar) - Gorizia
- Istituto Statale d'Istruzione Superiore Ivan Cankar (Državni izobraževalni zavod Ivan Cankar) - Gorizia
Nell'UTI Giuliana sono presenti otto scuole[12]:
- Istituto comprensivo con lingua d'insegnamento slovena di Opicina (Večstopenjska šola s slovenskim učnim jezikom v Opicine) - Trieste e Monrupino
- Istituto comprensivo con lingua d'insegnamento slovena di Aurisina (Večstopenjska šola s slovenskim učnim jezikom v Nabrežini) - Duino-Aurisina e Sgonico
- Istituto comprensivo con lingua d'insegnamento slovena di San Dorligo della Valle (Večstopenjska šola s slovenskim učnim jezikom v Dolini) - Dolina
- Istituto comprensivo con lingua d'insegnamento slovena di San Giacomo (Večstopenjska šola s slovenskim učnim jezikom v Sveti Jakobu) - Trieste
- Istituto comprensivo con lingua d'insegnamento slovena Vladimir Bartol (Večstopenjska šola s slovenskim učnim jezikom Vladimir Bartol) - Trieste
- Liceo socio-economico e umanistico Anton Martin Slomšek (Licej družbeno-ekonomska in humanistična srednja šola Anton Martin Slomšek) - Trieste
- Liceo scientifico statale France Prešeren (Državni znanstveni licej Franceta Prešerna) - Trieste
- Istituto statale d'istruzione Superiore Jožef Stefan (Državni izobraževalni zavod Jožef Stefan) - Trieste
Da oltre 20 anni esiste a San Pietro al Natisone, nella Slavia friulana l'Istituto comprensivo statale Paolo Petricig[13], una scuola pubblica bilingue molto frequentata dai ragazzi della vallata e finanziata dallo Stato italiano. La scuola media di primo grado, richiesta da diversi anni, è stata inaugurata il 12 settembre 2007[14].
Lo status dello sloveno in ItaliaModifica
Nella provincia di Trieste e in quella di Gorizia funzionano, dal primo dopoguerra, scuole statali con lo sloveno come lingua d'insegnamento.
Con la legge n. 38 del 23 febbraio 2001 è stato costituito il "Comitato istituzionale paritetico per i problemi della minoranza slovena" con sede a Trieste; si è provveduto a tracciare un elenco dei comuni abitati dalla minoranza, estendendo alle Valli del Natisone le norme di tutela, riconoscendo come scuole statali gli istituti bilingui privati. Nel 2007 è stato aperto nel centro di Trieste lo Sportello unico statale per gli Sloveni[15], al fine di consentire alla comunità di utilizzare la propria lingua materna nei rapporti con le istituzioni pubbliche.
Le associazioni di lingua slovena sono quasi tutte inquadrate nell'Unione Culturale Economica Slovena (SKGZ - Slovenska kulturno gospodarska zveza) e nella Confederazione delle Organizzazioni Slovene (SSO - Svet slovenskih organizacij), che a loro volta hanno dato vita al Coordinamento delle minoranze slovene in Italia, Austria, Ungheria e Croazia (SLOMAK - "Slovenska manjšinska koordinacija"). A Trieste esiste anche l'Istituto Sloveno delle Ricerche (SLORI - Slovenski raziskovalni inštitut). Nella stessa città viene stampato, dal 1945, il quotidiano Primorski dnevnik, redatto completamente in lingua slovena. Dalla sede regionale RAI vanno inoltre in onda numerose trasmissioni radiofoniche e televisive in lingua slovena. Le comunità slovene di Gorizia e Trieste hanno inoltre la possibilità di ascoltare i canali radiofonici e televisivi della vicina Slovenia, con la quale hanno mantenuto intensi e stretti contatti culturali che si sono rafforzati dopo la proclamazione dell'indipendenza del paese nel 1991.
Da decenni lo sloveno è utilizzato come lingua coufficiale in diversi comuni della provincia di Trieste e del Goriziano, con tutti i documenti redatti in forma bilingue. Lo sloveno standard viene utilizzato anche in alcuni comuni delle Valli del Natisone (provincia di Udine), pur se sporadicamente, per via delle già citate resistenze di parte della popolazione locale ad identificare il proprio dialetto con la lingua slovena ufficiale.
Comuni in cui vige la tutela della comunità slovenaModifica
Nei comuni in cui vige la tutela della comunità slovena[16] è consentita l'esposizione della bandiera slovena accanto a quella italiana, europea e regionale[17].
Elenco dei comuni in cui vige la tutela della comunità slovena (legge n. 38 del 2001, approvato da decreto del presidente della Repubblica il 12 settembre 2007[18])
NoteModifica
- ^ Studio dell'Università di Padova, su maldura.unipd.it. URL consultato il 6-8-2009 (archiviato dall'url originale il 6 maggio 2012).
- ^ Raoul Pupo, Il Lungo esodo, Ed. Rizzoli, Milano, 2005, pag. 304 ISBN 88-17-00562-2
- ^ *** NORMATTIVA ***
- ^ Alle Origini della Gladio - Dott. Faustino Nazzi
- ^ Inštitut za slovenski jezik Frana Ramovša
- ^ Bojan Brezigar, Tra le Alpi e l'Adriatico - Gli Sloveni nell'Unione Europea, pg.21, Centro d'Informazione di Bruxelles - Ufficio Europeo per le Lingue Meno Diffuse, 1996, ISBN 90-74851-30-4].
- ^ Pavel Strajn, La comunità sommersa – Gli Sloveni in Italia dalla A alla Ž, pagine 173 e 174, ZTT - Editoriale Stampa Triestina, Trieste 1992
- ^ Legge n. 1012 del 19 luglio 1961: Disciplina delle istituzioni scolastiche nella provincia di Gorizia e nel Territorio di Trieste
- ^ La lingua slovena ha piena cittadinanza nelle chiese, su lintver.it. URL consultato il 3 marzo 2019.
- ^ (SL, IT) Deželni šolski sistem v slovenskem jeziku - Sistema scolastico regionale in lingua slovena
- ^ Scuole slovene in provincia di Gorizia
- ^ Scuole slovene in provincia di Trieste
- ^ Istituto Comprensivo bilingue San Pietro al Natisone
- ^ Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia - la giunta regionale
- ^ SUSS, Annuncio dell'attuazione della norma
- ^ Legge n. 38 del 2001: Norme a tutela della minoranza linguistica slovena della regione Friuli Venezia Giulia
- ^ Legge regionale n. 27 del 2001: Adozione e disposizioni per l'uso ed esposizione della bandiera della Regione Friuli Venezia Giulia, nonché per quelle della Repubblica italiana, dell'Unione europea, e delle comunità di riferimento dei gruppi linguistici della Regione
- ^ Elenco del Ministero dell'Interno Archiviato l'11 novembre 2011 in Internet Archive.
BibliografiaModifica
- AA.VV., Krajevni leksikon Slovencev v Italiji - Goriška pokrajina (Trieste - Dunio: KLSI, 1995).
- AA.VV, Krajevni leksikon Slovencev v Italiji - Tržaška pokrajina (Trieste: Založništvo tržaškega tiska, 1990).
- Boris Gombač, Atlante storico dell'Adriatico orientale, Bandecchi & Vivaldi Editori, Pontedera 2007.
Voci correlateModifica
Altri progettiModifica
- Wikisource contiene il testo completo di o su L. 23 febbraio 2001, n. 38 - Norme a tutela della minoranza linguistica slovena della Regione Friuli-Venezia Giulia
Collegamenti esterniModifica
- Legge 1012 del 19 luglio 1961: Disciplina delle istituzioni scolastiche nella provincia di Gorizia e nel Territorio di Trieste, su normattiva.it.
- Decreto del Presidente della Repubblica 12 settembre 2007 - Tabella dei comuni del Friuli-Venezia Giulia nei quali si applicano le misure di tutela della minoranza slovena, su interno.gov.it.
- Legge 482 del 1999: Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche, su normattiva.it.
- Legge 38 del 2001: Norme a tutela della minoranza linguistica slovena della regione Friuli Venezia Giulia, su normattiva.it.
- Legge regionale 27 novembre 2001, n. 27: Adozione e disposizioni per l’uso ed esposizione della bandiera della Regione Friuli Venezia Giulia, nonché per quelle della Repubblica italiana, dell’Unione europea e delle comunità di riferimento dei gruppi linguistici della Regione, su lexview-int.regione.fvg.it.
- Legge regionale 26 del 16.11.2007: Norme regionali per la tutela della minoranza linguistica slovena, su lexview-int.regione.fvg.it.