Le lingue penuti[1][2][3][4] (Penutian in lingua inglese) sono un ipotetico raggruppamento di lingue native americane del nord America occidentale, parlate un tempo negli attuali stati di Washington, Oregon e California. L'esistenza di un phylum penuti è stato oggetto di accesi dibattiti in seno alla comunità dei linguisti. Anche il fatto che alcune delle lingue (o gruppi di lingue) potessero appartenere o no al raggruppamento è stata spesso fonte di diatribe tra gli specialisti. Molti dei problemi negli studi comparativi sono dovuti al fatto che molte lingue si sono estinte da parecchio tempo e la documentazione disponibile è scarsa.[5]

Lingue penuti
Parlato inBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Bandiera del Canada Canada
Parlato inAmerica settentrionale

Area di diffusione delle lingue penuti

Si riuscì a raggiungere un certo consenso sull'ipotesi in un convegno del 1994 all'Università dell'Oregon.[6] In seguito Marie-Lucie Tarpent studiando le lingue tsimshian[1] (Tsimshianic), una famiglia geograficamente isolata della Columbia Britannica settentrionale, concluse che l'appartenenza alla famiglia penuti fosse molto probabile.[7]

Parecchi dei sottoraggruppamenti più o meno recentemente proposti hanno avuto convincenti dimostrazioni.[8][9][10][11]

Etimologia modifica

Il nome penuti è stato creato unendo due parole che indicano il numerale "due": pen nelle lingue wintun[1] (Wintuan), maidu[1] (Maiduan) e yokuts[1] (Yokutsan), e uti in lingua uti (Utian).[3][12]

Storia delle ipotesi modifica

Ipotesi iniziale modifica

L'ipotesi originale penuti venne lanciata nel 1913 da Roland B. Dixon e Alfred L. Kroeber, che avevano notato le strette relazioni che incorrevano tra le seguenti cinque famiglie linguistiche californiane:

  1. Lingue maidu
  2. Lingue uti
  3. Lingue costano[3] (Costanoan)
  4. Lingue wintun
  5. Lingue yokuts

Questa proposta venne definita di volta in volta Core Penutian, penuti californiano[3] (California Penutian) o Penutian Kernel. Nel 1919 gli stessi autori pubblicarono le prove linguistiche a supporto della proposta.[13] Da questa data, l'ipotesi del penuti iniziò ad essere dibattuta.

Precedentemente (nel 1877), Albert S. Gatschet aveva definito il gruppo mutsun (oggi chiamato lingue uti),[3] formato dalle lingue miwok e dalle lingue costano, la cui esistenza venne poi confermata da Catherine Callaghan. Nel 1903 Dixon & Kroeber notarono una notevole relazione ("positive relationship") tra costano, maidu, wintun e yokuts.[14] Nel 1910 Kroeber riconobbe gli stretti collegamenti tra la lingua miwok e le lingue costano.[15]

Espansione di Sapir modifica

Nel 1916, Edward Sapir espande la famiglia penuti con un insieme di lingue, definite lingue penuti dell'Oregon,[3] che includeva le lingue coos[3] (Coosan) e le lingue isolate siuslaw[3] e takelma.[3]

In seguito Sapir e Leo Frachtenberg aggiunsero le lingue kalapuya[3] (Kalapuyan) e le lingue chinook[1][3] (Chinookan) e, ancora dopo, le lingue alsean e le lingue tsimshian, arrivando alla classificazione in quattro rami del 1921:

I. Penuti californiano
  1. Maidu   (Maidu)
  2. Uti   (Miwok–Costano)
  3. Wintun   (Wintu)
  4. Yokuts   (Yokuts)
II. Penuti dell'Oregon
  1. Coos   (Coos)
  2. Siuslaw
  3. Takelma
  4. Lingue kalapuya   (Kalapuya)
  5. Lingue alsean   (Yakonan)
III. Lingue chinook   (Chinook)
IV. Lingue tsimshian   (Tsimshian)

Nel 1929 Sapir pubblicò un articolo per l'Encyclopædia Britannica, in cui aggiungeva due nuovi rami:

organizzando così la famiglia in sei rami:

  1. Penuti californiano
  2. Penuti dell'Oregon
  3. Chinook
  4. Tsimshian
  5. Penuti dell'altopiano
  6. Penuti del Messico

(La completa proposta di Sapir del 1929 si può leggere nella voce dell'Encyclopædia Britannica, in inglese.)

Espansioni successive modifica

Altri linguisti hanno suggerito l'inclusione di altre lingue nella famiglia:

o hanno proposto ipotesi di collegamenti tra il penuti ed altre famiglie:

Dubbi della metà del novecento modifica

Verso la metà del XX secolo, tra gli studiosi sorse il dubbio che le somiglianze tra le varie famiglie linguistiche che comporrebbero la famiglia penuti possano essere il risultato di prestiti linguistici tra i popoli vicini e non derivassero da un proto-linguaggio comune, condiviso in un lontano passato.

Mary Haas, riguardo a questo prestito, afferma:

Anche dove il rapporto genetico è chiaramente delineato ...le prove di diffusione di tratti comuni, tra tribù vicine, in relazione o meno, è visibile dappertutto. Queste rende il compito di determinare la validità dei collegamenti tra le presunte lingue hoka[3] e le presunte lingue penuti estremamente difficoltoso […] e occorre ribadire ancora una volta che, per la preistoria, l'approccio diffusionale è altrettanto importante che quello genetico e quindi porre la necessaria enfasi sulla necessità di proseguire con studi diffusionali che vadano di pari passo con gli studi genetici. Questo è necessario, soprattutto, nello studio delle lingue hoka e penuti, in particolar modo in California dove esse hanno convissuto fianco a fianco per molti millenni.[17](Haas 1976:359)

Nonostante le preoccupazioni di Haas ed altri, la “Consensus Classification” prodotta ad una conferenza a Bloomington (Indiana) nel 1964 ha ritenuto di mantenere l'intero gruppo di Sapir nella famiglia penuti. L'approccio opposto venne sostenuto nel 1976 ad una conferenza a Oswego (New York), dove Campbell e Mithun respinsero l'esistenza della famiglia penuti, considerandola non dimostrata, dalla loro classificazione di famiglie linguistiche nordamericane.[18]

Ipotesi recenti modifica

 
La famiglia penuti secondo Delancey. Le famiglie meridionali — maidu, yokuts e uti — sono arrivi recenti in California dall'Oregon.

Il ramo penuti californiano ed il takelma–kalapuya non sono più accettati come appartenenti alla famiglia da molti studiosi del penuti. Invece, il penuti dell'altopiano, il penuti costiero dell'Oregon[3] (Oregon Coast Penutian) e lo yok-uti continuano ad essere considerati sufficientemente supportati.[19] Scott DeLancey suggerisce le seguenti relazioni tra le famiglie linguistiche tipicamente assegnate al phylum penuti:

Le lingue wintun, la lingua takelma e la lingua kalapuya, assenti da questa lista, continuano ad essere considerate lingue penuti da molti studiosi dell'argomento.[20]  

Prove a favore dell'ipotesi penuti modifica

Forse perché molte lingue penuti hanno l'apofonia, le vocali sono difficilmente ricostruibili. Tuttavia, le consonanti corrispondenti sono comuni. Per esempio, le proto-yokuts (penuti dell'entroterra) consonanti retroflesse */ʈ/ */ʈʼ/ corrispondono alle consonanti klamath (penuti del plateau) /t͡ʃ t͡ʃʼ/, mentre le consonanti dentali del proto-yokuts */t̪/ */t̪ʰ/ */t̪ʼ/ corrispondono alle consonanti alveolari klamath /d t tʼ/. Il kalapuya, il takelma ed il wintun non evidenziano connessioni ovvie, e DeLancey non ha investigato il penuti del Messico o altri gruppi geograficamente vicini.

In base a calcoli archeologici, la famiglia yok-uti potrebbero essere antica come quella indo-europea ed il klamath appare aver vissuto nei luoghi dove ancora si parla per almeno 7000 anni.

Qui sotto alcune corrispondenze fonetiche tra lingue appartenenti alla famiglia penuti rilevate da Lyle Campbell.[21]

Corrispondenze tra le lingue penuti californiane ed il klamath
Proposta
Proto-penuti
Klamath Maidu Wintun Patwin Yokuts Miwok Costano
(Ohlone)
**p, **ph p, ph p p, ph p, ph p, ph p p
**k k k k k k k k
**q, **qh q, qh k q k x (-k) k k
**m m m m m m m m
**n n n n n n n n
(ʔ) w- w- w- w- w- w- w-
(ʔ) -l- -l- -l-, -l -l-, -l -l- -l- -l-. -r
#**r s[C, L[V h tl, s tl ṭh n l, r
**-r- d, l d (r?) r ṭh (n?) r
**-r ʔ ʔ r r ṭh n r
**s s- s- s- s-

Note modifica

  1. ^ a b c d e f Penuti, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  2. ^ Penuti, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  3. ^ a b c d e f g h i j k l m Penuti, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  4. ^ Renato Biasutti, Le razze e i popoli della terra, Torino, UTET, 1959.
  5. ^ Campbell 1997; ma vedi anche Delancey & Golla 1997 e Golla 2007:81–82
  6. ^ Mithun 1999:308–310
  7. ^ Tarpent 1996, 1997
  8. ^ Callaghan 1967
  9. ^ Callaghan 1997
  10. ^ Callaghan 2001
  11. ^ Delancey and Golla, 1997
  12. ^ Dixon&Kroeber 1913a, 1913b
  13. ^ Dixon&Kroeber 1919
  14. ^ Dixon&Kroeber 1903
  15. ^ Goddard 1996:296–297, 311
  16. ^ a b Ernesta Cerulli, Le culture dell'America precolombiana e loro condizione attuale, Genova, Tilgher, 1972.
  17. ^ Even where genetic relationship is clearly indicated ... the evidence of diffusion of traits from neighboring tribes, related or not, is seen on every hand. This makes the task of determining the validity of the various alleged Hokan languages and the various alleged Penutian languages all the more difficult […] and point[s] up once again that diffusional studies are just as important for prehistory as genetic studies and what is even more in need of emphasis, it points up the desirability of pursuing diffusional studies along with genetic studies. This is nowhere more necessary than in the case of the Hokan and Penutian languages wherever they may be found, but particularly in California where they may very well have existed side by side for many millennia.
  18. ^ Goddard 1996:317–320
  19. ^ Delancey e Golla 1997
  20. ^ Tarpent & Kendall 1998
  21. ^ Campbell, Lyle (1997). American Indian languages: the historical linguistics of Native America, pg. 314. Oxford: Oxford University Press. ISBN 0-19-509427-1.

Bibliografia modifica

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  • Callaghan, Catherine. (1997). Evidence for Yok-Utian. International Journal of American Linguistics, 63, pages 18–64
  • Callaghan, Catherine. (2001). More evidence for Yok-Utian: A reanalysis of the Dixon and Kroeber sets International Journal of American Linguistics, 67 (3), pages 313–346
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  • Sapir, Edward. (1921). A bird's-eye view of American languages north of Mexico. Science, 54, 408
  • Sapir, Edward. (1929). Central and North American languages. Encyclopaedia Britannica (14th ed.; Vol. 5; pp. 138–141)
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  • Tarpent, Marie-Lucie & Daythal Kendall. (1998). "On the relationship between Takelma and Kalapuyan: another look at 'Takelman'. Paper presented to the Society for the Study of the Indigenous Languages of the Americas: Annual Meeting, Linguistic Society of America, New York
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