Lionel Barrymore

attore statunitense (1878-1954)

Lionel Barrymore, pseudonimo di Lionel Herbert Blythe[1] (Filadelfia, 28 aprile 1878Van Nuys, 15 novembre 1954[2]), è stato un attore e regista statunitense celebre sullo schermo e sui palcoscenici teatrali. Figlio di Maurice Barrymore e di Georgiana Drew, appartiene alla cosiddetta Famiglia Reale di Hollywood. Suo zio, era il famoso attore teatrale John Drew. Fratello maggiore degli attori Ethel e John, vinse il premio Oscar al miglior attore nel 1931 per l'interpretazione in Io amo. Nel 1930 fu inoltre candidato al premio Oscar al miglior regista per Madame X.

Lionel Barrymore in una foto del 1919
Statuetta dell'Oscar Oscar al miglior attore 1931

Biografia

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Lionel Barrymore nel film Margherita Gauthier (1936)

Lionel Barrymore nacque a Philadelphia, primo dei tre figli degli attori Georgiana Drew e Maurice Barrymore, appartenenti alla dinastia hollywoodiana dei Barrymore. Educato alla religione cattolica, frequentò l'Episcopal Academy a Philadelphia e l'Art Students League a New York.

Diventò una star di Broadway nel 1918, protagonista di The Copperhead, un lavoro teatrale di Augustus Thomas che, due anni dopo, avrebbe interpretato anche sullo schermo, in The Copperhead, dove fu diretto da Charles Maigne.

Debuttò sul grande schermo nel 1911 per la Biograph Company[3] e nella sua lunga carriera mostrò di sapere affrontare sia ruoli di protagonista che di caratterista. Si distinse nel suggestivo Grand Hotel (1932), recitando assieme al fratello John e a Greta Garbo.

È ricordato anche per l'interpretazione del personaggio del Dott. Leonard Gillespie nella serie di film sul Dottor Kildare, girati alla fine degli anni trenta per la MGM. Memorabile anche la sua interpretazione del ricco ed avaro Potter ne La vita è meravigliosa (1946) a fianco di James Stewart.

Nell'ultimo periodo della sua vita, una sopravvenuta paralisi agli arti inferiori lo costrinse su una sedia a rotelle, ma l'infermità non gli impedì, comunque, di continuare a recitare. Tra i suoi ultimi film si ricorda Duello al sole (1946), dove ritrovò Lillian Gish, con la quale aveva recitato anche in passato.

Vita privata

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Fu anche uno scrittore, musicista e pittore.

Fu sposato all'attrice Irene Fenwick, la quale morì nel 1936 a causa di un'anoressia nervosa. Durante la funzione funebre, l'attore svenne in chiesa[4]. Non si risposò mai più.

Premi e riconoscimenti

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Oscar al miglior attore nel 1931 per Io amo (A Free Soul) di Clarence Brown.

Per il suo contributo all'industria cinematografica e radiofonica, gli vennero assegnate due stelle sulla Hollywood Walk of Fame che si trovano su Vine Street: per il cinema, al 1724 e, per la radio, al 1651[1].

Spettacoli teatrali

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  • The Second in Command, di Robert Marshall (Broadway, 2 settembre 1901)
  • The Copperhead (Broadway, 18 febbraio 1918-giugno 1918)

Filmografia

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La filmografia (basata su dati IMDb) ATTORE è completa. Quando manca il nome del regista, questo non viene riportato nei titoli[5]

Regista

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Apparizioni di Lionel Barrymore in film e documentari

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Doppiatori italiani

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  • Olinto Cristina in Rasputin e l'imperatrice, La vita è meravigliosa, Duello al sole, L'isola di corallo, Naviganti coraggiosi, Fra due donne
  • Amilcare Pettinelli in Margherita Gauthier, L'eterna illusione, Joe il pilota, Da quando te ne andasti, La valle del destino
  • Luigi Pavese in Capitani coraggiosi (ridoppiaggio), Malesia, Stella solitaria
  • Giorgio Piamonti in Grand Hotel (ridoppiaggio 1952), Pranzo alle otto (ridoppiaggio 1952)
  • Arnoldo Foà in Il messicano
  • Sergio Tedesco in Mata Hari (ridoppiaggio 1983)
  • Sergio Fiorentini in Margherita Gauthier (ridoppiaggio 1983)
  • Gianni Musy in L'isola del tesoro (ridoppiaggio)
  1. ^ a b (EN) Lionel Barrymore, su Hollywood Walk of Fame. URL consultato il 27 dicembre 2023.
  2. ^ (EN) Lionel Barrymore, su Hollywood Star Walk, Los Angeles Times. URL consultato il 27 dicembre 2023.
  3. ^ (EN) Lionel Barrymore, su Silent Era. URL consultato il 27 dicembre 2023.
  4. ^ Irene Fenwick - Biography
  5. ^ Filmografia IMDb

Bibliografia

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  • (EN) Ray Stuart Immortals of the Screen, Bonanza Books, New York 1965

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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