Lirio Barberi

militare italiano

Lirio Barberi (Forte dei Marmi, 10 gennaio 1914fronte russo, gennaio 1943) è stato un militare e medico italiano.

Lirio Barberi
NascitaForte dei Marmi, 10 gennaio 1914
Mortefronte russo, gennaio 1943
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armata Regio Esercito
ArmaArma di Artiglieria
CorpoAlpini
Unità2 Divisione Alpina "Tridentina"
Anni di servizio1941 - 1943
GradoTenente Medico
ComandantiItalo Gariboldi
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna di Russia
BattaglieSeconda battaglia difensiva del Don
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Lirio Barberi

Biografia modifica

Nasce a Forte dei Marmi penultimo di nove figli di Rodolfo Barberi e Maria Ida Gobitta nella casa di Via Stagio Stagi n°54.

Avviato dai genitori agli studi e alle arti, li proseguì con dedizione a Forte dei Marmi e al Liceo Classico di Viareggio fino alla Laurea in Medicina, perseguita presso il Collegio Nazionale Medico della Scuola Normale Superiore e dell'Università di Pisa, con il voto di 110 e lode per una tesi discussa il 14 luglio 1939 sui Reperti Emato-Midollari nell'Anemia da Malaria Cronica, relatore il professor Cataldo Cassano, Direttore dell'Istituto di Patologia Speciale Medica e Metodologia Clinica.

Dopo la Laurea, grazie ad una borsa di studio si trasferì a Budapest per la specializzazione. Gli eventi bellici lo fecero tornare in Italia, dove il 16 ottobre 1941 venne confermato, su proposta del Direttore dell'Istituto di Patologia Medica e Metodologia Clinica, Assistente Volontario per l'anno scolastico 1941/1942. Arruolato come Ufficiale Medico uscì dalla Scuola di Sanità Militare di Firenze a Costa San Giorgio col grado di Sottotenente Medico e fu assegnato prima all'Ospedale Militare di Livorno, poi inviato sul Fronte Russo.

Venne aggregato al III Gruppo Artiglieria a Cavallo Divisione Celere. Il 13 maggio 1942 giunse a Vienna, poi a Leopoli e poi ancora più avanti fino al fronte. In seguito, per anzianità, venne promosso al grado di Tenente Medico. La sera del 10 dicembre 1942 il Reggimento Artiglieria a Cavallo era stato messo a disposizione del Corpo d'Armata Alpino.[1] Il Tenente Barberi prese parte a tutte le battaglie di logoramento sul Don, dove le truppe sovietiche attaccavano quelle italiane, le quali tennero sempre le postazioni assegnate loro. Nei giorni 14, 15 e 16 dicembre le forze russe, trenta volte superiori a quelle italiane, sfondando nel settore della Cosseria e Ravenna con un movimento di accerchiamento, costrinsero le nostre truppe, dopo aver inflitto loro gravissime perdite di uomini e di mezzi, ad iniziare la disastrosa ritirata dal Don, mentre gli Alpini ricevettero l'ordine di resistere ancora agli attacchi delle forze sovietiche.

Nei giorni 16 e 17 gennaio 1943 i russi cominciarono la grande offensiva contro le nostre truppe che erano rimaste attestate sul Don a Podgornoje. L'attendente del tenente Barberi, Morgantini, fece sapere che loro erano aggregati alla 22 Divisione Alpina "Tridentina" in uno dei reparti costretti a rimanere in linea fino all'estremo sacrificio, per rallentare l'avanzata delle truppe sovietiche. Sempre l'attendente Morgantini raccontò che i cannoni sparavano ad alzo zero quando il Ten. Barberi gli ordinò di andarsene, ed egli così fece, mentre Lirio rimase a curare i tanti feriti che imploravano aiuto. All'appello del 31 gennaio 1943, dopo le battaglie del 26, 27, e 28 gennaio 1943 di Valujki e del 26 Nikolajewka il tenente Lirio Barberi fu dichiarato "disperso in combattimento".

Dediche modifica

  • Nella palazzo della Sapienza dell'Università di Pisa, in Via Curtatone e Montanara, nel loggiato superiore, a fianco dell'ingresso dell'Aula Magna, il suo nome è inciso su una grande lapide insieme ad altri studenti e docenti dell'Ateneo di Pisa caduti durante la guerra.
  • Nel paese di Forte dei Marmi, nel quale Lirio Barberi è nato e ha vissuto, gli alpini del gruppo locale, a lui intitolato, gli hanno dedicato una targa, posta sul muro di cinta della casa paterna in via Stagio Stagi.

Note modifica

  1. ^ Libro del Ministero della Difesa sulle Operazioni in Russia, p. 324.