Nel documento intitolato 100 of the World's Worst Invasive Alien Species[1] (in italiano: 100 tra le peggiori specie alloctone invasive del mondo), stilato dal gruppo ISSG (Gruppo di studio sulle specie invasive della IUCN) sono raccolte 100 tra le specie di organismi alieni all'habitat in cui sono stati inseriti, che hanno provocato i danni maggiori, sia predando attivamente le popolazioni locali, che infettandole oppure soppiantandole nella competizione per il cibo: si tratta in genere di animali di piccole e medie dimensioni, introdotti dall'uomo in nuovi habitat più o meno accidentalmente, e che vi hanno prosperato ai danni delle specie autoctone, oltre che ai danni delle popolazioni umane residenti nella zona. Vi sono annoverate anche alcune specie di piante che hanno la tendenza a diffondersi in modo incontrollato negli ambienti naturali sostituendo le specie autoctone. Le specie sono selezionate a scopo dimostrativo della varietà degli organismi che possono causare grandi problemi.
Lumaca predatrice, introdotta per contrastare l'espansione della sottocitata Lissachatina fulica - specialmente in ambienti insulari - ha invece decimato le specie autoctone.
Introdotto a scopi commerciali in grandi bacini d'acqua, si è moltiplicato a dismisura a spese dell'ittiofauna locale, portando molte specie all'estinzione
Introdotta attraverso le acque di zavorra delle navi, si adatta facilmente sia ai mari caldi che freddi e si ciba di zooplancton, riducendo le risorse per le specie ittiche locali
Allevato per interesse commerciale, gli esemplari fuggiti o rilasciati si sono stabiliti con successo in numerosi paesi, dove danneggiano gli argini dei fiumi
Introdotto a scopo venatorio un po' in tutto il mondo, soprattutto nelle zone libere da predatori si è moltiplicato in maniera esponenziale, divenendo un serio problema per i raccolti
Introdotto come fonte di cibo, gli esemplari selvatici si sono incrociati con maiali rinselvatichiti dando origine a popolazioni meticce aggressive e dannose per i raccolti e le popolazioni di piccoli animali
Tenuta come animale da compagnia, gli esemplari troppo cresciuti sono stati liberati in corsi d'acqua, dove si sono moltiplicati a scapito delle specie autoctone (come la tartaruga palustre), decimando la fauna lacustre
Viene coltivato nei giardini come ornamentale ed è diventato una specie invasiva a Porto Rico, nell'Australia tropicale (Queensland), nel sud della Florida, nei Caraibi, nelle Isole Mascarene, alle Seychelles e in diverse isole del Pacifico come le Hawaii.
È in grado di prosperare in acque fortemente inquinate, contribuendo forse alla sua diffusione in tutto il Mediterraneo. Può anche rimanere impigliata negli attrezzi da pesca e nelle eliche delle barche.
È stata segnalata come la specie invasiva più problematica all'interno delle foreste pluviali protette in Africa, impedendo la rigenerazione delle specie arboree nelle aree di coltivazione itinerante. La sua infiammabilità è un grosso problema nelle foreste.
Nello Sri Lanka è una delle principali erbe infestanti nelle piantagioni di cocco.
Uno dei più gravi virus delle banane, la cima a grappolo esiste alle Hawaii dal 1989. L'Università delle Hawaii riferisce che questa malattia è molto difficile da eliminare o controllare dopo aver infettato una pianta. UH conclude: "BBTV è una grave minaccia per l'industria delle banane delle Hawaii e per le piantagioni di banane nei giardini domestici".[2]
^(EN) Lowe S., Browne M., Boudjelas S., De Poorter M., 100 of the World’s Worst Invasive Alien Species - A selection from the Global Invasive Species Database (PDF), su issg.org, The Invasive Species Specialist Group (ISSG), a specialist group of the Species Survival Commission (SSC) of the World Conservation Union (IUCN), dicembre 2000 (aggiornato novembre 2004). URL consultato il 21.08.2015 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2018). Un riepilogo in forma di immagini è disponibile sul medesimo sito: View 100 of the World's Worst Invasive Alien Species (PDF), su issg.org, IUCN/SSC Invasive Species Specialist Group (ISSG), Auckland, New Zealand. URL consultato il 25 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2018).
Marco di Domenico (2008), Clandestini: animali e piante senza permesso di soggiorno, Bollati Boringhieri, Torino. ISBN 9788833919454
Luque G. M., Bellard C., Bertelsmeier C., Bonnaud E., Genovesi P., Simberloff D., Courchamp F. (2013) Alien species: Monster fern makes IUCN invader list. Nature, 498:37.