Lobelia telekii Schweinf., 1892 è una pianta appartenente alla famiglia delle Campanulacee, diffusa in Kenya e Uganda.[1][2][3]

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Lobelia telekii
Infiorescenza
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Campanulaceae
Sottofamiglia Lobelioideae
Genere Lobelia
Specie L. telekii
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Ordine Campanulales
Famiglia Campanulaceae
Sottofamiglia Lobelioideae
Genere Lobelia
Specie L. telekii
Nomenclatura binomiale
Lobelia telekii
Schweinf., 1892
Sinonimi

Lobelia fenniae
T.C.E.Fr.

Etimologia modifica

L'epiteto specifico è un omaggio all'esploratore austro-ungarico Sámuel Teleki (1845 – 1916), che guidò una delle prime esplorazioni europee sul monte Kenya.

Descrizione modifica

 
Rosetta basale

È una specie erbacea, che produce una rosetta basale di foglie lanceolate carnose, pubescenti, a sviluppo monocarpico. Dopo un numero variabile di anni di accrescimento, ogni rosetta produce una grande infiorescenza a spiga claviforme, lunga sino a 3 m, contenente migliaia di semi, dopodiché muore.[4][5] I fiori, di colore porpora, sono protetti da lunghe brattee tomentose.[6][7]

Biologia modifica

 
Una nettarinia di Johnston (Nectarinia johnstoni) visita l'infiorescenza di L. telekii.

Questa specie ha sviluppato adattamenti che le consentono di sopravvivere alle notevoli escursioni termiche a cui è sottoposta. Durante il giorno foglie e brattee sono esposte alla luce per espletare la fotosintesi mentre durante la notte si ripiegano sull'asse fiorale, per proteggere le gemme dalle basse temperature.[6][7] L'asse dell'infiorescenza funge da serbatoio di riserva per l'acqua; al suo interno la pianta produce polisaccaridi che inducono il congelamento dell'acqua a pochi gradi sotto lo zero.[8][9]

Lobelia telekii si riproduce per impollinazione ornitogama ad opera della nettarinia di Johnston (Nectarinia johnstoni).[10][11]

Distribuzione e habitat modifica

La specie è endemica del Kenya e dell'Uganda. La sua presenza è limitata alle zone afroalpine di alta quota dei monti Aberdare, del monte Kenya e del monte Elgon, ad altitudini comprese tra 3400–4640 m.[2][6] È la lobelia gigante che vive alle maggiori altitudini.

I suoi habitat naturali sono soggetti a una irradiazione ultravioletta molto forte, bassi livelli di ossigeno, intensa insolazione di giorno e forte gelo di notte.

Note modifica

  1. ^ (EN) Lobelia telekii, in Plants of the World Online, Board of Trustees of the Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 29 novembre 2019.
  2. ^ a b (EN) Knox E.B., The Species of Giant Senecio (Compositae) and Giant Lobelia (Lobeliaceae) in Eastern Africa, in Contr. Univ. Mich. Herb., vol. 19, 1993, pp. 241-257.
  3. ^ (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  4. ^ (EN) Young T.P., Evolution of semelparity in Mount Kenya lobelias, in Evolutionary Ecology, vol. 4, n. 2, 1990, pp. 157–171, DOI:10.1007/BF02270913.
  5. ^ (EN) Young T.P., The comparative demography of semelparous Lobelia telekii and iteroparous Lobelia keniensis on Mount Kenya, in Journal of Ecology, vol. 72, n. 2, 1984, pp. 637-650.
  6. ^ a b c (EN) Zhao S.Y., Chen L.Y., Muchuku J.K., Hu G.W. and Wang Q.F., Genetic adaptation of giant lobelias (Lobelia aberdarica and Lobelia telekii) to different altitudes in East African mountains, in Front. Plant Sci., vol. 7, 2016, p. 488, DOI:10.3389/fpls.2016.00488.
  7. ^ a b (EN) Mabberley D. J., The Giant Lobelias: Pachycauly, biogeography, ornithophily and continental drift, in New Phytologist, vol. 74, n. 2, 1975, pp. 365–374, DOI:10.1111/j.1469-8137.1975.tb02623.x.
  8. ^ (EN) Knox E.B, Chloroplast DNA Evidence on the Origin and Radiation on the Giant Lobelias of Eastern Africa, in Systematic Botany, vol. 23, 1998, pp. 109–149, DOI:10.2307/2419583.
  9. ^ (EN) Krog J.O., Thermal buffering in afro-alpine plants due to nucleating agent-induced water freezing, in Nature, vol. 282, 1979, pp. 300–301, DOI:10.1038/282300a0.
  10. ^ (EN) Mann C.F., Cheke R.A., Sunbirds: A Guide to the Sunbirds, Flowerpeckers, Spiderhunters and Sugarbirds of the World, Bloomsbury Publishing, 2010, ISBN 978-1-4081-3567-9.
  11. ^ (EN) Young T.P., Bird visitation, seed set, and germination rates in two species of Lobelia on Mount Kenya, in Ecology, vol. 68, 1982, pp. 1983–1986, DOI:10.2307/1940139.

Voci correlate modifica

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