Lorenzo Marcello (sommergibile 1938)

sommergibile della Regia Marina

Il Lorenzo Marcello è stato un sommergibile della Regia Marina.

Lorenzo Marcello
Descrizione generale
Tiposommergibile
ClasseMarcello
ProprietàRegia Marina
CantiereCRDA - Monfalcone
Impostazione4 gennaio 1937
Varo20 novembre 1937
Entrata in servizio5 marzo 1938
IntitolazioneLorenzo Marcello
Destino finalescomparso nel febbraio 1941
Caratteristiche generali
Dislocamento in immersione1313 t
Dislocamento in emersione1060 t
Lunghezza73 m m
Larghezza7,2 m m
Altezza4,7 m m
Propulsione2 motori principali Diesel da 3000HP
2 motori secondari Diesel da 1100HP
Velocità in immersione 8 nodi
Velocità in emersione 17,4 nodi
Autonomiain superficie 7500 miglia a 9,4nodi
in immersione 120 miglia a 3nodi
Equipaggio7 ufficiali
50 sottufficiali e comuni
Armamento
Artiglieriaalla costruzione:
Siluri8 tubi lanciasiluri da 533mm
(8 siluri+8 di riserva)
Note
MottoNulla vita sine victoria
informazioni prese da [1]
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Storia modifica

Inquadrato nel II Gruppo Sommergibili con base a Napoli, fu impiegato per attività addestrativa a fine anni Trenta[2].

Il 5 giugno 1940, al comando del c. c. Luigi Donini, nell'imminenza dell'entrata in guerra dell'Italia, partì da Napoli diretto al largo di Capo Palos, ma fu obbligato al rientro (arrivò a Cagliari il 10 giugno) da fughe di cloruro di metile che avevano determinato l'intossicazione di vari membri dell'equipaggio[2][3].

Fra giugno e ottobre 1940 svolse tre infruttuose missioni offensive in Mediterraneo, per un totale di 3209 miglia di navigazione in superficie e 302 in immersione[2].

Se ne dispose poi l'invio in Atlantico. Il Marcello salpò da Napoli il 31 ottobre 1940 e il 5 novembre passò lo stretto di Gibilterra; portatosi poi nella sua zona d'agguato nei pressi di Capo San Vincenzo, cercò inutilmente due convogli le cui posizioni gli erano state segnalate e il 27 novembre diresse per Bordeaux, sede della base atlantica italiana di Betasom, ove giunse il 2 dicembre[2].

L'11 gennaio 1941 lasciò Bordeaux al comando del c.c. Carlo Alberto Teppati per la seconda missione atlantica: il 17 gennaio, appena raggiunta la zona d'operazioni (ad ovest dell'Irlanda), cercò di attaccare un convoglio ma subì caccia antisommergibile da parte della scorta, con vari danni alla cassa assetto prodiera; il danno costrinse, due giorni dopo, ad intraprendere la rotta di rientro[2]. La mattina del giorno seguente cannoneggiò il piroscafo belga Portugal (1550 tsl) affondandolo[4][5], ma perdendo un artigliere, che cadde in mare e annegò[2]. Il 24 giugno il sommergibile raggiunse Bordeaux[2].

Il 6 febbraio 1941 il Marcello salpò da Bordeaux diretto a ovest dell'Irlanda, ma scomparve nel nulla[2].

Nel dopoguerra gli inglesi hanno segnalato tre azioni antisommergibile, tutte avvenute il 22 febbraio 1941[6], che avrebbero potuto essere state la fine del Marcello:

  • la prima ad opera del cacciatorpediniere Hurricane in posizione 56°19' N e 7°59' O[6];
  • la seconda effettuata dal cacciatorpediniere Montgomery nel punto 59°00' N e 17°00' O[6];
  • la terza condotta dalla corvetta Perwinkle in posizione 59°18' N e 14°32' O[6].

Nessuna delle tre azioni coincide però con la zona d'agguato del Marcello dal 19 febbraio, cioè fra i paralleli 57° e 58° N[6]. Altra possibilità è che autore dell'affondamento sia stato un idrovolante Short Sunderland, ma tale ipotesi è anch'essa poco probabile[2].

Scomparvero con il sommergibile il comandante Teppati e 57 fra ufficiali, sottufficiali e marinai[2].

Note modifica

  1. ^ Museo della Cantieristica Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive.
  2. ^ a b c d e f g h i j Museo della Cantieristica Archiviato il 20 luglio 2014 in Internet Archive..
  3. ^ Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, p. 237.
  4. ^ Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, p. 481.
  5. ^ Smg classe Marcello Archiviato il 24 settembre 2015 in Internet Archive..
  6. ^ a b c d e Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, p. 482.
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