Lucio Magri
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Lucio Magri | |
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Lucio Magri nel 1976 | |
Deputato della Repubblica Italiana | |
Legislature | VII, VIII, IX, X e XI Legislatura |
Gruppo parlamentare |
Democrazia Proletaria, Partito di Unità Proletaria, Partito Comunista Italiano, Rifondazione Comunista |
Collegio | L'Aquila |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Manifesto, Partito di Unità Proletaria per il Comunismo, Partito Comunista Italiano, Rifondazione Comunista |
Titolo di studio | licenza media superiore |
Professione | giornalista |
Lucio Magri (Ferrara, 19 agosto 1932 – Bellinzona, 28 novembre 2011) è stato un politico e saggista italiano.
Indice
BiografiaModifica
Magri entra nel PCI negli anni cinquanta, dopo un'esperienza nella gioventù democristiana a Bergamo. Viene accolto nella segreteria del partito di Bergamo, poi nel direttivo regionale lombardo, e di là passa poi a Botteghe Oscure. Nel 1969, dopo lo shock dell'invasione sovietica della Cecoslovacchia durante la Primavera di Praga, in dissenso con la posizione del Pci, è tra gli animatori del gruppo (con Rossana Rossanda, Luigi Pintor, Aldo Natoli, Valentino Parlato, Luciana Castellina, e altri) che dà vita alla rivista "Il manifesto", da lui diretta, e che successivamente viene radiato dal partito. Nel 1971 partecipa insieme agli altri alla trasformazione della rivista nel quotidiano ancora esistente. Successivamente si distanzia dal gruppo, fondando nel 1974 il Partito di Unità Proletaria per il comunismo, di cui è segretario[1].
Nel 1976 conosce Marta Marzotto con cui ha una storia importante per dieci anni[2].
Confluisce successivamente con tutto il partito nel PCI nel 1984. Al momento della trasformazione del PCI in PDS nel 1991, decide di aderire al Partito della Rifondazione Comunista, fondando una corrente interna la cui struttura ricorda il gruppo dirigente del vecchio PdUP per il comunismo.
Il 14 giugno 1995 la sua corrente lascia il partito per costituire il Movimento dei Comunisti Unitari, su una posizione di appoggio del governo Dini.
Successivamente il Movimento appare tra le forze fondatrici dei Democratici di Sinistra, svolta alla quale Magri non aderisce, preferendo tornare a scrivere per Il manifesto.
Nel 2009 ha pubblicato Il sarto di Ulm. Una possibile storia del PCI (il Saggiatore, Milano), un tentativo di ripercorrere la storia del Partito comunista in Italia e nel mondo nella seconda metà del Novecento, mettendo in evidenza i tanti punti di biforcazione che, se attraversati diversamente avrebbero potuto far approdare il movimento comunista italiano a un esito ben diverso dall'attuale.
Nel novembre 2011, depresso per la scomparsa della moglie, si reca a Bellinzona in Svizzera dove pare che, nonostante la contrarietà degli amici, chieda a un medico amico di aiutarlo nella procedura di suicidio assistito chiudendo i suoi giorni all'età di 79 anni[3][4][5][6][7].
Il 3 dicembre 2011 viene tumulato a fianco della moglie Mara nel cimitero di Recanati. In quell'occasione Famiano Crucianelli legge l'ultima lettera di Magri[8].
OpereModifica
- Lo stato del movimento rivendicativo, la situazione politica, gli obiettivi immediati e di prospettiva della nostra lotta, Partito e Sindacato, in Istituto di studi comunisti, Il Partito, il sindacato e la politica dei redditi. Seminario, 18-22.7.1964, s.l., s.n., 1964.
- Il valore e il limite delle esperienze frontiste, in "Critica marxista", luglio-agosto 1965.
- Considerazioni sui fatti di maggio, Bari, De Donato, 1968.
- Prefazione a Luciana Castellina, Che c'è in Amerika?, Verona, Bertani, 1973.
- Una nuova opposizione, una nuova forza politica per rovesciare la crisi di sistema contro il sistema, con Rossana Rossanda e Luigi Pintor, Roma, Il manifesto, 1973.
- Prefazione a Classe, consigli, partito, Roma, Alfani, 1974.
- Qualità e dinamica della crisi, in Uscire dalla crisi dal capitalismo in crisi. Atti del convegno di Ariccia 8-9 febbraio 1975, Roma, Savelli, 1975.
- Il sarto di Ulm. Una possibile storia del PCI, Milano, Il saggiatore, 2009. ISBN 978-88-428-1608-9.
- Alla ricerca di un altro comunismo, Milano, Il saggiatore, 2012. ISBN 978-88-428-1861-8.
NoteModifica
- ^ IL MANIFESTO - attualità - "Addio Lucio". Il dolore dei compagni per l'ultima difficile scelta[collegamento interrotto]
- ^ [1]
- ^ Simonetta Fiori, Il suicidio assistito di Lucio Magri. L'addio ai compagni: "Ho deciso di morire", la Repubblica, 29 novembre 2011
- ^ Redazione Online, Suicidio assistito per Lucio Magri, Corriere.it, 24 novembre 2011. URL consultato il 1º dicembre 2011.
- ^ Comunicato su Magri del presidente di Exit-Italia
- ^ Svizzera: la casa dei suicidi
- ^ L'ultimo viaggio di Lucio Magri «Basta, vado a morire in Svizzera»
- ^ "Una coppia di innamorati sepolti insieme", l'ultimo messaggio di Lucio Magri sepolto stamane
Voci correlateModifica
Altri progettiModifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Lucio Magri
Collegamenti esterniModifica
- Un ritratto di Nello Aiello, su repubblica.it.
- Un approfondimento su opere e note biografiche, su blogtecnico.com.
- Lucio Magri, su Camera.it - VII legislatura, Parlamento italiano.
- Lucio Magri, su Camera.it - VIII legislatura, Parlamento italiano.
- Lucio Magri, su Camera.it - IX legislatura, Parlamento italiano.
- Lucio Magri, su Camera.it - X legislatura, Parlamento italiano.
- Lucio Magri, su Camera.it - XI legislatura, Parlamento italiano.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 44837463 · ISNI (EN) 0000 0001 2130 671X · SBN IT\ICCU\RAVV\024990 · LCCN (EN) n86843818 · GND (DE) 108072819 · BNF (FR) cb165244350 (data) |
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