Luigi Malvezzi (Vicenza, 1º febbraio 1884Roma, 24 agosto 1943) è stato un militare e ingegnere italiano, particolarmente distintosi nel corso della prima guerra mondiale dove fu decorato con la Croce di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia, una Medaglia d'argento e due di bronzo al valor militare.

Luigi Malvezzi
NascitaVicenza, 1º febbraio 1884
MorteRoma, 24 agosto 1943
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoAlpini
GradoTenente
GuerrePrima guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
Decorazionivedi qui
dati tratti da Gli Ordini militari di Savoia e d'Italia[1]
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Biografia modifica

Nacque a Vicenza il 1º febbraio 1884, all'interno di una nobile famiglia.[2] Laureatosi in ingegneria industriale meccanica presso il Politecnico di Milano, si appassionò alla montagna e nel 1910 fu il primo vicentino a divenire Accademico del Club Alpino Italiano per aver compiuto, in quell’anno, una ascensione sul Monte Cervino.[1] Per tre anni lavorò poi in Eritrea, Africa orientale, impegnato nella costruzione della ferrovia Asmara-Cheren.[3] Dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 24 maggio 1915, si arruolò volontario nel Regio Esercito in qualità di sottotenente di complemento, assegnato al corpo degli alpini.[3] In forza al V Gruppo alpini venne inviato al fronte sulle Tofane.[2]

Il 17 marzo 1916 fu decorato con una Medaglia d'argento al valor militare per aver salvato quattro alpini travolti da valanga in una regione montana difficile e resa pericolosa dal tiro nemico.[3] Promosso tenente venne incaricato, insieme al sottotenente Eugenio Tissi, di portare a termine una galleria di mina sul Castelletto delle Tofane. Sostituito Tissi, rimasto ferito in combattimento, con il perito industriale Mario Cadorin, la galleria fu portata e termine e fatta esplodere l'11 luglio 1916 causando la morte di 150 soldati austro-ungarici.[3] Ciò gli valse la concessione della Croce di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia.[1]

In seguito fu incaricato di scavare una nuova galleria di mina sul Piccolo Lagazuoi, che dopo 5 mesi di duro lavoro fu fatta esplodere il 20 giugno 1917.[2] Per questo fatto fu decorato con una Medaglia di bronzo al valor militare.[3] In servizio sul fronte dell'Isonzo con la Milizia Territoriale presso il Battaglione alpini "Belluno" del 7º Reggimento alpini, tra il 19 e il 27 agosto 1917, trasferì di notte e a poca distanza dalle linee nemiche, i materiali da ponte necessari per il passaggio del fiume Isonzo, superando anche le gravi difficoltà dovute alla conformazione del terreno.[2] Dopo il passaggio del fiume combatté valorosamente per nove giorni partecipando a tutti i combattimenti più sanguinosi al seguito delle colonne d'attacco.[2] Per il suo comportamento venne insignito di una seconda Medaglia d'argento al valor militare.[2] Dopo la fine della guerra la Società Geografica Italiana lo mandò in Amazzonia, dove compì anche un’ascensione sul Monte Chimborazo alto 6.310 metri.[3] Mandato nuovamente in Brasile, lavorò nel Mato Grosso alla ricerca di speciale legname per le costruzioni industriali.[2] Si spense a Roma il 24 agosto 1943.[3]

Onorificenze modifica

«ncaricato di progettare e di eseguire una lunga e difficile galleria di mina in regione asprissima in contatto col nemico, ritenuta dai più ineffettuabile, con rara perizia, con meravigliosa tenacia, con mirabile valore, lottando per circa sei mesi contro ogni sorta di difficoltà e di pericoli, riusciva ad attuare l'incarico avuto, rendendo così possibile la conquista di posizioni che avevano resistito per oltre un anno a replicati tentativi fatti con altri mezzi. Castelletto Tofana di Rozes, 19 luglio 1916
— Regio Decreto 15 novembre 1916.[4]
«A poca distanza dal nemico dava esempio di belle virtù militari e di elevato sentimento del dovere nel portare in poche notti di lavoro i materiali da ponte necessari per il passaggio dell'Isonzo, superando gradi difficoltà di terreno. Riuscito il passaggio del fiume, per nove giornate di combattimento si comportava sempre valorosamente. Efficace cooperatore dell'azione di comando, con instancabile tenacia e con mirabile ardimento seguiva le colonne d'attacco partecipando a tutti gli scontri più sanguinosi. Altipiano di Mesniak, 19-27 agosto 1917
«Sempre primo in ardite ricognizioni che servivano ad individuare le posizioni del nemico ed i suoi appostamenti di mitragliatrici e di pezzi d'artiglieria, avendo una valanga travolto quattro alpini, si offriva spontaneamente per operarne il salvataggio in una zona alpinisticamente pericolosa e battuta dal fuoco avversario di fucileria e mitragliatrici, riuscendo nello scopo dopo parecchie ore di ricerca. Tofana Prima, 7 marzo 1916
«Per cinque mesi in regione asprissima d'alta montagna e a contatto del nemico, con ricognizioni ardite, raccoglieva dati tecnici necessari per eseguire un poderoso lavoro di mina sotto posizioni avversarie. Avvenuta l'esplosione della mina e conquistata la posizione da parte dei nostri con grande sprezzo del pericolo, fu tra i primi a risalire la galleria, riuscendo in brevissimo tempo a creare appostamenti in caverna tali da permettere di mantenere la posizione conquistata sotto violenti bombardamenti di fuoco nemico. Piccolo Lagazuoi, 20 giugno 1917

Note modifica

Bibliografia modifica

  • Andrea Bianchi, Gli Ordini Militari di Savoia e d'Italia, Associazione Nazionale Alpini, 2012.
  • Luciano Viazzi, Diavoli sulle Tofane 1915-1917, Lecco, Edizioni AGIELLE, 1971.

Collegamenti esterni modifica

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