Luis Ram (... – XVI secolo) è stato mastro di zecca di Napoli e l'Aquila, reggente di cancelleria, secreto e mastroportulano di Principato Citra.

Biografia modifica

La sua famiglia, di origini catalane, giunse in Italia al seguito del Magnanimo e si espresse al meglio proprio nella figura di Luis Ram, vissuto nella prima metà del XVI secolo.

Il Ram riuscì a diventare reggente di cancelleria e ad assistere attivamente alle riunioni del Consiglio Collaterale senza averne diritto. Lo stesso cardinal Colonna segnalò la cosa a Carlo V, affinché si evitasse per il futuro.

Ufficiale spregiudicato, fu deposto dalla carica di mastro di zecca conseguita nel 1528 a seguito di una causa definita con sentenza segnata 6 giugno 1547 e pilotata dal viceré don Pietro di Toledo.

Dopo questo episodio, si perdono le notizie sul suo conto e il figlio Giovan Andrea Ram risulta beneficiario di cospicue rendite, senza però ricoprire cariche di alto livello come il padre.

Bibliografia modifica

  • Bovi G., Le monete di Napoli sotto Carlo V (1516-1554), in Bollettino del circolo numismatico napoletano, XLVII, (Napoli 1963).
  • Cernigliaro A., Sovranità e feudo nel regno di Napoli (1505-1557), Napoli 1983.
  • Coniglio G., Il viceregno di don Pietro di Toledo, 1532-53, Napoli 1984.
  • Giuseppe Galasso, Economia e società nella Calabria del Cinquecento, Guida Editori, 1992, ISBN 9788878350489.
  • Mantelli R., Burocrazia e finanze pubbliche nel Regno di Napoli, Napoli 1981.
  • Perfetto S., Aspetti politico-monetari all'epoca di Carlo V en el Reyno de Napoles, Roma 2011.
  • Pilati R., Officia principis: politica e amministrazione a Napoli nel Cinquecento, Napoli 1994.
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