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La malformazione, in biologia e in medicina, è un tipo di anomalia congenita[1][2] che porta a un macroscopico difetto o a un'anomalia di sviluppo totale o parziale di un organo o di una parte più estesa dell'organismo e che trova origine durante lo sviluppo prenatale in fase embrionale o fetale. Nei testi specializzati si trova definita come un processo di sviluppo intrinsecamente anomalo[2][3] per indicare che la causa è esclusivamente un'anomalia cromosomica (sono coinvolti quasi esclusivamente loci genetici multipli e raramente singoli geni)[3]. Le malformazioni non vanno quindi confuse con le deformazioni le quali sono il risultato di anomalie di forma acquisite per fattori meccanici, come la compressione, durante lo sviluppo intrauterino o dopo la nascita[4] o con le interruzioni o distruzioni che indicano invece dei disturbi estrinseci, cioè causati dall'esposizione a teratogeni (come agenti tossici o virus)[2][3]. Il distinguo è di fondamentale importanza poiché solo le malformazioni presentano un rischio di recidiva[3].

Malformazione
Il Craniopagus parasiticus è un esempio di malformazione genetica.
Specialitàteratogenesi
Eziologiagenetica o acquisita
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM740-759.99 e 759.9
MeSHD000013
  1. ^ Robbins e Cotran, p. 440.
  2. ^ a b c Moore e Persuad, p. 459.
  3. ^ a b c d Robbins e Cotran, p. 441.
  4. ^ Enciclopedia Treccani, su treccani.it. URL consultato il 4 gennaio 2015.

Bibliografia

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  • Keith L. Moore e T. V. Persaud, Lo sviluppo prenatale dell'uomo - Embriologia ad orientamento medico, EdiSES, 2009, ISBN 978-88-7959-348-9.
  • Stanley L. Robbins e Ramzi S. Cotran, Robbins e Cotran - Le basi patologiche delle malattie, Edra-Masson, 2010, ISBN 978-88-214-3175-3.

Voci correlate

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