Manoel de Oliveira
Manoel Cândido Pinto de Oliveira (Porto, 11 dicembre 1908 – Porto, 2 aprile 2015) è stato un regista, sceneggiatore e montatore portoghese.

È considerato il maggiore cineasta portoghese di tutti i tempi, nonché uno degli autori più significativi della storia del cinema mondiale.
BiografiaModifica
Terzo figlio di un industriale di passamanerie, studiò in Galizia presso i Gesuiti. A vent'anni cominciò a fare sport e corse automobilistiche fino al 1940, che gli diedero una certa notorietà. Negli anni trenta del XX secolo cominciò a girare documentari e il primo film. Refrattario al regime salazarista, negli anni quaranta e fino ai primi cinquanta si occupò di viticoltura e dell'azienda del padre. Nel 1955 va all'AGFA, in Germania, a studiare l'uso del colore. La scomparsa di Salazar dalla scena gli consente di tornare in Portogallo, dove ha inizio una nuova fioritura creativa.
Descritto come affascinante atletico e sportivo, «a tal punto che lo scultore Henrique Moreira lo utilizza come modello per la statua O atleta»[1] acquisita dal Museo Nazionale Soares dos Reis e nota nell'ambiente calcistico del calcio portoghese.[2]
Il primo approccio al cinema avviene frequentando la scuola di recitazione di Rino Lupo, «che lo scrittura come attore per Fátima Milagrosa» del 1928.[1]
Gli anni novanta sono stati per lui fruttuosi e prolifici, e de Oliveira ha utilizzato il cinema in piena libertà, senza mai abbandonarne le radici letterarie. "Il teatro - ha detto - è un'arte, ma il cinema non è che un mezzo per fissare ciò che si recita davanti alla macchina da presa"[3]. Nel 1985 e nel 2004 ha vinto due Leoni d'oro alla carriera alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, e nel 2008 la Palma d'oro alla carriera al Festival di Cannes. Il regista ha continuato a dirigere film anche dopo aver superato i 100 anni di età (Singolarità di una ragazza bionda nel 2009, Lo strano caso di Angelica nel 2010, Gebo e l'ombra nel 2012). Muore il 2 aprile 2015 all'età di 106 anni in seguito ad un arresto cardiaco[4].
Oliveira si è sposato con Maria Isabel Brandão de Meneses de Almeida Carvalhais (1918-2019), il 4 dicembre 1940 a Porto. Avevano quattro figli:
- Manuel Casimiro Brandão Carvalhais de Oliveira (nato nel 1941).
- José Manuel Brandão Carvalhais de Oliveira (nato nel 1944).
- Isabel Maria Brandão Carvalhais de Oliveira (nata nel 1947).
- Adelaide Maria Brandão Carvalhais de Oliveira (nata nel 1948).
Avevano anche parecchi nipoti e bisnipoti, tra cui l'attore Ricardo Trêpa (figlio di Adelaide).
Lo stileModifica
Presentato come cineamatore da Georges Sadoul a metà degli anni sessanta del novecento gli viene riconosciuto di «aver portato nel cinema portoghese una passione e sensibilità»[5] tali da dare fin dalle primissime opere notevoli frutti. Accreditato universalmente e «senza dubbio il più importante autore del cinema portoghese» ne vengono messi in luce grossi problemi con la censura e con la produzione ufficiale durante il regime dittatoriale di Salazar.[6] È stato scritto che durante tale epoca «l'arte, come la società, è stata anestetizzata da un eterno presente, in cui le radici del passato erano flebili, e gli sbocchi futuri assenti».[7] Oliveira con il film Le Souleir de satin, che rappresenta «l'espressione più radicale» sul cinema delle origini, inizia «una riflessione sull'archeologia dello sguardo cinematografico (...) che, a dispetto del suo carattere naïf e anacronistico»,[8] si accorda con una certa cultura cinematografica contemporanea all'opera stessa.[9]
Le immagini cinematografiche di Manoel de Oliveira tendono a rivelare la finzione attraverso lo sconfinamento nel teatro e il rapporto tra i due linguaggi non è «mai visto in termini di conflitto e di negazione. Spesso il teatro e il cinema sono uno il prolungamento dell'altro, convivono all'interno della stessa dimensione creativa, (...) legati da un comune denominatore: la vita».[10] In effetti la specificità propria del cinema, che si è costituita negli anni 1910 - 1920 separandosi dalle convenzioni teatrali, ha fatto si che ciò che delimita il cinema è il teatro. Queste specificità sono tuttavia più tecniche che estetiche, ma i limiti sono fissati perché un film che che li superi perderebbe il proprio linguaggio specifico[11], linguaggio che pur registrando apparentemente la realtà, non appena questa viene proiettata, «non si tratterà più di realtà, bensì di un fantasma».[12]
RiconoscimentiModifica
- 1981: Premio INTERFILM al Festival internazionale del cinema di Berlino
- 1985: Leone speciale alla Mostra internazionale d'arte cinematografica
- 1990: Premio FIPRESCI (premio speciale) al Festival di Cannes
- 1991: Leone d'argento - Gran premio della giuria alla Mostra internazionale d'arte cinematografica per La divina commedia
- 1992: Pardo d'onore al Festival del film Locarno
- 1993: Premio per il miglior contributo artistico al Tokyo International Film Festival per La valle del peccato
- 1994: David Luchino Visconti
- 1994: Premio Akira Kurosawa al San Francisco International Film Festival
- 1997: Premio FIPRESCI al Festival di Cannes per Viaggio all'inizio del mondo
- 1997: Premio della giuria ecumenica – Menzione specialeal Festival di Cannes per Viaggio all'inizio del mondo
- 1997: Premio FIPRESCI ai European Film Awards per Viaggio all'inizio del mondo
- 1997: Premio speciale alla carriera al Tokyo International Film Festival
- 1998: Premio Flaiano alla carriera
- 1998: Grand Prix Special des Amériques al Montreal World Film Festival
- 1999: Premio della giuria al Festival di Cannes per La lettera, film tratto dal romanzo La principessa di Clèves di Madame de La Fayette
- 2000: Premio Efebo d'Oro per La Lettera
- 2000: Premio Medaglia d'Oro "Turris Alex" per la carriera dall'Amministrazione Comunale di CEPAGATTI (Pescara)-Italia
- 2001: Premio Robert Bresson
- 2001: Premio UNESCO alla Mostra internazionale d'arte cinematografica per Porto della mia infanzia
- 2004: Premio alla carriera per la speciale sensibilità visiva nella regia al Camerimage
- 2004: Leone d'oro alla carriera alla Mostra internazionale d'arte cinematografica
- 2005: Premio alla carriera al Chicago International Film Festival
- 2006: Premio Europa David Mourão-Ferreira (archiviato dall'url originale l'11 marzo 2014). (sezione Mito), organizzato dal Centro Studi Lusofoni – Cátedra David Mourão-Ferreira (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2014), dell´Università di Bari e dell´Instituto Camões
- 2006: Premio speciale alla carriera al Festival internazionale del cinema di Porto
- 2007: Premio onorario agli European Film Awards
- 2008: Palma d'oro alla carriera al Festival di Cannes
- 2009: Berlinale Kamera al Festival internazionale del cinema di Berlino
FilmografiaModifica
RegistaModifica
LungometraggiModifica
- Aniki Bóbó (1942)
- Atto di primavera (Acto da Primavera) (1963)
- Il passato e il presente (O Pasado e o Presente) (1971)
- Benilde o la Vergine Madre (Benilde ou a Virgem Mãe) (1975)
- Amore di perdizione (Amor de Perdição) (1978)
- Francisca (1981)
- Conversazione privata (Visita, ou Memorias e Confissões) (1982)
- Le Soulier de satin (1985)
- Mon cas (1986)
- I cannibali (Os Canibais) (1988)
- No, la folle gloria del comando (Non ou A Vã Gloria de Mandar) (1990)
- La divina commedia (A Divina Comédia) (1991)
- Giorno della disperazione (O Dia do Desespeo) (1992)
- La valle del peccato (Vale Abraão) (1993)
- A caixa (1994)
- I misteri del convento (O Convento) (1995)
- Party (1996)
- Viaggio all'inizio del mondo (Viagem ao principio do mundo) (1997)
- Inquietudine (Inquietude) (1998)
- La lettera (A Carta / La Lettre) (1999)
- Parola e utopia (Palavra e Utopia) (2000)
- Ritorno a casa (Je Rentre à la Maison) (2001)
- Porto della mia infanzia (Porto da minha infância) (2001)
- Il principio dell'incertezza (O Principio da Incerteza) (2002)
- Un film parlato (Um Filme Falado) (2003)
- Il quinto impero - Ieri come oggi (O Quinto Império - Ontem como Hoje) (2004)
- Specchio magico (Espelho magico) (2005)
- Bella sempre (Belle toujours) (2006)
- Cristoforo Colombo - L'enigma (Cristóvão Colombo - O Enigma) (2007)
- Singolarità di una ragazza bionda (Singularidades de uma Rapariga Loira) (2009)
- Lo strano caso di Angelica (O estranho caso de Angélica) (2010)
- Gebo e l'ombra (Gebo et l'ombre) (2012)
CortometraggiModifica
- Douro, lavoro fluviale (Douro, Faina Fluvial) (1931) - Documentario
- Estatuas de Lisboa (1932) - Documentario
- Os Ultimos Temporais: Cheias do Tejo (1937) - Documentario
- Ja Se Fabricam Automoveis em Portugal (1938) - Documentario
- Miramar, Praia das Rosas (1938) - Documentario
- Famalicão (1941) - Documentario
- Il pittore e la città (O Pintor e a Cidade) (1956) - Documentario
- O Coração (1958) - Documentario (incompiuto)
- La caccia (A Caça) (1963)
- Villa Verdinho - Uma Aldeia Transmontana (1964) - Documentario
- La pittura di mio fratello Giulio (As Pinturas do Meu Irmão Julio) (1965) - Documentario
- A Proposito da Bandeira Nacional (1988) - Documentario
- Momento (2002)
- Do Visível ao Invisível (2005)
- O Improvável Não é Impossível (2006)
- Chacun son cinéma - A ciascuno il suo cinema (Chacun son cinéma ou Ce petit coup au coeur quand la lumière s'éteint et que le film commence), episodio Rencontre unique (2007)
- O Vitral e a Santa Morta (2008)
- Romance de Vila do Conde (2008)
- Painéis de Sao Vicente de Fora - Visao Poetica (2010)
- Centro Histórico, episodio O Conquistador Conquistado (2012)
- O Velho do Restelo (2014)
DocumentariModifica
- Il pane (O Pão) (1959)
- Nice - À propos de Jean Vigo (1983)
- Lisbona capitale d'Europa (Lisboa Cultural) (1984) - Documentario [TV]
- Simposio Internacional de Escultura em Pedra - Documentario [TV], coregia di Manuel Casimiro (1986)
AttoreModifica
- Fátima Milagrosa, regia di Rino Lupo (1928)
- A Canção de Lisboa, regia di Cotinelli Telmo (1933)
- Conversazione conclusa (Conversa Acabada), regia di João Botelho (1980)
- Cinématon #102, regia di Gérard Courant (1981)
- Lisbon Story, regia di Wim Wenders (1994)
- Cristoforo Colombo - L'enigma (Cristóvão Colombo - O Enigma), regia di Manoel de Oliveira (2008)
OnorificenzeModifica
Commendatore dell'Ordine di San Giacomo della Spada | |
— 9 giugno 1980 |
Gran Croce dell'Ordine di San Giacomo della Spada | |
— 29 dicembre 1988 |
Gran Croce dell'Ordine dell'Infante Dom Henrique | |
— 13 dicembre 2008 |
Grand'Ufficiale dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia) | |
— Parigi, 9 dicembre 2014 |
NoteModifica
- ^ a b Bruno Roberti, Manoel de Oliveira. Il visibile dell'invisibile, Edizioni fondazione ente dello spettacolo, Roma 2012, pp. 7 - 11.
- ^ (PT) Homenagem ao cineasta Manoel de Oliveira. URL consultato il 13 marzo 2023.
- ^ https://www.nonsolocinema.com/Manoel-De-Oliveira-Premio-Don.html%7Ctitolo=Manoel De Oliveira, Premio Don Quijote alla Carriera, consultato il 21 febbraio 2019
- ^ È morto il grande regista Manoel de Oliveira, aveva 106 anni, in La Repubblica, 2 aprile 2015. URL consultato il 2 aprile 2015.
- ^ Georges Sadoul, Il cinema, Firenze, Sansoni Editore, 1978 © 1965 Parigi.
- ^ Alfonso Canziani (a cura di), Cinema di tutto il mondo, Milano, Oscar Studio Mondadori, 1978.
- ^ Stefano De Rosa (a cura di), Modernismo in Portogallo (1910 - 1940). Arte e società nel tempo di Fernando Pessoa, Firenze, Leo S. Olschki, 1997, p. 66.
- ^ Federico Pierotti, Diorama lusitano. Il cinema portoghese come archeologia dello sguardo, Udine, Mimesis Edizioni, 2018, pp. 73 - 89.
- ^ Tom Gunning, Cento anni fa: i film del 1903, in Cineteca Bologna, giugno 2015. URL consultato il 9 febbraio 2023.
- ^ Mariolina Diana, Manoel de Oliveira, Il Castoro Cinema, n. 201, Milano, Editrice Il Castoro, 2001, p. 53.
- ^ (FR) Alice Letoulat, L'expérience de la limite cinématoghraphique. À partir du "Soulier de satin" de Manoel de Oliveira (1985), in Histoire de l'Art, n. 89, Paris, Association des professeurs d'archéologie et d'histoire de l'art des universités Apahau, 2022 / 1, pp. 175 - 185.
- ^ Francesco Saverio Nisio, Manoel de Oliveira. Cinema, parola, politica, Recco (GE), Le Mani, 2010, pp. 165 - 176.
BibliografiaModifica
- Mariolina Diana, Manoel de Oliveira, Il Castoro Cinema, n. 201, Milano, Editrice Il Castoro, 2001, ISBN 88-8033-198-1.
- Johnson Randal, Manoel de Oliveira, Urbana (Illinois), University of Illinois Press, 2007, ISBN 978-0-252-03202-8.
- Francesco Saverio Nisio, Manoel de Oliveira. Cinema, parola, politica, Recco (GE), Le Mani, 2010, ISBN 978-88-8012-544-0.
- Bruno Roberti, Manoel de Oliveira, in Enciclopedia del cinema, vol. IV (Mar-Sh), Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2004. URL consultato il 12 giugno 2015.
- Lorenzo Quaglietti, OLIVEIRA, Manoel de, in Enciclopedia Italiana, V appendice, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1993. URL consultato il 12 giugno 2015.
Altri progettiModifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Manoel de Oliveira
Collegamenti esterniModifica
- Oliveira, Manoel de, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Oliveira, Manoel de, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Manoel de Oliveira, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Opere di Manoel de Oliveira, su openMLOL, Horizons Unlimited srl.
- (EN) Opere di Manoel de Oliveira, su Open Library, Internet Archive.
- Manoel de Oliveira, su CineDataBase, Rivista del cinematografo.
- Manoel de Oliveira, su MYmovies.it, Mo-Net Srl.
- (EN) Manoel de Oliveira, su Internet Movie Database, IMDb.com.
- (EN) Manoel de Oliveira, su AllMovie, All Media Network.
- (DE, EN) Manoel de Oliveira, su filmportal.de.
- https://acervo.publico.pt/culturaipsilon/manoel-de-oliveira-filmografia], filmografia completa.
- Il sito di Les Cahiers du Cinéma..
- Scheda (archiviato dall'url originale il 26 novembre 2006). del Centre Pompidou per la retrospettiva del 2002.
- "De Oliveira, l'enigma". su Cineforum.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 84234492 · ISNI (EN) 0000 0001 2282 4519 · ULAN (EN) 500333522 · LCCN (EN) n82064414 · GND (DE) 11948384X · BNE (ES) XX4580203 (data) · BNF (FR) cb12118655p (data) · J9U (EN, HE) 987007407638005171 · NDL (EN, JA) 00515336 · WorldCat Identities (EN) lccn-n82064414 |
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