Maometto ossia il fanatismo
Maometto ossia il fanatismo (Le fanatisme, ou Mahomet le prophète) è una tragedia di Voltaire scritta nel 1736 e rappresentata per la prima volta dalla compagnia di La Noue a Lilla il 25 aprile 1741, quindi a Parigi il 9 agosto 1742.
Maometto ossia il fanatismo | |
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Tragedia in cinque atti | |
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Autore | Voltaire |
Titolo originale | Le fanatisme, ou Mahomet le prophète |
Lingua originale | Francese |
Genere | Tragedia |
Ambientazione | La Mecca |
Composto nel | 1736 |
Prima assoluta | 25 aprile 1741 Lilla |
Personaggi | |
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TramaModifica
L'opera è un atto di accusa contro l'islam: attraverso il personaggio di Maometto, abile e crudele guida militare e religiosa, l'autore denuncia il fanatismo e l'integralismo religioso dell'Islam. Il suo reale obiettivo però rimane quello di denunciare ogni forma di fanatismo, in particolare quello del clero a lui contemporaneo[1]. Dedica difatti con sottile ironia l'opera a papa Benedetto XIV, da lui considerato un fanatico estremista[2]. Il papa, tra l'altro uno dei più colti e illuminati pontefici del suo tempo, non coglie la sottigliezza della dedica, che accetta ben volentieri in nome dell'antica diffidenza ecclesiastica nei confronti della religione islamica.[3]
Storia editorialeModifica
L'opera fu più volte censurata tra il 1741 e il 1748, destino comune a molte opere di Voltaire che spesso criticava la religione, i fedeli e filosofi famosi.
Nel dicembre del 2005, poche settimane dopo la controversia sulle caricature di Maometto sul Jyllands-Posten (30 settembre), una messa in scena della tragedia a Saint-Genis-Pouilly, Ain, Francia, provocò la richiesta di cancellazione da parte islamica e proteste fuori dal teatro[4].
TramaModifica
L'azione si svolge alla Mecca nel 622: la città è ormai accerchiata dalle truppe di Maometto e sta per cadere. I personaggi sono:
- Zopire, principe della città della Mecca.
- Phanor, fedele consigliere di Zopire
- Palmire, schiava di Maometto rapita da Zopire.
- Séide, giovane schiavo di Maometto.
- Omar, già persecutore di Maometto, poi divenuto il suo miglior luogotenente
Phanor prende atto della grave situazione della città e consiglia a Zopire di arrendersi e siglare la pace, per salvare il salvabile. Zopire è però contrario e pronto alla morte perché odia Maometto che gli ha ucciso la moglie e rapito i suoi due figli - che crede morti -, sentimento ricambiato dal momento che lo stesso Zopire con una sortita ha ucciso a Maometto l'unico figlio e rapito la sua schiava Palmire, che ora vive prigioniera nel suo palazzo.
Zopire parla a Palmire che racconta di considerare Maometto un padre poiché non ha conosciuto i genitori ed è stata cresciuta nel suo campo, mentre Zopire le rivela di aver perso i suoi figli. Palmire chiede anche di essere liberata per tornare da Maometto che oltre che padre è per lei anche il profeta di Dio che adora. Zopire cerca allora di dissuaderla, pregandola di liberarsi da quella che lui chiama superstizione, ma inutilmente.
Mentre Zopire e Palmire stanno ancora conversando, Phanor annuncia l'arrivo in città di Omar; questi è accompagnato da Séide, offerto in ostaggio per parlamentare.
Dopo un acido scambio di accuse, Omar offre la pace a Zopire e gli chiede inutilmente di convertirsi; poi gli annuncia che Maometto in persona vuole parlargli. I due quindi vanno davanti al Senato a cui è demandata l'ultima decisione sulla resa della città.
Séide e Palmire si incontrano, parlano del loro amore e della fede in Maometto a cui si rimettono fiduciosi per ottenere la libertà.
Omar tranquillizza Séide e Palmire non solo promettendo di liberarli presto, ma annunciando anche che lo stesso Maometto è in arrivo con una scorta perché, grazie alla sua trattativa, gli sono state aperte le porte della città. Accusa quindi Zopire di blasfemia.
Sopraggiunge Maometto e Séide e Palmire gli dichiarano la loro devozione. Quindi Maometto tranquillizza Palmire e la congeda e poi chiede a Séide di unirsi agli altri guerrieri.
Rimasto solo con Omar, Maometto gli chiede cosa pensi di Palmire e Séide. Omar risponde che, come e più di tutti gli schiavi da loro allevati da bambini, sono pronti a tutto per Maometto. Questi precisa allora di desiderare Palmire come sposa e di vedere Séide come un rivale in amore e svela anche che in realtà i due sono fratello e sorella e figli di Zopire.
Maometto e Zopire si incontrano. Zopire accusa Maometto di aver portato la discordia nella città e questi gli risponde apertamente:
(FR)
«Si j'avais à répondre à d'autres qu'à Zopire, |
(IT)
«Se dovessi rispondere a altri invece che a Zopire, |
(Atto II, scena V) |
Quindi Maometto cerca di portare Zopire dalla sua parte prima con le buone, poi con le minacce e in ultimo lo ricatta rivelandogli che i suoi figli, creduti morti, sono suoi schiavi e per consentirgli di riabbracciarli gli chiede di dare l'esempio facendosi musulmano. Ma Zopire, pur soffrendo, rifiuta di cedere al ricatto e va via.
Maometto si incontra con Omar per decidere su come vendicarsi di Zopire senza scoprirsi per non inimicarsi la città. Allora, scaltramente, Omar gli suggerisce di utilizzare come sicario Séide perché, in qualità di ostaggio, è ospite di Zopire e quindi lo può avvicinare, anche perché il fanatismo proprio della sua giovane età lo rende facilmente manipolabile:
(FR)
«Tes autres favoris, zélés avec prudence, |
(IT)
«I tuoi altri candidati, zelanti ma con prudenza, |
(Atto II, scena VI) |
A Maometto piace l'idea, sia perché detesta Séide, sia perché vedrebbe ucciso Zopire per mano del suo stesso figlio.
Séide svela a Palmire che gli sarà affidata una missione. Le dice anche di ammirare Zopire dopo avergli parlato. Ha però paura per quello che lo attende ma dopo essersi confessato il loro amore è la stessa Palmire a incoraggiarlo a eseguire gli ordini che gli verranno dati.
Palmire, sola, ammette con sé stessa di avere uno strano presentimento e di avere orrore, nel profondo del suo cuore, per Maometto.
Palmire incontra Maometto che si accorge del suo spirito combattuto. Palmire gli confessa, inoltre, di essere pronta a sacrificarsi per Séide. Maometto allora gli assicura che il loro destino dipende dal successo della missione che sarà affidata a Séide. A queste parole Palmire si incarica di incoraggiarlo facendo leva sul reciproco amore.
Maometto, solo, si infuria perché ama la figlia del suo nemico.
Omar tranquillizza Maometto su come procedono le cose, soprattutto perché Palmire sta eccitando lo spirito di Séide infondendogli quel furore necessario per compiere il compito che gli sarà affidato.
Maometto parla a Séide. Prima si fa promettere da Séide di eseguire qualsiasi ordine e poi gli svela la persona da uccidere. Al sentire il nome di Zopire, lo spirito di Séide vacilla. Maometto allora lo rimprovera ricordandogli che si tratta di un ordine divino, come la richiesta ad Abramo di sacrificare il suo unico figlio. Così se Abramo era disposto a sacrificare il figlio, tanto più Séide può uccidere un nemico del suo dio, anche considerando che il premio è la mano di Palmire. Seide gli promette di obbedire e va via seguito di nascosto da Omar per volere dello stesso Maometto.
Séide riflette da solo: è dispiaciuto per Zopire, ma d'altra parte è un ordine divino.
Zopire vede Séide e si accorge che sta soffrendo, promettendosi di vegliare sul giovane gli si avvicina sperando di non essere rifiutato. Séide si dice commosso e Zopire si dice felice di poter aiutare un cuore ferito, maledicendo chi sparge il sangue di un uomo. Séide è sempre più combattuto.
Omar, avvedendosi del tentennamento del giovane, affronta Séide chiamandolo traditore e dicendogli che è atteso da Maometto. Mentre va da Maometto, Séide si ripromette di rifiutare l'ordine che aborrisce.
Zopire vede Séide allontanarsi e ha pietà per lui così decide di seguirlo.
Phanor porta un biglietto a Zopire datogli da un arabo: è di Hercide, il soldato che lo ha tradito rapendo i figli, che vuole parlargli.
Omar avverte Maometto che la loro trama sta per essere scoperta perché Séide si è confidato con Hercide e questi, che nonostante tutto ama il ragazzo come un padre, può denunciarli. Allora Maometto decide di giocarsi il tutto per tutto: in un'ora o sarà giustiziato o Zopire sarà morto e tutti i cittadini adoreranno un nuovo dio. Così decidono di mettere fretta a Séide e di somministrargli un veleno con effetto ritardato che gli darà giusto il tempo di commettere il crimine prima di morire, così da non lasciare testimoni. Alla fine giunge anche Séide, sempre indeciso.
Maometto parla a Séide e lo convince nuovamente a commettere l'omicidio.
Séide incontra Palmire. I due parlano e alla fine per amore di Palmire e per fede in Maometto Séide si decide ad andare fino in fondo. A questo punto intravedono Zopire che va a inginocchiarsi ai piedi di un altare.
Palmire e Séide si avvicinano di nascosto all'altare e ascoltano Zopire pregare: invoca i suoi dei e per questo i due giovani lo giudicano blasfemo, poi sentono il principe rimpiangere i figli e si dice felice di poterli rivedere anche se solo in punto di morte. A questo punto Séide estrae il pugnale mentre Palmire, commossa, cerca di dissuaderlo. Ma Séide è ormai un invasato e colpisce invocando il cielo. Séide ritorna, ma è confuso e debole ma poi si riprende: il veleno comincia a fare effetto. Séide, sconvolto, racconta a Palmire che Zopire, dopo essere stato colpito, aveva rivolto verso di lui uno sguardo dolce e compassionevole. Nel frattempo, benché ferito, faticosamente Zopire si avvicina a loro e Palmire gli va incontro per sorreggerlo.
Sopraggiunge Phanor che ha appena incontrato Hercide e riferisce che, prima di spirare in seguito a un attentato, ha fatto appena in tempo di svela che Séide e Palmire sono fratello e sorella e figli di Zopire chiedendogli di affrettarsi per evitare il parricidio. Zopire, morente, abbraccia i suoi figli: la sua ultima preghiera è stata esaudita. Poi li incoraggia assicurando loro che il popolo, saputo quanto è successo, sarà nonostante tutto al loro fianco e contro Maometto.
Sopraggiunge Omar che ordina ai suoi soldati di arrestare Séide per ordine di Maometto. Accusato da Palmire di essere il mandante, Omar nega e le ordina di ritirarsi. Phanor, solo con Zopire, gli riferisce che la folla in armi sta accorrendo per difenderlo.
Omar fa il punto della situazione con Maometto: Zopire sta morendo; il popolo è in rivolta ma le loro armate, approfittando del buio della notte, sono alle porte della città; Séide è al sicuro in prigione dove presto morirà per il veleno; Palmire è nei suoi appartamenti a sua disposizione. Non sanno, però, che Zopire, Séide e Palmire sanno di essere padre e figli.
Maometto va da Palmire con la speranza di farle dimenticare Séide e farne la sua sposa. Ma Palmire gli si rivolta contro:
(FR)
«Imposteur teint de sang, que j'abjure à jamais, |
(IT)
«Impostore macchiato di sangue, che io abiuro per sempre, |
(Atto V, scena II) |
Omar arriva e avverte Maometto che la loro trama è stata scoperta e il popolo è in rivolta contro di lui, istigato dallo stesso Séide liberato dalla prigione. Maometto, a questo punto, prende la situazione in mano e lo ammonisce a non aver paura assicurandolo che risolverà la situazione da solo.
Séide accusa Maometto e incita il popolo a vendicare Zopire. A questo punto Maometto si mostra alla folla e chiede a tutti di passare alla sua parte e sfidando Séide (che a sua volta accusa di blasfemia) chiedendo un segno dal cielo:
(FR)
«De nous deux, à l'instant, que le coupable expire!» |
(IT)
«E che tra noi due, in questo istante, il colpevole spiri!» |
(atto V, scena IV) |
In quel momento il giovane ha un'altra crisi per l'effetto del veleno, che Maometto dice essere il segno chiesto. Il popolo ne rimane impressionato e retrocede. Palmire mentre soccorre il fratello cerca di incitarli ancora, ma inutilmente: Maometto ormai ha la folla in pugno. Séide spira e Palmire, disperata, si uccide con il suo pugnale e le sue ultime parole sono per Maometto:
(FR)
«Je meurs. |
(IT)
«Muoio. |
(atto V, scena IV) |
E Maometto:
(FR)
«Elle m'est enlevée... ah! Trop chère victime! |
(IT)
«Mi è tolta... ah! Vittima troppo cara! |
(atto V, scena IV) |
Lettera A Frédéric II, roi de PrusseModifica
Nel dicembre 1771 Voltaire indirizzò da Rotterdam una lettera a Federico II, re di Prussia per illustrargli la sua recente tragedia Maometto ossia il fanatismo.
Nella missiva, dopo aver omaggiato il suo mecenate, Voltaire spiega il fine della sua opera:
(FR)
«Votre Majesté sait quel esprit m’animait en composant cet ouvrage; l’amour du genre humain et l’horreur du fanatisme» |
(IT)
«La maestà vostra sa bene quali idee mi indussero a scrivere quest'opera: l'amore per il genere umano e l'orrore per il fanatismo» |
(Voltaire, Lettera a Federico II re di Prussia) |
Dopo aver ricordato che il rischio di crimini addebitabili al fanatismo minacciano sempre l'umanità, descrive succintamente la trama della tragedia:
(FR)
«L’action que j’ai peinte est atroce[...]. C’est un jeune homme né avec de la vertu, qui, séduit par son fanatisme, assassine un vieillard qui l’aime, et qui, dans l’idée de servir Dieu, se rend coupable, sans le savoir, d’un parricide; c’est un imposteur qui ordonne ce meurtre, et qui promet à l’assassin un inceste pour récompense.» |
(IT)
«La trama è atroce[...]. C'è un giovane nato virtuoso che, sedotto dal suo fanatismo, assassina un vecchio che lo amava, sicuro di servire Dio, rendendosi colpevole, senza saperlo, di un parricidio; questo delitto è ordinato da un impostore che all'assassino promette come ricompensa un incesto» |
(Voltaire, Lettera a Federico II re di Prussia) |
Successivamente parla del fanatismo, elencando una serie di attentati per dimostrare che sono soprattutto i giovani ad attuarli:
(FR)
«Je remarque que tous ceux qui ont commis de bonne foi de pareils crimes étaient des jeunes gens» |
(IT)
«Faccio notare che tutti quelli che hanno commesso in buona fede crimini di questo tipo erano dei giovani» |
(Voltaire, Lettera a Federico II re diPrussia) |
affermando, poi, che il fanatismo è frutto della superstizione:
(FR)
«J’ose dire que quiconque a un peu vécu avec les hommes a pu voir quelquefois combien aisément on est prêt à sacrifier la nature à la superstition. Que de pères ont détesté et déshérité leurs enfants! que de frères ont poursuivi leurs frères par ce funeste principe! J’en ai vu des exemples dans plus d’une famille.» |
(IT)
«Mi permetto di aggiungere che chiunque abbia vissuto un po' tra gli uomini, ha qualche volta potuto osservare quanto facilmente si è pronti a sacrificare la natura alla superstizione. Per questa idea funesta i padri che hanno odiato e diseredato i loro figli, i fratelli hanno perseguitato altri fratelli. Tali cose le ho viste accadere in più di una famiglia.» |
(Voltaire, Lettera a Federico II re di Prussia) |
elenca, quindi, diverse vittime illustri del fanatismo: Socrate, Descartes, Bayle, Leibnitz.
Dopo aver ricordato che alcuni paragonano Maometto a Teseo e a Numa, lui invece lo giudica molto duramente:
(FR)
«Mais qu’un marchand de chameaux excite une sédition dans sa bourgade; qu’associé à quelques malheureux coracites il leur persuade qu’il s’entretient avec l’ange Gabriel; qu’il se vante d’avoir été ravi au ciel, et d’y avoir reçu une partie de ce livre inintelligible qui fait frémir le sens commun à chaque page; que, pour faire respecter ce livre, il porte dans sa patrie le fer et la flamme; qu’il égorge les pères, qu’il ravisse les filles, qu’il donne aux vaincus le choix de sa religion ou de la mort, c’est assurément ce que nul homme ne peut excuser, à moins qu’il ne soit né Turc, et que la superstition n’étouffe en lui toute lumière naturelle.» |
(IT)
«un mercante di cammelli che è capace di suscitare una rivolta nel suo quartiere; che insieme ad alcuni sfortunati accoliti li persuade anche di essersi intrattenuto con l'angelo Gabriele; che si vanti di essere stato rapito in cielo e lì di aver ricevuto quel libro incomprensibile che fa fremere il senso comune pagina dopo pagina; che, per far rispettare quel libro, mette a ferro e fuoco la sua stessa patria; che sgozza i genitori, che rapisce le giovani, che concede ai vinti la scelta tra la conversione o la morte, è qualche cosa che nessun uomo può perdonare, a meno che non sia nato turco, e che la superstizione non abbia spento in lui anche l'ultimo ricordo delle leggi naturali» |
(Voltaire, Lettera a Federico II re di Prussia) |
Quindi parla della trama, ammettendo che i fatti narrati non sono storicamente provati, ma la cosa gli appare di secondaria importanza perché, secondo lui, sono nelle corde di Maometto come personaggio storico e soprattutto dei costumi dell'epoca:
(FR)
«Je sais que Mahomet n’a pas tramé précisément l’espèce de trahison qui fait le sujet de cette tragédie. L’histoire dit seulement qu’il enleva la femme de Séide, l’un de ses disciples, et qu’il persécuta Abusofian, que je nomme Zopire; mais quiconque fait la guerre à son pays, et ose la faire au nom de Dieu, n’est-il pas capable de tout? Je n’ai pas prétendu mettre seulement une action vraie sur la scène, mais des moeurs vraies; faire penser les hommes comme ils pensent dans les circonstances où ils se trouvent, et représenter enfin ce que la fourberie peut inventer de plus atroce, et ce que le fanatisme peut exécuter de plus horrible.» |
(IT)
«So bene che Maometto non è colpevole del tradimento raccontato nella tragedia. La storia ci insegna solo che lui rapisce la moglie di Séide, uno dei suoi discepoli, e che perseguita Abusofian, che io chiamo Zopire; ma chiunque porta la guerra contro la sua stessa Patria, e osa farlo in nome di Dio, non sarebbe capace di qualsiasi cosa? Io non ho voluto mettere in scena un fatto reale, ma degli atteggiamenti reali; mostrare cosa pensano veramente gli uomini quando si trovano in certe circostanze, le cose orribili che può far loro escogitare la furbizia e le atrocità che il fanatismo può far commettere.» |
(Voltaire, Lettera a Federico II re di Prussia) |
Voltaire conclude la sua lettera affermando di sentirsi già soddisfatto se questa sua tragedia potesse mettere in guardia qualche giovane dai rischi del fanatismo e poi ringraziare nuovamente il Re.
NoteModifica
- ^ M. Moneti, "Le opere e il pensiero di Voltaire", capitolo introduttivo a Voltare, Candido, Zadig, Micromega, L'ingenuo, ed. Garzanti.
- ^ Riccardo Campi, Le conchiglie di Voltaire, p. 271, ed. Alinea.
- ^ ib.
- ^ Muslims ask French to cancel 1741 play by Voltaire
Voci correlateModifica
Altri progettiModifica
- Wikisource contiene una pagina dedicata a Maometto ossia il fanatismo
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Maometto ossia il fanatismo
Collegamenti esterniModifica
- (FR) Il testo, su visualiseur.bnf.fr.
- (FR) Lettera di Voltaire a Federico II di Prussia in cui parla della sua pièce Mahomet ou le fanatisme (1741), su perso.wanadoo.fr.
- (FR) Lettera di Voltaire con soggetto Mahomet (1760), su perso.orange.fr.
- (FR) Dictionnaire philosophique (1764), articolo «ALCORAN, ou plutôt LE KORAN », su voltaire-integral.com. URL consultato il 13 luglio 2007 (archiviato dall'url originale il 17 luglio 2007).
- (FR) Tutte le rappresentazioni della pièce nel XVIII secolo
- (FR) Una critica dell'opera, su lexpress.fr.
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