Maria Beatrice d'Este (1750-1829)
Maria Beatrice Ricciarda d'Este (Modena, 6 aprile 1750 – Vienna, 14 novembre 1829) fu duchessa di Massa e principessa di Carrara dal 1790 al 1796, poi dal 1814 al 1829: decima e ultima sovrana indipendente di quei territori.
BiografiaModifica
Figlia di due genitori che non andavano d'accordo, Ercole III d'Este e Maria Teresa Cybo-Malaspina, apparve ben presto chiaro che non avrebbe avuto altri fratelli o sorelle, il che la proiettò al centro di un complesso gioco dinastico, esattamente com'era capitato alla madre pochi anni prima. Le trattative per il suo matrimonio vennero condotte dal nonno Francesco III d'Este all'insaputa dello stesso padre della bambina, il duca Ercole, sia nelle fasi preliminari degli accordi che nelle loro successive modifiche: dopo aver interpellato Giorgio II d'Inghilterra, che aveva cinque figli, in seguito al suo rifiuto sondò la corte di Vienna, dove regnava la prolifica Maria Teresa.[1]
Nel 1763 fu stipulato il contratto nuziale con l'arciduca Ferdinando (Schönbrunn 1754 -Vienna 1806), quattordicesimo figlio di Maria Teresa d'Austria e di Francesco Stefano di Lorena. Le nozze vennero celebrate il 15 ottobre 1771 a Milano: lo sposo assumeva la successione e l'arme della moglie e la carica di governatore del ducato di Milano, dove la coppia avrebbe risieduto negli anni a venire e dove sarebbero nati i loro dieci figli[2], alla augusta coppia fu dedicata l'opera Lucio Silla di Wolfgang Amadeus Mozart rappresentata per la prima volta il 26 dicembre 1772 nel Regio-Ducal Teatro di Milano.
Nel 1790, alla morte della madre Maria Teresa Cybo-Malaspina, prese possesso del ducato di Massa e Carrara (l'eredità paterna le sarebbe rimasta preclusa poiché nella casa d'Este vigeva la legge salica, sicché il trono sarebbe passato direttamente al suo primogenito Francesco IV d'Asburgo-Este[senza fonte]).
La quarantenne sovrana e arciduchessa d'Austria (era cognata di Maria Antonietta regina di Francia, di Maria Carolina regina di Napoli, di Maria Amalia duchessa di Parma, dell'imperatore Giuseppe II e del futuro imperatore e granduca di Toscana Leopoldo II) teneva molto a tenere distinti gli stati malaspiniani da quelli estensi, nonostante fosse consapevole che, alla propria morte, Massa sarebbe diventata una semplice provincia del ducato di Modena e Reggio, l'agognato sbocco sul mare.
Maria Beatrice era molto diligente: s'informava e pretendeva di conoscere ogni cosa attinente al suo Stato e, da Vienna, dove risiedeva abitualmente, inviava le proprie decisioni al delegato, conte Pietro Ceccopieri, ponendo in disparte marito ed erede.[3] Trasmetteva, per esempio, precise disposizioni circa il restauro del palazzo ducale di Massa, in cui dimorarono i suoi antenati, o per regolare i rapporti con il vescovo di Sarzana e con il granducato di Toscana: il Ceccopieri era semplicemente un mero esecutore della volontà della duchessa che regnava e governava. A proposito di Pellegrino Rossi, primo ministro dello Stato Pontificio, la sovrana fece rispondere al governatore di Lucca che desiderava averlo prigioniero, che, se il personaggio fosse entrato nel suo ducato, non avrebbe concesso l'estradizione.[4] Dopo sette anni di governo, in seguito alle bufere rivoluzionarie e napoleoniche restò per oltre quindici anni lontana dalle proprie terre, che il Congresso di Vienna le restituì. Oramai disabituata al governo personale e abituatasi alla Corte di Vienna, lasciò gli antichi stati cybei in mano ad amministratori dotati di grandi poteri, mentre il figlio Francesco IV d'Asburgo-Este, già salito sul trono di Modena e Reggio, attendeva di succederle.
Ritornata sull'avito ducato, Maria Beatrice abolì tutto ciò che Elisa Bonaparte aveva compiuto, ripristinando gli Statuti e creando un ceto di tipo nobiliare intorno al trono ducale: cercò, tuttavia, di aiutare le classi meno agiate.
Per quanto riguarda l'economia i suoi provvedimenti si richiamarono alle riforme settecentesche e autorizzò la realizzazione di importanti opere pubbliche, come la rettifica dell'alveo del fiume Frigido.
La politica di Maria Beatrice fu significativa anche in campo sociale e culturale (incoraggiò validi artisti e ripristinò il servizio scolastico).
Le cose sarebbero andate meglio se lei fosse stata più presente nello Stato, invece di governare da Vienna.[5] La duchessa morì a Vienna il 14 novembre 1829, all'età di 79 anni, e il ducato di Massa e Carrara fu annesso a quello di Modena e Reggio, in cui governava il figlio Francesco IV. Venne sepolta nella Cripta dei Cappuccini a Vienna, accanto agli antenati imperiali del consorte.
Fu l'ultima esponente dei Cybo-Malaspina, degli Este e, per via materna (sua nonna era Ricciarda Gonzaga), dei Gonzaga di Novellara e Bagnolo.
DiscendenzaModifica
La coppia inaugurò la linea Asburgo-Este. Ebbe in tutto nove figli:
- Giuseppe (Milano, 1772 - 1772);
- Maria Teresa, che sposò Vittorio Emanuele I di Savoia;
- Giuseppina (Milano, 1775 - Milano, 1777);
- Maria Leopoldina, che sposò Carlo Teodoro, elettore di Baviera;
- Francesco, duca di Modena e Reggio, che sposò Maria Beatrice di Savoia;
- Ferdinando Carlo Giuseppe, comandante in capo dell'esercito austriaco durante le guerre napoleoniche;
- Massimiliano Giuseppe, gran maestro dei Cavalieri Teutonici;
- Maria Antonia (Milano, 1784 - Milano, 1786);
- Carlo Ambrogio, primate d'Ungheria;
- Maria Ludovica, che sposò il cugino Francesco I d'Austria.
AscendenzaModifica
Genitori | Nonni | Bisnonni | Trisnonni | ||||||||||
Rinaldo d'Este | Francesco I d'Este | ||||||||||||
Lucrezia Barberini | |||||||||||||
Francesco III d'Este | |||||||||||||
Carlotta di Brunswick e Lüneburg | Giovanni di Brunswick-Lüneburg | ||||||||||||
Benedetta Enrichetta del Palatinato | |||||||||||||
Ercole III d'Este | |||||||||||||
Filippo II d'Orléans | Filippo I d'Orléans | ||||||||||||
Elisabetta Carlotta di Baviera | |||||||||||||
Carlotta di Borbone-Orléans | |||||||||||||
Francesca Maria di Borbone-Francia | Luigi XIV di Francia | ||||||||||||
Françoise-Athénaïs di Montespan | |||||||||||||
Maria Beatrice d'Este | |||||||||||||
Carlo II Cybo--Malaspina | Alberico II Cybo--Malaspina | ||||||||||||
Fulvia Pico della Mirandola | |||||||||||||
Alderano I Cybo-Malaspina | |||||||||||||
Teresa Pamphili | Cardinale Camillo Pamphili | ||||||||||||
Olimpia Aldobrandini | |||||||||||||
Maria Teresa Cybo-Malaspina | |||||||||||||
Camillo III Gonzaga | Alfonso II Gonzaga | ||||||||||||
Ricciarda Cybo-Malspina | |||||||||||||
Ricciarda Gonzaga | |||||||||||||
Matilde d'Este | Sigismondo d'Este | ||||||||||||
Teresa Maria Grimaldi | |||||||||||||
NoteModifica
- ^ O.Raffo, p.7.
- ^ Massa e Carrara nella Restaurazione, p.35.
- ^ Massa e Carrara nella Restaurazione, p.16.
- ^ Massa e Carrara nella Restaurazione, p.17.
- ^ Massa e Carrara nella Restaurazione, p.74.
BibliografiaModifica
- AA. VV., Gli Estensi, Mondadori, Milano 1972.
- AA. VV, Massa e Carrara nella Restaurazione : il governo di Maria Beatrice Cybo d'Este, Modena, Aedes Muratoriana, 1980, SBN IT\ICCU\BVE\0605705.
- Luciano Chiappini, Gli Estensi, Milano, Dall'Oglio, 1967, SBN IT\ICCU\LO1\0839913.
- Olga Raffo, Maria Teresa Cybo-Malaspina d'Este : sovrana illuminata, donna triste, in Il tempo delle donne, le donne del tempo, Lucca, Pacini Fazi editore, 2003, SBN IT\ICCU\UFI\0433469.
Voci correlateModifica
Altri progettiModifica
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Collegamenti esterniModifica
- Marìa Beatrice d'Este duchessa di Modena e Massa, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 6 ottobre 2015.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 263016151 · ISNI (EN) 0000 0003 8184 4995 · LCCN (EN) n85208402 · GND (DE) 123055113 · BNF (FR) cb15055297v (data) · BAV (EN) 495/64626 · CERL cnp00573165 · WorldCat Identities (EN) lccn-n85208402 |
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