Maria Cristina di Savoia
Maria Cristina di Savoia | |
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Regina consorte delle Due Sicilie | |
In carica | 21 novembre 1832 - 31 gennaio 1836 |
Predecessore | Maria Isabella di Spagna |
Successore | Maria Teresa d'Austria |
Nome completo | Maria Cristina Carlotta Giuseppa Gaetana Efisia |
Altri titoli | Beata |
Nascita | Cagliari, 14 novembre 1812 |
Morte | Napoli, 31 gennaio 1836 |
Luogo di sepoltura | Basilica di Santa Chiara, Napoli |
Casa reale | Savoia per nascita Borbone-Due Sicilie per matrimonio |
Padre | Vittorio Emanuele I di Savoia |
Madre | Maria Teresa d'Asburgo-Este |
Consorte | Ferdinando II delle Due Sicilie |
Figli | Francesco II delle Due Sicilie |
Religione | Cattolicesimo |
Beata Maria Cristina di Savoia | |
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La regina in un momento di preghiera | |
Regina | |
Nascita | Cagliari, 14 novembre 1812 |
Morte | Napoli, 31 gennaio 1836 |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 25 gennaio 2014 |
Santuario principale | Basilica di Santa Chiara, Napoli |
Ricorrenza | 31 gennaio |
Attributi | Corona, Rosario |
Maria Cristina Carlotta Giuseppa Gaetana Efisia di Savoia (Cagliari, 14 novembre 1812 – Napoli, 31 gennaio 1836) fu regina consorte delle Due Sicilie, nata Principessa di Savoia. Nel 2014 la Chiesa cattolica ha concluso positivamente il suo processo di beatificazione[1].
BiografiaModifica
La famiglia e gli anni a TorinoModifica
Maria Cristina era la figlia minore di Vittorio Emanuele I di Sardegna e dell'arciduchessa Maria Teresa d'Asburgo-Este.
I suoi nonni materni erano l'arciduca Ferdinando d'Austria-Este e Maria Beatrice Ricciarda d'Este. Ferdinando era a sua volta figlio dell'imperatore Francesco I di Lorena e dell'arciduchessa Maria Teresa d'Austria. Maria Beatrice era la figlia primogenita di Ercole III d'Este, ultimo rappresentante dell'antica casata degli Este, e di Maria Teresa Cybo-Malaspina, duchessa di Massa e principessa di Carrara.
Maria Cristina nacque a Cagliari il 14 novembre 1812, durante il periodo napoleonico, quando il Piemonte, ove si trovava la capitale del regno, Torino, era stato annesso all'Impero francese.
Nel diario (ancora inedito, conservato nell'Archivio di Stato di Modena) del suo soggiorno di 24 mesi in Sardegna, Francesco d'Austria-Este, fratello della regina Maria Teresa, racconta : "Io ho assistita mia sorella la Regina nel parto, a sostenerla, alzarla ... Alle 8 3/4 partorì una sanissima grossa femmina, che fu chiamata Cristina", aggiungendo poi che il battesimo era stato celebrato alle 17,30 nella cattedrale di Cagliari dal "Decano Abbate Sisternes", con il futuro re Carlo Felice e la moglie Maria Cristina di Borbone come padrini.
Tornata a Torino ancora giovanissima, venne educata a corte. In suo onore le fu dedicato il Fort Marie-Christine, una fortificazione militare presso la città di Aussois, parte del complesso dei Forti dell'Esseillon, allora al confine con la Francia e compreso nei domini sabaudi.
Nel 1830 l'aristocrazia torinese organizzò in suo onore una grande festa per il suo fidanzamento con Ferdinando II, re delle Due Sicilie; la baronessa Olimpia Savio, che proprio in quella occasione faceva il suo debutto in società, così la ricorda nelle sue memorie: "La principessa Cristina non aveva allora 20 anni: era bella, d'una bellezza seria e soave: alta di statura, bianca di carnagione, due grosse onde di ciocche brune inanellate ornavano poeticamente quel volto, pallido, illuminato da due grandi occhi espressivi. Vestiva un abito azzurro e bianco, colori del cielo a cui era destinata, e portava in fronte un gran diadema di brillanti. Non ballò, perché la rigida etichetta non lo permetteva. Attratta da quella simpatica, distinta e ad un tempo così modesta personalità, non ebbi occhi e simpatie che per lei, la sola attraente tra quelle teste coronate". Vi erano pure le di lei sorelle, le duchesse di Modena e di Lucca, e la madre, la regina Maria Teresa d'Austria-Este, donna di forte animo, ma poco amata per l'alterigia e l'avversione alle libertà politiche; era infatti aperta nemica di Carlo Alberto, da lei definito una testa brusà, e quando parlava di Cesare Balbo lo chiamava con l'epiteto d'coul strasson.
MatrimonioModifica
Sposò nel 1832 Ferdinando II delle Due Sicilie, divenendo regina consorte delle Due Sicilie; le nozze furono celebrate il 21 novembre 1832 nel santuario di Nostra Signora dell'Acquasanta a Genova[2].
Maria Cristina era di sentimenti religiosissimi ed estremamente devota[3]: cristiana fervente, si trovò a vivere in una corte il cui stile di vita era molto lontano dalla sua sensibilità. Con il marito, esuberante, vi era qualche difficoltà di relazione, ma la donna riuscì a ingentilirne, se non i costumi, perlomeno la politica repressiva. Nei pochi anni in cui fu regina riuscì a impedire l'esecuzione di tutte le condanne capitali e «finché ella visse tutti i condannati a morte furono aggraziati»[4].
Non ebbe comunque l'opportunità di avventurarsi in altre ingerenze politiche: si dedicò prevalentemente ad azioni di bontà verso i poveri e i malati. Donna di grande mitezza, si fece ben volere da tutti e seppe anche reagire con intelligenza agli scherzi del marito: un aneddoto vuole che un giorno, quando la regina stava sedendosi al pianoforte, Ferdinando le abbia tirato indietro la seggiola ridendo, sentendosi rispondere: «Credevo di aver sposato il re di Napoli, non un lazzarone»[5].
Reginella santaModifica
In ogni caso, contrariamente a quanto creduto, la "Reginella Santa", come veniva chiamata dai napoletani, amava Ferdinando II; si racconta che insieme recitavano il rosario tutta la notte per prendere decisioni sullo stato il giorno dopo.[senza fonte] Il marito, da parte sua, non riuscì mai ad amarla e neanche il popolo tollerava la sua freddezza e il suo spaurito senso del pudore che si manifestava in ogni occasione[contraddizione, in altri punti del testo la regina è amata e venerata dal popolo], come quando obbligò le ballerine del San Carlo a vestire castigati mutandoni neri.
All'interno della sua nuova famiglia, Maria Cristina si legò moltissimo alla cognata, la principessa Maria Antonietta, di due anni minore di lei. Le due, però, si dovettero separare quando la principessa partì per Firenze in vista del matrimonio, celebrato il 7 giugno 1833, col granduca di Toscana Leopoldo II. Maria Cristina in seguito scrisse: «Fu per me una grande afflizione il dovermi separare da mia cognata Antonietta che è tanto buona e colla quale aveva già legata un'intima amicizia»[6].
MorteModifica
Maria Cristina morì non ancora ventiquattrenne per i postumi del parto, nel dare alla luce l'unico figlio Francesco, che alla morte del padre sarebbe salito al trono, divenendo in tal modo l'ultimo re del Regno delle Due Sicilie. Lo stesso Francesco sarebbe stato educato nel culto di sua madre, chiamata la Regina Santa. Ferdinando, meno di un anno dopo, si risposò con Maria Teresa d'Asburgo-Teschen.
All'unica figlia di Francesco II e di sua moglie Maria Sofia di Baviera, una bambina che nacque quando i genitori erano già in esilio, venne dato il nome della nonna. La piccola Maria Cristina Pia visse però solo alcuni mesi.
Processo di beatificazioneModifica
Re Ferdinando II avviò il processo di beatificazione della defunta regina consorte Maria Cristina.
Il 10 luglio 1859 la Santa Sede comunicò che la scomparsa regina era stata proclamata venerabile.
La causa di beatificazione e canonizzazione è stata rimessa in moto dai Convegni di cultura "Maria Cristina di Savoia"[7]. Con lettera del 17 novembre - a firma della presidentessa, la professoressa Margherita Elia Leozappa, previa approvazione del Consiglio nazionale del 26 maggio 2004 - è stato conferito a padre Luca De Rosa, O.F.M., il mandato di postulatore della causa di beatificazione e canonizzazione presso la Congregazione per le cause dei santi. Con atto del 3 dicembre 2004 la Congregazione ha approvato e accolto il mandato di postulazione[8].
Nel pomeriggio del 2 maggio 2013 papa Francesco, ricevendo in udienza privata il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le cause dei santi, ha autorizzato la promulgazione del decreto riguardante il miracolo attribuito all'intercessione di Maria Cristina.
Sabato 25 gennaio 2014, alle ore 11.00, presso la basilica di Santa Chiara di Napoli, pantheon dei sovrani borbonici, ov'è sepolta, si tenne il rito di beatificazione in una solenne celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo metropolita di Napoli, concelebrato dai cardinali Angelo Amato, cardinale legato per la beatificazione in qualità di Prefetto della Congregazione per le cause dei santi, e Renato Raffaele Martino e dagli arcivescovi Tommaso Caputo, Armando Dini, Fabio Bernardo D'Onorio, Arrigo Miglio e Mario Milano[9]. Alla cerimonia erano presenti il duca e la duchessa di Castro, i principi Carlo e Camilla di Borbone delle Due Sicilie, il principe don Pedro di Borbone con la moglie Sofia e i figli, Anna di Francia duchessa di Calabria, i principi Amedeo e Silvia di Savoia-Aosta, la principessa Clotilde di Savoia e il principe Sergio di Jugoslavia in rappresentanza del principe Vittorio Emanuele, la principessa Maria Gabriella di Savoia, Dom Duarte duca di Braganza, oltre a esponenti delle case di Borbone e d'Asburgo-Lorena[1].
AscendenzaModifica
OnorificenzeModifica
Dama Nobile dell'Ordine della regina Maria Luisa | |
Altre DistinzioniModifica
- Protettrice della Real Arciconfraternita e Monte di San Giuseppe dell'Opera di Vestire i Nudi in quanto Regina consorte del Regno delle Due Sicilie, Napoli (Italia)[10].
NoteModifica
- ^ a b Torino ricorda la “Reginella Santa” beatificata a Napoli
- ^ Regolo, p. 238
- ^ A stento si riuscì a farle rinunciare alla vita monacale per quella coniugale; cfr. la nota di Umberto Renda in L. Settembrini, Ricordanze della mia vita, Torino, Paravia, 1944, p. 27 (n.1)
- ^ L. Settembrini, cit., p. 27
- ^ A. Luzio, Garibaldi, Cavour e Verdi, Torino, Fratelli Bocca, 1924, p. 459
- ^ Regolo, p. 349
- ^ Convegni di cultura Maria Cristina di Savoia, su convegnidicultura.it. URL consultato il 23 gennaio 2015.
- ^ Rassegna Convegni di cultura Maria Cristina di Savoia, n. 3 del 2007.
- ^ Rosanna Borzillo, Maria Cristina di Savoia, la regina dei poveri è ora beata, in Avvenire, 26 gennaio 2014, p. 17.
- ^ cfr. url: https://www.sangiuseppedeinudi.org/reali-e-papi/ Archiviato il 29 settembre 2019 in Internet Archive.
BibliografiaModifica
- Antonio Bresciani, La venerabile Maria Cristina di Savoia regina delle Due Sicilie, Roma, Civiltà Cattolica, 1859
- Alberto Amante, Maria Cristina di Savoia. Regina delle Due Sicilie (1812-1836), Torino, Paravia, 1933
- Luciano Regolo, La reginella santa - Tutto il racconto della vita di Maria Cristina di Savoia sovrana delle Due Sicilie. Milano, Simonelli Editore, 2000. ISBN 88-86792-22-0
- Gianni Califano, Maria Cristina di Savoia. Regina delle Due Sicilie, Gorle, Velar, 2012.
- Cristina Siccardi, 'Sono Maria Cristina'. La Beata Regina delle Due Sicilie, nata Savoia, Cinisello Balsamo (MI), San Paolo, 2015. ISBN 88-215-9652-4
- Nadia Verdile, Regine. Spose bambine, eroine e sante dall'Europa alla corte di Napoli, Lucca, Maria Pacini Fazzi Editore, 2018
- Paolo Cau, Dal diario di Francesco d'Austria-Este: i due soggiorni in Sardegna, in "Quaderni Estensi", rivista online dell'Archivio di Stato di Modena, della Galleria Estense e della Biblioteca Estense, n.6, p. 348÷366.
Voci correlateModifica
Altri progettiModifica
- Wikiquote contiene citazioni di o su Maria Cristina di Savoia
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Maria Cristina di Savoia
Collegamenti esterniModifica
- Maria Cristina di Savoia, su sapere.it, De Agostini.
- Maria Cristina di Savoia, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Maria Cristina di Savoia, su Santi, beati e testimoni, santiebeati.it.
- Speciale studi, immagini, documenti su b. Maria Cristina di Savoia, su assisiofm.it.
- Beata Maria Cristina di Savoia, regina di santi, su ilcattolico.it.
- La b. Maria Cristina di Savoia e san Gennaro, su zenit.org.
- Renata De Lorenzo, Una piemontese a Napoli: Maria Cristina di Savoia.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 77140543 · ISNI (EN) 0000 0000 6139 207X · LCCN (EN) n83032348 · GND (DE) 120205505 · BNF (FR) cb14418195b (data) · BNE (ES) XX5197299 (data) · BAV (EN) 495/54990 · CERL cnp00559965 · WorldCat Identities (EN) lccn-n83032348 |
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